Libri Finti Clandestini ha realizzato un libro in una notte

Libri Finti Clandestini ha realizzato un libro in una notte

Giorgia Massari · 2 settimane fa · Art

Oggi celebriamo il Read A Book Day con un progetto molto interessante e con una storia altrettanto singolare. Più che concentrarci sulla lettura di un libro, il nostro desiderio è focalizzarci sul dietro le quinte della sua costruzione. Un processo affascinante e meticoloso, sconosciuto alla maggior parte delle persone. Siamo abituati a vedere un libro fatto e finito e poche volte ci chiediamo cosa ci sia dietro, quale sia il processo che porta all’oggetto finito. L’abbiamo fatto con i ragazzi di Libri Finti Clandestini, un collettivo artistico che basa il proprio lavoro e la propria ricerca sul libro d’artista. Attraverso un vero e proprio processo di esplorazione urbana, gli artisti El Pacino, Aniv Delarev e Yghor Kowalvsky ricercano materiale cartaceo nelle fabbriche abbandonate, negli archivi e nei laboratori di stampa, con lo scopo di creare libri – rilegati a mano uno a uno, timbrati e numerati – che spaziano da note-book, pronti per essere utilizzati e disegnati, a libri pop-up in piccole tirature. Oltre a collaborazioni con artisti, indagando i campi della fotografia e della stampa tipografica. Dopo un breve preambolo sulla storia di questo collettivo, vi racconteremo di come hanno realizzato un libro in una notte e a bordo di un treno. Scopriamolo insieme.

Ma che cos’è un libro d’artista?

Partendo dal presupposto che il libro è un oggetto dalle infinite possibilità, in termini di forma e contenuto, ed è concepito come un contenitore e un divulgatore di nozioni di qualunque genere, è pressoché scontato che un artista ne sia affascinato e ne voglia creare uno tutto suo. A partire dal secolo scorso, il libro d’artista – inteso come forma di espressione artistica – diventa molto diffuso. Gli artisti, soprattutto nel periodo delle avanguardie – come il Dadaismo e il Surrealismo – si cimentano nella creazione di libri d’artista, combinando l’arte visiva e la letteratura in un unico oggetto. Le parole si fondono con l’arte visiva. Disegni, incisioni, collage, pitture, fotografie dialogano con un testo poetico, con riflessioni o pensieri dell’artista stesso. Rispetto ai libri in serie, il libro d’artista ha la caratteristica di essere un pezzo unico o a tiratura limitata. É un oggetto libero che segue solo ed esclusivamente la volontà del suo creatore. La struttura e i materiali, come il formato, il layout e la tipografia, sono sperimentali e sfidano le convenzioni dei libri tradizionali.

Oggi chi produce i libri d’artista?

Con questo quesito arriviamo al punto. In quest’epoca tecnologica, è sempre più raro trovare realtà che seguono il processo di stampa dalla A alla Z e, ancor più raro, è trovare giovani artisti che si dedicano in toto alla creazione di libri d’artista. A Milano esiste una realtà molto interessante, in termini di rarità e qualità. Si tratta di Libri Finti Clandestini che, come vi abbiamo anticipato, è un collettivo di artisti nato dieci anni fa che dedica interamente la propria ricerca a questo meraviglioso oggetto, il libro. Il tutto mantenendo l’anonimato, apparendo sui social e in pubblico rigorosamente con maschere divertenti.

Libri Finti Clandestini x 5X Letterpress con il macchinario Hiedelberg Windmill

Cosa fa esattamente il collettivo Libri Finti Clandestini?

