A distanza di 6 anni rieccoci a parlare di Liu Bolin, l’artista cinese (‘73) noto per i suoi incredibili camouflage con lo spazio circostante, in mostra dal 17 novembre al 23 dicembre presso gli spazi espositivi della Klein Sun Gallery di New York.
Tema di questa nuova apparizione “il mondo virtuale esplorato attraverso la lente dell’arte post-internet”. Corpus di lavoro basato sulla giustapposizione tra due capolavori dell’arte “classica” quali Guernica e Mona Lisa, alla devastante foto-simbolo delle esplosioni di Tianjin.
“Art” perché se con Guernica ha rimesso in luce l’immagine della sofferenza umana attraverso il dramma della guerra civile spagnola, con Mona Lisa sposta la sua attenzione sull’incertezza dell’eredità storica del dipinto, trafugato dal Louvre oltre 100 anni fa. Un mix, appunto, più devastante dell’esplosione della stazione di stoccaggio dei container di Tianjin.
“Hacker”, perché attraverso un accurato lavoro di indicizzazione dei tre scatti su Google e Baidu, Bolin è riuscito a far balzare le immagini delle tre opere in cima ai motori di ricerca. Un’azione “astratta” che trova un riscontro concreto nei neon disseminati per la galleria rappresentanti gli url di riferimento delle foto, ma soprattutto la natura inquietantemente transitoria di un mezzo tanto potente quanto delicato quale internet.
“Nient’altro” che la solita tensione emotiva dettata dall’assioma “scomparsa/riapparizione”, stavolta non più connessa a un ambiente fisico ma a uno digitale, sterminato non-luogo in grado di piegare attraverso i suoi criteri immateriali anche la più concreta delle nostre certezze.