Creators – I visionari del design di domani – L’intervista a FORMAFANTASMA

Creators – I visionari del design di domani – L’intervista a FORMAFANTASMA

Claire Lescot · 5 anni fa · Design

Quando parliamo dei designer Andrea Trimarchi e Simone Farresin pensiamo subito ad una di fuga di cervelli. Dopo la laurea alla Design Academy di Eindhoven, ormai consacrata incubatrice europea di talenti, decidono di aprire lo studio Formafantasma ad Amsterdam.

Il loro approccio è concettuale e tiene conto di implicazioni storiche e sociopolitiche ed i loro lavori finiscono in circuiti che poco hanno a che fare con la produzione industriale. Il consumo del prodotto non è lo scopo principale per il quale disegnano, anzi, a volte non esiste nemmeno un disegno.  Molti dei loro oggetti infatti riescono ad ottenere una forma solo durante la lavorazione. La forma quindi viene meno rispetto alla ricerca, da qui il nome Formafantasma.

Tanti i lavori degni di nota ma quelli che ci hanno più colpito sono: gli oggetti dalla forma organica prodotti con la lava fusa dell’etna, gli sgabelli di pelle di pesce lupo o salmone, le caraffe e lampade di vescica bovina essiccata (tutti scarti dell’industria alimentare), vasi di plastica ecologica composta da fibre di legno e proteine animali (un tipo di plastificazione naturale derivante da un metodo di lavorazione di fine ‘700) ed i componenti di arredo frutto di rifiuti elettronici.

Atipici sui processi creativi e visionari per quanto riguarda il riutilizzo e l’innovazione, il duo è pronto a rilanciare il concetto di design nel mondo

Un veneto ed un Siciliano, il profondo nord ed il profondo sud che si incontrano. Dov’è successo e qual é il comune denominatore che vi ha tenuto legati?

Ci siamo incontrati durante la laurea triennale a Firenze.  Abbiamo iniziato a lavorare insieme e fatto domanda di partecipazione per il master alla Design Academy di Eindhoven come duo. Era la prima volta che succedeva e il rettore Gijs Bakker è stato così di larghe vedute da capire che poteva funzionare. Ci siamo laureati con un progetto comune. Quando lavoriamo, tutto è davvero organico, talvolta ci sono molte discussioni ma questa è anche la parte bella. Pensiamo che lavorare in coppia ti dia la possibilità di guardare a quello che fai con più obiettività. Comunichiamo in una maniera tutta nostra, ci comprendiamo e ci fidiamo l’un l’altro ed i nostri progetti sono il risultato di un processo di distillazione di idee. Lavoriamo quasi come fossimo dei filtri, sappiamo da dove iniziamo ma mai dove finiremo

E il nome Formafantasma da dove deriva?

Avevamo questo nome in mente dagli inizi. In realtà serve a far notare come il nostro lavoro non sia guidato da una ricerca formale ma più da un approccio concettuale

Il vostro lavoro è 90% ricerca e 10% forma, immagino però che avete una vostra idea di estetica

In tutta onestà non ci preoccupiamo dell’estetica. Siamo consapevoli che i nostri oggetti condividono una comune sensibilità visiva, ma questo non è ciò che ci tiene impegnati in studio. L’aspetto formale del nostro lavoro è molto più intuitivo e può evolversi o cambiare a seconda delle idee che canalizziamo

Qual è  il vostro scopo come designer?

Come designer ogni volta che iniziamo un nuovo progetto o investighiamo su un materiale la nostra prima intenzione è di porre l’attenzione su stereotipi e cliché. Spesso più di dare soluzioni proponiamo domande o alternative possibili. Per esempio, con il progetto Botanica abbiamo studiato i polimeri preindustriali e li abbiamo tradotti in una collezione di vasi fatti a mano. Se le materie plastiche ora vengono utilizzate per le loro superfici perfette, noi le abbiamo fabbricate a mano. Dove l’evoluzione industriale scarta a favore dei polimeri a base di petrolio noi rivisitiamo le potenzialità di questi materiali sottostimati. Più in generale, crediamo che il ruolo di un designer sia quello di rispondere alle necessità sociali e culturali di una società. Un designer dovrebbe essere critico e capace di aprire nuove possibilità e modi di intendere il design come disciplina.