Scorrendo il loro feed di Instagram e curiosando sul loro sito, è da subito evidente la cura e la precisione meticolosa che Libri Finti Clandestini mette in questo progetto. Da alcune foto si vede la macchina da stampa tipografica tedesca Hiedelberg Windmill prodotta a inizio Novecento, che sottolinea il loro saldo legame con la tradizione piuttosto che con la tecnologia. Ma, oltre a mantenere viva una tradizione manuale e artigianale “in via di estinzione”, un altro aspetto fondamentale è la sostenibilità. Il collettivo inizia il suo processo a partire dalle esplorazioni urbane, delle vere e proprie “spedizioni” all’interno di vecchie fabbriche abbandonate, in archivi e laboratori di stampa, con l’intenzione di recuperare fogli di carta inutilizzati e dimenticati. Sul sito, nella sezione “products“, ogni item è accompagnato dalla descrizione del materiale. In questo modo l’utente ha la possibilità di avvicinarsi al processo e rendersi così conto della ricerca e cura che sta dietro ad ogni singolo pezzo.

“JAPAN”, Libro N° 8086 142 x 156 mm circa,5 fascicoli, legatura kettle 52 pagine di varie dimensioni + copertina Rilegato a mano con filo azzurro N°8, rilegatura a 5 punti

Dopo una selezione del materiale, inizia il vero e proprio processo creativo che ha luogo nei loro laboratori, uno a Milano in zona Isola e l’altro a Saronno – in quest’ultimo “ospiti” di 5X Letterpress, con cui da diversi anni è iniziata una salda collaborazione – in cui curano nei dettagli tutte le fasi di produzione, impiegando dai sei mesi a un anno, per giungere alla fine al pezzo unico, uno di uno.

Un progetto folle: realizzare un libro in poche ore

Parlando con Libri Finti Clandestini, ci ha colpito molto questa loro “missione”: creare una fanzine in poche ore e non nel loro laboratorio, ma durante un viaggio o in luoghi insoliti. Da gennaio 2020, LFC ha iniziato un lavoro collettivo insieme a 5X LetterpressSpazienne Outis Manufacture per la progettazione e realizzazione di prodotti editoriali in tirature limitate.

«Lavorare a un libro in una notte, su un treno, in una fabbrica abbandonata, con strumenti insoliti, esplorando i luoghi dimenticati del paesaggio urbano. Questa è sempre stata la missione del gruppo: produrre in situazioni “folli”, tentando ogni volta nuove soluzioni e cercando di ottenere il miglior risultato. Provare a sperimentare il più possibile riguardo la manifattura e le soluzioni di stampa.»

L’esempio più recente è “Nightjet“, un micro libro realizzato in sole 12 ore sul treno notturno Milano – Vienna. La missione è stata compiuta dai tre membri di Libri Finti Clandestini, insieme ai membri dei collettivi Spazienne, 5X Letterpress, Outis Manufacture e dagli artisti Tanguy Bomboniera e Dr. Petronilla.

«Nella notte del 25 maggio abbiamo preso il treno Nightjet 235 a Milano Rogoredo alle 21.26, direzione Vienna per partecipare a “Fanzineist Vienna”. Abbiamo portato a bordo carte, fili, aghi e con il nostro iPhone insieme ad una stampante Epson Workforce 110 abbiamo tentato una missione mai portata a termine prima. L’obiettivo era realizzare una fanzine su un treno, durante il viaggio di 12 ore verso Vienna! Scansioni, fotografie, impaginazione del progetto, stampa, rilegatura e ritaglio del libro, tutto realizzato a bordo in una notte!»

La scelta di produrre questi “micro” libri, ci raccontano LFC, è un escamotage che permette loro di ridurre i costi di produzione focalizzandosi in questo caso specifico più sul contenuto piuttosto che sulla qualità. Un prodotto “povero” ma con una forte idea. Un oggetto singolare – una piccola opera d’arte tascabile – interamente realizzato a mano, con rilegature eleganti e prodotto in piccole tirature.

