Chilla è la prima capsule collection beachwear di J.Kim che si concentra su ispirazioni adolescenziali riuscendo a veicolare un messaggio dal sapore di libertà e candore di chi non ha preoccupazioni. Il concept nasce dalla parola chilla, in uzbeko l’annuale ondata di calore che costringe gli abitanti della città ad arrendersi al caldo. Inizia così il viaggio di J.Kim che da Tashkent ci porta a un’ora dalla capitale per un road trip in onore della presentazione della collezione beachwear. Ci ritroviamo sul lago Charvak, vicino al fiume Chichiq e alle montagne del Tian Shan che attira una moltitudine di persone ogni anno in riva sui lettini tapchan.

Un road trip con J.Kim
Le protagoniste di questo road trip sono un gruppo di giovani ragazze su una Daewoo – l’auto uzbeka per eccellenza – incarnando la leggerezza tipica dell’adolescenza. Per la strada non possono che fermarsi a comprare un po’ di qatiq yoghurt – da usare al posto della crema solare – e i meloni nostrani. Tutto questo per passare una notte fuori dalla città. Questa avventura, scattata in analogico per J.Kim da Hassan Kurbanbaev racconta alla perfezione l’ispirazione multiculturale dietro a questa collezione, disegnata dalla Creative Director uzbeka Jenia Kim.
La beachwear collection
La prima linea di costumi firmata da J.Kim vede fiorire il linguaggio visuale ormai consolidato del brand in una chiave nuova. Bikini, trikini e costumi interi contraddistinti da cut out floreali e tagli a vivo o nodi. J.Kim utilizza un tessuto classificato dal Global Recycle Standard, contenente solo materiali derivati da bottiglie di plastica o rifiuti industriali. Ma non solo costumi, questa collezione contiene anche copricostumi sheer da abbinare a canottiere e leggins.
Le collezioni di J.Kim mostrano la volontà della designer di stabilire la sua personale visual identity ispirandosi alla multiculturalità che la contraddistingue. Jenia Kim infatti, seppur cresciuta in Uzbekistan, viene da una famiglia sovietica coreana. Per questo nei suoi abiti vediamo riflettersi sia background storico che silhouettes contemporanee, dove l’immaginazione accompagna la realtà.