Non in molti sanno che lo skateboard nasce in California negli anni ’60 come disciplina per tenere in allenamento i surfisti, infatti quando le onde non erano appaganti quest’ultimi scendevano per le strade, spesso a piedi nudi, e andavano a tutta velocità su lastre di legno con ruote in argilla.
Inizialmente il nome era sidewalk surfing, il surf da marciapiede, e l’utilizzo era prevalentemente come mezzo di spostamento in velocità, fu merito degli Z-Boys, surfisti diventati skater, se lo sport assunse un’identità propria. Per primi infatti portarono l’arte di skateare nelle piscine vuote (in quegli anni in California ci fu un periodo di siccità e quasi tutte le piscine erano vuote). Le donne che lo praticavano erano in netta minoranza, come si può vedere dai film che hanno come protagonista lo skate: Dogtown and Z-Boys, Lords of Dogtown fino a KIDS.
Proprio quest’anno però, grazie anche ai gruppi che portano avanti rivendicazioni femministe, è stato possibile realizzare il film: “Skate Kitchen’’, che racconta di un gruppo di skater di New York, ragazze che mostrano il lato femminile di questo sport. Anche le ragazze quindi possono cadere e sbucciarsi un ginocchio, mettersi pantaloni e sneakers e sfrecciare a tutta velocità!
[Patti McGee fu la prima donna ad essere inserita nella skateboarding Hall of fame e venne ritratta nel 1965 nella copertina di Life]
Un altro passo avanti per il mondo dello skate è sicuramente la partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020, sia per le donne che per gli uomini.
Purtroppo però i pregiudizi sul definire uno sport da maschio o da femmina sono tutt’oggi esistenti, noi abbiamo incontrato la prima crew di skater femminile Italiana: le Bastarde Senza Gloria, per screditare questi pregiudizi e approfondire l’argomento.
Cosa fai nella vita quando non sei sullo skate?
Valeria: Io sono una designer, laureata al Politecnico di Torino nel luglio 2018 nel corso di Laurea Magistrale in Design Sistemico “Aurelio Peccei”. Ho deciso di accantonare per un po’ le mie competenze da quando lo skate è diventato parte integrante della mia vita, circa 6 mesi fa, quando sono entrata a fare parte della Federazione Italiana Sport Rotellistici (FISR) come atleta. Questo richiede molto tempo da dedicare ad allenamenti e gare, il che mi toglie tempo alla professione di designer.
Miriam: Io mi sono appena laureta in Comunicazione e Spettacolo e, mentre cerco lavoro, lavoro freelance per una birreria a Lucca.
Sabb: Passo per lo più il mio tempo davanti al computer. Sono un’illustratrice/grafica freelance, questo mi permette di gestire autonomamente il lavoro e ritagliarmi del tempo per skateare.
Quando hai iniziato a skateare? Cosa ti ha introdotto in questo mondo?
Cristina: Ho iniziato 16 anni fa. È nato tutto un po’ per caso, avevo degli amici che andavano in skate e così, incuriosita, mi sono avvicinata a questo mondo.
Valeria: Ho iniziato a skateare circa 12 anni fa. Qualche mio compagno di classe della scuola media aveva questa passione e, spesso, durante le feste di compleanno, mi capitava di provare i loro skateboard. Così mia mamma ha deciso di comprarmene uno, contro la mia volontà, in modo da non usare sempre quello dei miei compagni.
Sabb: Ho cominciato a skateare ormai più di 4 anni fa. Era il mio secondo anno universitario e mi trasferii in un condominio nel mezzo di un parco con un piccolo skatepark ai suoi piedi. Il rumore delle tavole per me è stato un po’ come il canto delle sirene per Ulisse, mi sono lasciata stregare.
Lo skateboarding è una pratica diffusa nella tua città?
Miriam: Diffusa è una parola grossa. Diciamo che per fortuna a Chiavari c’è sempre stata una scena skateboard e anche a Lucca dove vivo attualmente una piccola scena c’è. Speriamo cresca sempre di più.
Rafaela: Lo skate ora a Milano inizia ad essere più conosciuto quindi meno pregiudizi.
Come ti sei integrata in una comunità prevalentemente maschile?
Valeria: Ho sempre vissuto bene il “trovarmi in mezzo ai maschi”, principalmente per il fatto che non sono mai stata una ragazza molto femminile. Non ho mai trovato ostilità, anzi sempre buona accoglienza e predisposizione.
Cristina: Io in tutti questi anni non ho mai sentito il peso di essere femmina in questa disciplina, ma perchè di base non mi sono mai posta il problema. Sicuramente nei primi anni il fatto di essere l’unica ragazza presente nello skatepark un po’ mi intimidiva ma perchè di base ho un carattere introverso.
Com’è nata la vostra crew?
Cristina: Il progetto nasce due anni fa’ dall’esigenza di skateare assieme ad altre ragazze, dalla voglia di fare gruppo e condividere una passione in comune. Alcune di noi si conoscevano già perchè della stessa città o perchè semplicemente si erano già incontrate a sk8are prima. Io quando ho deciso di organizzare il primissimo tour BSG, da cui è nato tutto, non conoscevo nessuna di loro personalmente ma solo via social.

