Che valore hanno le parole? Nell’era delle immagini qualcuno potrebbe dire che col passare del tempo hanno sempre meno rilevanza, eppure, spesso e volentieri, gran parte del dibattito pubblico su tematiche diverse nasce proprio da parole usate in modo improprio, da interpretazioni differenti o nuove necessità linguistiche.
L’artista e designer newyorkese Graham Kelman ha affrontato questo argomento nella sua serie di lavori intitolata The Word Search.
Graham Kelman è un artista autodidatta che ha acquisito gran parte delle nozioni e delle capacità tecniche lavorando per oltre un decennio al fianco di Jenny Holzer per progetti per musei come il Guggenheim Bilbao, il MASS MoCA e la Kukje Gallery e collaborando con differenti brand del calibro di Nike, Google e Spotify.
Per The World Search ha preso ispirazione dai crucipuzzle, quei giochi che si trovano nella settimana enigmistica in cui in una griglia di lettere bisogna cercare e cerchiare delle parole. Ecco, al posto di realizzarli su carta, Graham Kelman ha deciso di creare qualcosa di più monumentale e d’impatto.
L’artista ha create delle specie di piastrelle di media grandezza, ciascuna dedicata a una lettera diversa e le ha posizionate su un supporto caratterizzato dalla presenza di binari su cui far scorrere le lettere e cambiare a piacimento la loro posizione. In questo modo Graham Kelman può dar vita a differenti crucipuzzle giganti giocando all’infinito con le lettere.
Trovare le parole nelle sue opere non è né immediato né facile: l’obiettivo è restituire tempo e importanza non solo alle parole in sé ma anche al loro significato.
Essendo anche un graphic designer, The World Search non ha solamente uno sviluppo concreto, ma Kelman ha lavorato anche a dei crucipuzzle virtuali e posizionati in un bosco o su uno specchio d’acqua, trasformando questi giochi in monumentali opere scultoree.