Cosa ne pensate del design sostenibile?

La sostenibilità è una bella idea, tuttavia è la risposta rassicurante dell’economia alla crisi ecologica. In tutta onestà non c’è nulla di sostenibile nel capitalismo o nella produzione e nel consumo. Noi siamo più interessati all’idea di ecologia. Questo concetto è molto più complesso ed inclusivo. Nei prossimi anni ci piacerebbe vedere i designer ripensare la disciplina non più come uno strumento per migliorare solo la vita degli esseri umani ma in grado di guardare il pianeta terra nel suo insieme con tutta la sua complessità e la convivenza multi-specie. Recentemente abbiamo studiato l’industria del riciclaggio dell’elettronica per capire se potesse essere possibile il recupero di componenti o materiali sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Il nostro lavoro si sta evolvendo e sta assumendo maggiori responsabilità. Approfondiremo questo ed altri aspetti nella prossima mostra di Paola Antonelli Broken Nature.

Pensate sia troppo presto per chiedervi di spendere qualche parola riguardo la vostra mostra presso la Serpentine Galleries prevista per il 2020?

Si è troppo presto per parlarne. In ogni caso riguarderà l’ecologia e si occuperà di progettazione attraverso il design del mobile. Sarà anche una mostra collaborativa, presenteremo opere di altri professionisti in modo da creare collegamenti tra design e altre discipline.

Da vera Italiana non posso chiudere l’intervista senza chiedervi quale sia il vostro piatto preferito

Il nostro piatto preferito è la pasta aglio olio peperoncino. Quasi tutti possono permetterselo, è buono, semplice e senza ingredienti inutili. Ci piace riempirlo con muddica (briciole di pane tostato come vuole la tradizione siciliana)

 

I visionari del design di domani Intervista a FORMAFANTASMA

 

Creators – I visionari del design di domani – L’intervista a FORMAFANTASMA
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L’idea di amore eterno di Valentina Sergi

L’idea di amore eterno di Valentina Sergi

Collater.al Contributors · 4 giorni fa · Photography

Valentina Sergi (1997) è una fotografa di moda con una passione per i colori pastello, i contrasti audaci e la vivacità delle immagini. Il suo lavoro professionale l’ha portata a fotografare una varietà di soggetti in location esclusive, e le sue fotografie sono diventate una presenza costante in molte note pubblicazioni di moda. Tuttavia, ciò che davvero distingue Valentina Sergi è la sua capacità di costruire una narrativa emozionante attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica. I colori, il gioco di ombre e luci, i pattern, le mani delle persone, l’affetto di un abbraccio, i luoghi intrisi di nostalgia e le storie nascoste dietro una ruga sono tutti elementi che Valentina Sergi ricerca per creare un’estetica pura fatta di immagini che oscillano tra il reale e il surreale.

La Serie A-Mors: Un’Esplorazione Profonda dell’Amore

Uno dei progetti più significativi di Valentina Sergi è la serie intitolata A-Mors. Questa serie affronta il tema dell’amore in modo profondo e provocatorio. Si tratta di un amore autentico, un amore che è stato atteso con trepidazione, ma talmente forte da superare la resistenza di un cuore fragile. L’interessante gioco di parole nel titolo, dove “A-Mors” sembra derivare dal latino “a-mors” (senza morte), sottolinea l’eternità di questo sentimento. In questa serie, Valentina Sergi esplora l’idea di un amore eterno che supera le barriere temporali. Le sue fotografie catturano momenti di passione e affetto, ma al contempo, evocano una sensazione di trascendenza.

Le sue opere della Sergi sono emozionali e surreali, e dietro di esse si cela una forte elaborazione concettuale. Valentina comprende che la fotografia non è solo la registrazione di una realtà oggettiva, ma piuttosto la presentazione di storie, concetti e mondi così come li percepisce attraverso la sua esperienza personale, la sua cultura e il suo sentire.