Marta: long sleeve Obey, t-shirt & jeans Marios, sneakers Vans
Pensi che la vostra crew abbia un po’ aiutato altre ragazze in Italia ad avvicinarsi al mondo dello skate e a sentirsi più sicure di sé in questo ambiente?
Cristina: Lo spero! Perchè quando ho deciso di creare tutto questo l’ho fatto anche con quell’idea, di creare una scena femminile più solida e che potesse essere d’ispirazione o spinta per nuove giovani ragazze.
Sabb: Senza i social sicuramente non saremmo mai riuscite a diffondere così tanto il nostro nome. Credo che sia importate ad oggi curare l’aspetto digital, la gran parte dei feed li riceviamo li. Molte ragazze ci scrivono per avere informazioni, per condividere con noi clip e ricevere info di eventi o giornate insieme. Il messaggio che tutte vogliamo trasmettere è esattamente quello di fregarsene di possibili pregiudizi e prendere confidenza di se sulla tavola. Mettersi alla prova con un trick spesso è una grande lotta con se stessi, conoscere i propri limiti ed esplorare le proprie capacità.
Alcune di voi fanno parte della FISR (Federazione Italiana Sport Rotellistici). Come viene vissuta la coesistenza tra i due generi in federazione? C’è supporto o competizione?
Valeria: Io faccio parte del team femminile specializzato in “Park”. Per ora in federazione siamo 5 ragazze (3 specializzate in “Park” e 2, che tra l’altro fanno parte delle BSG, specializzate in “Street”). Il fatto che ci sia un team maschile e uno femminile non crea nessun problema, anzi spero che questo possa essere, soprattutto per noi donne, un grande stimolo a migliorare il nostro livello.
Miriam: In federazione la coesistenza tra i due generi non è un problema, anzi ci si cerca di supportare a vicenda aiutandosi a migliorare.
Pensi che l’ambiente che frequenti abbia influenzato il tuo modo di vestirti?
Cristina: Beh si sicuramente ha avuto una buona parte soprattutto quando ero una ragazzina, ora che sono donna il mio modo di vestire a volte è molto differente da quello che indosso quando skateo.
Rafaela: Io mi adatto, quando sono sulla tavola ovviamente sono vestita in un certo modo, mentre se non sono a skaetare sono l’opposto. Subisco anche l’influenza della mia famiglia, con una mamma ex modella e una zia che lavoro nel mondo della moda e modella, diventa difficile non avere la loro influenza (ride).
Sabb: Non credo. Ho sempre avuto la libertà di scegliere come vestirmi, senza troppi problemi. Non c’è un vero e proprio “ambiente”, non vedo un confine. Lo skate è fatto di stili diversi, non siamo tutti “pantaloni baggie e Osiris”, tantomeno “Dickies e Vans”, ci sono mille sfaccettature, in ognuno leggi uno stile strettamente personale. Spesso quello che porto all days è anche lo stesso abbigliamento con cui skateo, felpe con i polsi mangiati e pantaloni con i buchi.
C’è un po’ di sana competizione tra i membri di BSG?
Miriam: Non saprei se chiamarla sana competizione, non penso di vederla così, di certo poter skaetare insieme, con gente più al tuo stesso livello, aiuta a migliorarsi più velocemente e a capire errori ai quali da sola non arriveresti.
Cristina: Non lo so ma non ci trovo nulla di male nella SANA competizione, perché sono dell’idea che sia d’aiuto a migliorarsi e a sapersi mettere in gioco.
Quali progetti futuri hanno in programma le BSG?
Cristina: Continuare a skateare assieme il più possibile, organizzare nuovi incontri e tour tra di noi, rendere il progetto più corposo e migliorare sempre più i nostri contenuti.
Sabb: Il 2019 porta con sé molte novità… per quanto mi riguarda, presto dropperemo il merch!
Sembra essersi creato un rapporto tra di voi che va oltre lo skate…
Miriam: beh siamo piccola-grande famiglia…
Sabb: Siamo in primis amiche, non c’è quella stupida invidia che si tende a creare tra ragazze. Il rapporto che ci lega è molto sincero, non abbiamo peli sulla lingua. A volte capitano discussioni, ma come ogni buon rapporto che merita ci si chiarisce sempre. Sono molto proud di averle al mio fianco!
Testo di Sara Lorusso e Enrica Miller









Cristina: dress Element, overall Dickies, gloves Federico Cina, watch D1 Milano, socks and sliders adidas, necklace Ilenia Corti Vernissage





Ph: Sara Lorusso
Styling: Enrica Miller
Set & Light Designer: Filippo Zambelli
Make-up: Andrea Sailis
Hair: Teresa Bella
Stylist Assistants: Tecla Cutuli, Valentina Fichera
Talents: Cristina, Valeria, Sabb, Rafaela, Miriam, Marta, Chiara, Arianna