 
 
 
 
 
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Una nuova opera di JR a Parigi

Una nuova opera di JR a Parigi

Giorgia Massari · 2 settimane fa · Art

Oggi Parigi si è svegliata con una nuova opera pubblica dell’artista JR. Il famoso street artist ha intrapreso un incredibile progetto in collaborazione con l’Opéra National de Paris: trasformare l’impalcatura che avvolge l’antico Palais Garnier durante il suo restauro in una affascinante opera d’arte. Da ora, 6 settembre, fino al 25 settembre, la facciata dell’Opéra Garnier subisce una sorprendente metamorfosi, svelando l’ingresso a una vasta grotta che si apre a una prospettiva di roccia e luce.

L’opera di JR rende omaggio all’estetica romantica del XIX secolo mentre evoca contemporaneamente la grandiosità delle rappresentazioni operistiche. Gli elementi architettonici dell’era di Napoleone III sono catturati in un doppio movimento temporale. Allo stesso tempo, il lavoro di restauro in corso dietro le quinte funge da supporto fisico per l’installazione di JR. I visitatori sono invitati a immergersi in questo universo geologico, tornando indietro nel tempo a quando canto e danza celebravano le divinità nell’antica Grecia all’interno di grotte decoratamente illuminate.

L’installazione di JR fonde in modo fluido arte e architettura, superando i confini e invitandoci a vivere la cultura e la storia in luoghi inaspettati. La trasformazione di Palais Garnier da parte di JR dimostra – come avviene per tutte le sue opere – la capacità dell’arte di superare i confini e creare impressioni durature.

Leggi anche La nuova installazione di JR a Parigi

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Torna il Blooming Festival nelle Marche

Torna il Blooming Festival nelle Marche

Collater.al Contributors · 2 settimane fa · Art

Il Blooming Festival sta tornando per il settimo anno consecutivo a Pergola, uno dei borghi più belli d’Italia. Questo evento si dedica alla promozione delle espressioni artistiche nel campo della cultura digitale, della musica e delle arti elettroniche. Durante l’8 e il 9 settembre 2023, Pergola ospiterà artisti e studi creativi internazionali che presenteranno installazioni, video proiezioni e performance in luoghi unici nel centro storico della città, come chiese, giardini e cantine.

Il Blooming Festival mira a valorizzare il patrimonio storico ed architettonico della città attraverso sperimentazioni sensoriali, ambienti immersivi e performance coinvolgenti. Questo evento si distingue nel panorama italiano degli eventi legati alle arti digitali grazie alle sue suggestive location e spettacolari contenuti. Saranno presenti importanti artisti internazionali, come Gabey Tjon a Tham (NL) – il cui show è ospitato grazie al supporto dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi –  Entangled Others (PT), Diego Labonia (IT), Vitamin (ES), Leandro Summo (IT), Blivet (IT), Decomposer + Liz (IT); i creativi Bad Clipping Studio (IT) e un progetto speciale di PlayMarche. Inoltre ci saranno altre opportunità di interattività e immersività, con spettacolari video, installazioni, proiezioni e performance dal vivo.

Blooming Festival, edizione 2022

L’obiettivo dell’edizione 2023 di Blooming è diffondere e far conoscere questi linguaggi artistici al più ampio pubblico possibile, offrendo al contempo occasioni uniche e stimolanti di confronto tra gli artisti. Questo festival rappresenta una proposta contemporanea e innovativa, orientata al presente ma proiettata nel futuro.

Durante il festival verrà presentato il progetto vincitore della call internazionale #bloomingyou, che quest’anno è incentrata sulla sostenibilità ambientale e sociale, sui temi dell’inclusione e dell’accessibilità e sull’utilizzo di tecniche e tecnologie sostenibili / inclusive nella realizzazione dei progetti.

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Alex Katz e la sua amatissima Ada

Alex Katz e la sua amatissima Ada

Anna Frattini · 2 settimane fa · Art

Deodato Arte porta Alex Katz in mostra a Milano dal 14 settembre fino al 7 ottobre nella sua sede di via Nerino, 1. “Alex Katz: Ada” è una retrospettiva piuttisto recente che concentra le sue forze sulla musa dell’artista americano: Ada Del Moro, sua moglie e biologa ricercatrice protagonista di oltre mille opere di Katz. Si tratta di un due portfoli, uno a colori risalente all’anno scorso e uno in bianco e nero del 2017.

