Che cinema e moda si tengano per mano non è una novità. Impossibile è dedurre chi abbia iniziato ad influenzare l’altro: nello stesso modo in cui il cinema influenza lo stile da passerella (e da marciapiede), l’alta moda e lo stile delle subculture influenza il grande schermo, fungendo da costante fonte d’ispirazione.
La moda ha l’abitudine di attingere dal passato, con la stessa immediatezza con cui un film possa catapultarci in un’altra epoca. Questo discorso diventa particolarmente attuale al giorno d’oggi, in cui tutto ciò di nuovo che ci viene proposto sembra essere una futuristica reinterpretazione del passato. Anche i migliori film 2018 guardano al passato ma potrebbero diventare un punto di partenza per le tendenze del nuovo anno.
Ecco qui quelli che abbiamo apprezzato di più:
The Favourite
The favorite è l’ultimo film di Yorgos Lanthimos ambientato nell’Inghilterra del diciottesimo secolo. La commedia drammatica che si svolge sulle note dell’assurdo, in autentico stile Lanthimos, è stata vestita dall’acclamata costumista Sandy Powell, vincitrice degli Oscar per i film Shakespeare in Love, Carol e Gangs of New York.
Questa volta, anziché optare per i costumi pomposi e i fronzoli color pastello tipici del 1700, la Powell ha stabilito una palette in bianco e nero, creando una visione “punk rock” della corte reale, che ben si sposa con l’humor del film. La costumista ha dichiarato a Vulture di essersi messa alla prova distaccandosi dall’uso del colore (che ha caratterizzato il suo lavoro finora), sperimentando con texture diverse per far risaltare i costumi dietro l’obiettivo.
Bohemian Rhapsody
Oltre ad essere stato un’indiscussa icona musicale, Freddie Mercury era anche un’indiscussa icona di stile. Sempre attento alla sua immagine sul palcoscenico, una volta dichiarò “it’s not a concert you are seeing, it’s a fashion show”. Possiamo solo immaginare quanto sia stato impegnativo per il costumista britannico Julian Day fare onore ad ogni suo momento sartoriale. Per andare sul sicuro, Day ha giocato in casa (Londra). Dopo un’accurata ricerca tra gli archivi dei Queen, contenenti costumi e ritagli, il costumista ha trovato dei pezzi vintage della boutique di Londra Biba, dove l’interesse amoroso femminile di Mercury lavorava quando si sono incontrati. La giacca di pelle bianca che Rami Malek indossa mentre la band firma il primo contratto con l’etichetta discografica, si dice sia stata trovata nell’appartamento di Jimi Hendrix quand’è morto, il che sarebbe un tributo all’influenza che Hendrix ha avuto su Freddie Mercury. Oltre al famoso top dalle maniche di pipistrello (riprodotto dall’autrice originale Zandra Rhodes) e le tute in spandex (come l’iconica tuta di arlecchino venduta per ben 29,000 $) che gli permettevano di saltare e interagire sul palco, il look più difficile da riprodurre è stato quello dei jeans e canottiera bianca indossato al Wembley Stadium nel 1985. Day ha contattato Wrangler e adidas per riprodurre i modelli esatti dei capi originariamente indossati e rifatto la canotta 30 volte per assicurarsi che lo scollo fosse fedele all’originale.
The Black Panther
The Black Panther è l’ultimo film di supereroi firmato Marvel, con un cast fatto interamente da attori di colore africani e afro-americani, ambientato nell’immaginario paese Wakanda, la cui incolumità è sotto minaccia. La costumista del film è Ruth E Carter, con già due oscar alle spalle per Amistad e Malcom X. La sua fonte d’ispirazione è stata la cultura dell’Africa antica, che ha portato sullo schermo in una maniera che non avevamo mai visto prima. “Ho selezionato elementi dalle culture indigene e li ho implementati in chiave futuristica”, dichiara a British Vogue, “Grazie alla cultura unica che il regista Ryan Coogler ha creato, ho potuto combinare elementi di molte tribù africane – compreso il colore rosso, le forme triangolari, gli anelli da collo e perline – senza dovermi preoccupare di appropriazioni culturali”. L’intento della costumista era quello di fornire un “contesto veritiero” al Sud Africa, e un senso di speranza per una società sbilanciata nei generi. La Carter ha lavorato con un team di oltre 100 membri provenienti da tutto il mondo per ricreare un look degno della sua storia. Adesso, se le previsioni sono esatte, sarà tra le nomination per gli Oscar del 2019, e potrebbe essere la prima donna a portare a casa il premio di Miglior Costume per un film si supereroi.
Suspiria
Dopo il successo di Call Me By Your Name, Luca Guadagnino decide di imbattersi nel remake del capolavoro di Dario Argento: Suspiria. Le critiche sul film manifestano opinioni contrastanti ma uno dei primi elementi apprezzati sia dai critici che dal pubblico sono i costumi. Giulia Piersanti, costumista del film, ha dichiarato a Vogue di aver realizzato alcuni costumi con extentions di veri capelli umani, che sono stati drappeggiati a mano formando una struttura a gabbia che lascia il corpo libero di muoversi ed enfatizza la sua nudità. Sua fonte d’ispirazione per i costumi delle dirigenti della Helena Markos Dance Academy sono state le vesti drappeggiate delle matrone dell’antica Grecia (basti pensare ai caftani imponenti e drammatici indossati da Tilda Swinton) che hanno conferito un’aria solenne distaccandosi dal look da strega tipico dei film horror. Facendo ricerca su vecchie copie del magazine di moda tedesco Sibylle, che ha trovato su eBay, la Piersanti si è adattata alla palette soft ricreata da Guadagnino, sui toni del grigio spento, marrone, beidge e ruggine. Al rosso, tipico dell’originale di Dario Argento, resta comunque un ruolo primario attraverso il costume: dal body che la protagonista indossa in classe, al kimono di Madame Blanc, il rosso appare come presagio dell’orrore alle porte.
Mid90s
Di Mid90s, l’esordio alla regia per l’attore Jonah Hill, ne sentiamo già parlare da tempo. La sua fama lo precede, e lo stesso vale per la costumista del film: Heidi Bivens. L’avevamo conosciuta per il suo mix di bikini e bataclava in Spring Breakers di Harmony Korine e per la pubblicità del 2016 del profumo KENZO World di Spike Jonze, per rincontrarla in Beach Bum (è lei che ha fatto indossare quella vestaglia rosa con le piume a Matthew McConaughey sulla locandina del film). Questa volta, la sfida propostagli dal regista è quella di ricreare fedelmente lo stile degli skater di L.A di metà anni 90, un periodo a cui il regista è affezionato poiché simbolo della sua infanzia. “Allo spettatore medio che non conosce i riferimenti del tempo, sembrano tutti jeans e t-shirts. L’ArcLight di Hollywood li ha in esposizione, e ho sempre voluto che i miei costumi fossero all ArcLight, ma mi fa un po’ ridere, perché sono jeans e t-shirt”, racconta a Dazed. Ma i costumi del film non sono jeans e t-shirt qualunque, ma sono I jeans e Le t-shirt con le silhouette baggy e le stampe specifiche di quei tempi. Molti i brand, oggi dimenticati, che la costumista è riuscita a coinvolgere tra cui Kools e Menace. Mentre alcuni capi sono stati trovati su siti come eBay o Etsy, altri sono stati riprodotti chiedendo ai brand i file degli artwork e delle grafiche originali.
Testo di Enrica Miller