La produzione di opere di Jacob Rochester è abbastanza chiara per spiegare da dove nasca il panorama di ispirazioni dell’artista originario del Connecticut ma con base a Los Angeles. La differenza di formati e tecniche spiega come Rochester viva in prima persona una cultura di reference che dialogano di continuo tra loro, divorando storie che si stratificano creando immaginari ideali per descrivere i contesti delle grandi metropoli e della società di massa in generale.
Compaiono quindi riferimenti allo sport, basket in particolare – per la NBA ha anche creato una collezione di NFT – ma anche supercar, vecchi apparecchi tecnologici e tanta Nike, brand con il quale Rochester ha collaborato in più occasioni.


L’importanza dei simboli e dei soggetti che Jacob Rochester mette in scena è fondamentale per capire lo stile dell’artista, in questo modo è più facile capire anche le scelte artistiche, come quella di escludere lo sfondo in molte delle sue opere. Il bianco che rende i soggetti come scontornati su photoshop è uno strumento per far emergere la potenza dell’immagine e del colore, altro elemento che caratterizza la street culture.
Dennis Rodman, le Air Jordan e la cultura afroamericana, tutto è collegato e rappresentato visivamente su tela o attraverso la trama di un tappeto. Ogni soggetto è un tramite per un’esperienza interiore e personale dell’artista, che appare nitida o come un flash dai contorni sfumati.








