Una città deserta, una serie di luoghi spersonalizzanti e un bambino astronauta che si aggira curioso.
Il progetto fotografico di Aaron Sheldon sembra rifarsi a quelli di Hunter Freeman e Neil Da Costa: personaggi stranianti in luoghi privi di riferimenti e di altre presenze. Un’ironia dell’assurdo ad amalgamare tutto.
In questo caso anche un po’ trasognante e nostalgica.