Il suo legame tra cinema e fotografia è evidente, e questa contaminazione tra le arti le permette di portare innovazione nel suo lavoro. La fotografa ci lascia con una famosa citazione di Vincent Peters, il quale afferma: «Non si fa una fotografia solo con una macchina fotografica, ma si portano nell’atto fotografico tutte le immagini che si sono viste, i libri che si sono letti, la musica che si è ascoltata, le persone che si sono amate

Valentina Sergi presenterà un suo scatto alla mostra Collater.al Photography presso la Fondazione Matalon di Milano dal 22 al 24 settembre 2023.
Courtesy Valentina Sergi

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La maternità catturata da Wendy Symons

La maternità catturata da Wendy Symons

Collater.al Contributors · 5 giorni fa · Photography

Wendy Symons, una fotografa autodidatta olandese, intraprende un profondo viaggio attraverso il suo obiettivo, catturando momenti intimi della maternità senza alcun filtro. Wendy Symons possiede una notevole capacità di percepire la bellezza nei momenti quotidiani, quei dettagli piccoli e delicati spesso trascurati dal ritmo frenetico della vita. La sua fotografia è un’esplorazione sentita dell’esperienza umana in ogni fase della vita. Tuttavia, è l’esperienza della maternità precoce a occupare un posto speciale nel cuore di Wendy. La affronta con un obiettivo onesto e intimo, svelando il profondo legame tra una madre e il suo bambino.

L’ispirazione fluisce verso Wendy direttamente dalla natura stessa. Il potere curativo del mondo naturale influisce sul suo lavoro e diventa spesso la musa per i suoi prossimi scatti. Attraverso il suo obiettivo, Wendy trova conforto e ispirazione, fondendo senza sforzo i mondi dell’arte e della maternità. Lo stile di Wendy Symons è una testimonianza dell’autenticità e dell’essenza cruda della vita. Si affida esclusivamente alla luce naturale per catturare momenti genuini nel loro massimo splendore. Questa scelta infonde al suo lavoro un calore e una veridicità che rendono ogni fotografia una finestra non filtrata nelle vite che documenta.

Uno dei progetti straordinari di Wendy è Art Mama, in cui fonde i suoi due mondi, quello artistico e quello materno. Nel bel mezzo della pandemia, si è impegnata in questo viaggio introspettivo, tuffandosi nella sua vita di madre e artista. Il diario fotografico di Wendy dipinge un ritratto intimo dei suoi figli e di se stessa mentre affrontano le complessità della maternità durante tempi turbolenti. Le sue immagini sono un promemoria che il viaggio della maternità, sebbene imprevedibile e caotico, è un’esperienza condivisa che ci unisce tutti.

Wendy Symons presenterà un suo scatto alla mostra Collater.al Photography presso la Fondazione Matalon di Milano dal 22 al 24 settembre 2023.
Courtesy Wendy Symons

La maternità catturata da Wendy Symons
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La danza ritmica e malinconica negli scatti di Nanda Hagenaars

La danza ritmica e malinconica negli scatti di Nanda Hagenaars

Collater.al Contributors · 6 giorni fa · Photography

«La vita, come un fiume, scorre con il suo ritmo, portandoci in un viaggio colmo di tranquillità e turbolenza» – spiega la fotografa Nanda Hagenaars – «Nei momenti di calma, siamo avvolti dalle correnti gentili, come se fluttuassimo senza sforzo attraverso il passare del tempo. È in questi momenti che troviamo conforto, e il nostro spirito viene sollevato dalla serenità delle acque. Tuttavia, le acque tranquille possono trasformarsi in torrenziali rapide, sconvolgendo il nostro equilibrio e facendoci interrogare sul nostro scopo.»

Con queste parole, Nanda Hagenaars (1988) ci apre uno spiraglio sulla sua visione delle vita, fornendoci le indicazioni per comprendere i suoi scatti. Hagenaars cattura questi flussi e riflussi della vita attraverso la sua lente. Il suo lavoro può essere descritto come poetico, intuitivo ed emozionale, ed è guidato dal desiderio di tradurre i suoi sentimenti ed emozioni in immagini. Il concetto di tempo e atemporalità ha spinto Nanda a concentrarsi sulla fotografia in bianco e nero, una scelta che aggiunge profondità e atemporalità alla sua arte.

