Se la fotografia patinata vi ha stancati e se passate per Torino, allora non potete perdere la mostra di Ivan Cazzola, ospitata negli spazi della Galleria Noire fino a gennaio 2023. Artista eclettico che si muove tra le diverse forme espressive legate all’immagine, dal videoclip al documentario, passando per la fotografia commerciale e artistica, Ivan porta in mostra una produzione di scatti realizzati tra Milano e la Francia del Sud. Si muove tra le maglie di una natura incontaminata e sfondi uniformi di non specificata e riconoscibile provenienza, che permettono al fotografo di far risaltare i corpi e i volti attraverso un utilizzo potente del flash.
Le ombre profonde che si creano richiamano un mondo underground in cui a farla da padrone è il senso dell’imperfezione, quel torbido confine tra il socialmente desiderato e la vera essenza che si nasconde nell’indeterminatezza di chi ancora non si sente parte del tessuto sociale.
Fotografo di artisti, attori e gruppi rock, Cazzola si diverte a spogliare il soggetto ritratto (metaforicamente e non) portando in luce la sua nuda verità, senza orpelli o messe in scena. La sua indagine, spesso dissacrante, permette ai modelli di muoversi liberamente e con leggerezza nello spazio, senza pregiudizi e clichés, poiché non ispirata dal bello, ma dalla ricerca del dettaglio e dell’anomalia.
Un inno alla bellezza non convenzionale, giocata con abile consapevolezza a costo di apparire dissacrante e disturbante per occhi avvezzi alla perfezione fotografica. C’è l’eco di Juergen Teller e Wolfgang Tillmans in questi scatti in cui riecheggia la stessa capacità di coniugare la provocazione e la crudezza di una fotografia alta con l’esaltazione della natura indifesa dell’uomo, in tutta la sua disarmante verità.




L’allestimento della mostra, ideato e seguito dall’exhibit designer Andrea Isola, trasforma il luminoso white space in uno spazio in cui le stampe di grandi dimensioni, realizzate su materiali differenti in base ai progetti presentati, accolgono e spiazzano il visitatore, lo avvolgono e lo invitano ad “attraversare” le suggestioni visive di Ivan, a calpestare le sue immagini, generando così un’esperienza non solo visiva, ma esperienziale in cui le foto dialogano a due vie con lo spazio.
A completare l’offerta di Galleria Noire, al piano terra la mostra dell’artista americano Cali Dewitt che in continuità con lo spirito poliedrico di Ivan Cazzola e l’indagine incentrata sull’universo hardcore e underground, presenta un progetto site specific che riflette uno stato d’animo apocalittico molto reale nel mondo di oggi, un mondo che assomiglia sempre di più ai suoi collage distopici.


Testo: Laura Tota