I club tedeschi, in particolare quelli di Berlino, hanno sempre suscitato una certa curiosità, sopratutto per i turisti. Se c’è una cosa che in questa città non si può fare, in molte discoteche o pub, è scattare fotografie. Tassativo.
Il mito del Berghain, con la sua estrema selezione all’entrata, il buttafuori tiranno che tutti temono e il fatidico divieto di utilizzare la fotocamera del cellulare, riesce a resistere anche in un momento storico come questo, dove bisogna documentare qualsiasi cosa per dimostrare di esserci stati.
La capitale tedesca ha istituito una sorta di legge non scritta ma che tutti rispettano e, la maggior parte dei club, ha regole severe contro la fotografia. Le motivazioni principali possono essere riassunte in due: la prima è sicuramente per permettere agli ospiti di godersi la musica senza distrazioni. La seconda riguarda la protezione e la privacy dei frequentatori dei club. Infatti, all’interno, si può fare più o meno quello che si vuole, sono come zone franche, dove tutto è possibile e ognuno può esprimere sé stesso.
Si parla di una Berlino avanguardista in cui, dopo la caduta del muro nel 1989, i giovani hanno preso il controllo riempiendo di vita edifici vuoti e fabbriche. Ciò che è accaduto nella città in questo periodo può essere visto come una sorta di esplosione, come l’inizio dell’ultimo grande movimento culturale giovanile in Europa fino ad oggi. Gli effetti visivi e i nuovi approcci artistici della vita hanno unito video, film, proiezioni e musica. Per i molti aspiranti artisti, la connessione con l’arte ha offerto diverse possibilità di collaborazione e nuove prospettive e spazi per la comunicazione.
Il fotografo tedesco Tilman Brembs ha realizzato, in quegli anni, un reportage scattato in analogico. Tutte le foto sono esposte in una mostra che ha l’intento di considerare l’evoluzione della club culture. Ogni fotogramma rappresenta testimonianze uniche, frammenti che rappresentano uno degli ultimi grandi movimenti giovanili e dell’enorme desiderio di libertà. Senza alcun segno di nostalgia, Tilman Brembs ritrae una scena che non esiste più, ma che è stata una parte molto significativa del periodo della riunificazione tedesca. La sua raccolta contiene più di 10.000 immagini che vanno dal 1991 al 1997 e, nel trentesimo anniversario della caduta del muro, sono state inserite nell’esposizione chiamata “No Photos on the Dance Floor”.