Connection Skins

Per Nanda, la fotocamera è più di un semplice strumento; è un simbolo di trasformazione. Ha contribuito a farle vedere la vita in nuovi modi, proprio come guardare attraverso la sua lente le ha mostrato prospettive fresche. Crede nell’uso della fotografia come mezzo per crescere e scoprire se stessa. «Non è sempre facile vedere le cose in modo diverso, ma mi sforzo di farlo,» dice. Questa filosofia si riflette nella sua pratica. Non vede solo l’acqua; vede anche il suo riflesso. Questo modo di vedere si estende a tutto ciò che cattura, sempre alla ricerca di nuove composizioni, sempre desiderosa di svelare una bellezza nascosta. Nanda gioca con la luce e l’ombra, creando una danza sia ritmica che malinconica.

«Proprio come il fiume intaglia il suo percorso nel paesaggio, così fanno le sfide che affrontiamo plasmarci. Le prove e le tribolazioni, i momenti di incertezza e dubbio, contribuiscono tutti alla nostra evoluzione personale. Ci insegnano resilienza, pazienza e l’arte dell’adattamento. Impariamo che la vera bellezza della vita non sta nell’assenza di ostacoli, ma nella nostra capacità di superarli. E mentre continuiamo il nostro viaggio, impariamo a fidarci del flusso della vita, sapendo che, proprio come il fiume, stiamo sempre evolvendo, sempre avanzando.»

Nel mondo di Nanda Hagenaars, ogni fotografia è un riflesso di questa filosofia. Con la sua lente come guida, ci invita a unirci a lei nell’esplorare i complicati intrecci della vita del fiume, trovando significato e bellezza in ogni scatto.

Nanda Hagenaars presenterà un suo scatto alla mostra Collater.al Photography presso la Fondazione Matalon di Milano dal 22 al 24 settembre 2023.

La danza ritmica e malinconica negli scatti di Nanda Hagenaars
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È uscito un libro con foto inedite di 2pac

È uscito un libro con foto inedite di 2pac

Collater.al Contributors · 1 settimana fa · Photography

“Tupac The Legend” è un volume di quaranta pagine con una raccolta unica di immagini scattate da Michel Haddi durante un servizio fotografico del 1993 con 2Pac. Il libro, firmato e numerato su 500 copie, è uscito il 13 settembre e ripercorre anche alcuni dei pensieri del rapper. Ciò che distingue questo libro è l’inclusione di citazioni da Tupac stesso, offrendo una comprensione più profonda dei pensieri e della personalità dell’artista. «Sono felice di presentare questo libro in edizione limitata: “Tupac The Legend”, con molte delle immagini presenti fino ad oggi rimaste inedite» dichiara Michel Haddi entusiasta.

La connessione personale di Haddi con Tupac aggiunge un ulteriore strato alla narrazione del libro. Durante il loro incontro, Haddi fu ispirato dalla volontà di ritrarre Tupac in abito. Un look che ricorda Martin Luther King Jr., una visione che il rapper decise di accogliere e il cui risultato si riflette nel libro.

Anche quella di Michel Haddi è una storia affascinante, da un’infanzia turbolenta a Parigi alla collaborazione con pubblicazioni e personalità iconiche nel settore della moda, la sua storia è avvincente quanto la sua fotografia. In conclusione, “Tupac The Legend” vuole essere un tributo visivo sentitissimo in onore dell’eredità di Tupac Shakur. Questo coffee table book in edizione limitata, con le sue immagini inedite e aneddoti personali, promette di essere una preziosa aggiunta alle collezioni di ammiratori e appassionati di ritratti del rapper.

Beyond Fashion a Milano è la mostra personale che aprirà il 19 ottobre 2023 e durerà fino al 16 marzo 2024 presso la 29 Arts in Progress Gallery Milan.

Ph. credits Michel Haddi courtesy of 29 Arts in Progress, Sarah Coldron

È uscito un libro con foto inedite di 2pac
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