«Per me era molto strano essere guardata così da vicino dall’uomo di cui mi ero appena innamorata. Il modo in cui mi studiava, il mio viso, le mie orecchie, tutto. È stato molto strano e allo stesso tempo una sensazione travolgente». Così racconta Ada, modello del suo tempo e della scena artistica e letteraria della New York di Alex Katz. I capelli scuri di Jackie Kennedy, occhi intensi alla Anne Bencroft. Il tutto incorniciato da un fazzoletto da collo in tinta con la fascia del capello, grandi occhiali da sole e un immancabile rossetto.

Insomma, uno sguardo senza tempo che penetra nella mente dello spettatore. Per Katz, Del Moro non è mai in una posizione sbagliata, ma emana una naturalezza che sembra arrivare dai film di una volta e che continua a brillare nonostante i decenni che passano. La residenza estiva dei coniugi Katz – una casa colonica del XIX secolo – si trova nel Maine. Luogo magico dove si trasferiscono ogni anno a giugno e dove l’artista americano torna nel suo studio, in piedi da 55 anni. Sembra questa la cornice perfetta per Katz, un luogo sicuro dove godersi i mesi estivi e lavorare sul suo soggetto preferito: Ada.

Alex Katz e la sua amatissima Ada
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Côme Clérino: pittore o designer?

Côme Clérino: pittore o designer?

Giorgia Massari · 2 settimane fa · Art

Arte o Design? Spesso ci poniamo questa domanda quando ci troviamo di fronte a un’opera. Con la diffusione del collectible design – di cui vi abbiamo parlato qui – è sempre più facile imbattersi in pezzi unici che oscillano tra sculture e oggetti di design. La funzionalità sembra essere una delle prerogative più semplici a cui aggrapparsi per fare una distinzione. Lo posso usare? Se la risposta è sì, allora quasi sempre è un pezzo di design. La stessa domanda sorge spontanea ammirando i pezzi dell’artista parigino Côme Clérino. Ma la risposta ce la dà lui. «Sono un pittore» – afferma – «Il mio lavoro consiste nel dipingere partendo da un punto d’ancoraggio nella realtà e da lì offrire uno sguardo diverso su ciò che ci circonda ogni giorno». Con queste parole Clérino ci offre una prima chiave di lettura del suo lavoro e della sua ricerca. Dopo la laurea all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts de Paris, Clérino ha sviluppato una pratica multidisciplinare, sfidando la definizione accademica della pittura e combinando fotografia, disegno, scultura, ceramica, tessuti e installazioni

Nelle installazioni di Côme Clérino la linea che divide le sue opere dalla sfera del design si fa più sottile. Anche nei suoi ordinati bozzetti si può intravedere il suo metodo, progettuale e tecnico. Gli scenari che l’artista crea sono veri e propri set, spazi abitativi dai colori tenui – come il verde menta e il pesca – entro i quali lo spettatore può muoversi e ricercare una dimensione casalinga. Un ulteriore punto di incontro con il design risiede nella scelta dei materiali, che hanno tutte le caratteristiche per rendere le opere potenzialmente funzionali. MDF, gesso, resina acrilica, vetroresina, paraffina, tessuto, colla termoplastica, sigillante per piastrelle, ceramica e polistirolo, sono alcuni dei materiali che Côme Clérino sceglie per i suoi pezzi.

Da un punto di vista strutturale la fluidità è padrona. Le linee sono morbide, le forme sono imperfette. Osservando meglio le sue opere e in particolare le sue installazioni, è evidente come la sua ricerca parti da un contesto urbano. Gli scenari di Clérino offrono un nuovo punto di vista per osservare la città, portando le trasformazioni che lei stessa subisce – come il deterioramento – in un contesto abitativo. Materiali esterni che ricoprono oggetti da interni. Citando Léo Marin, che scrive un testo critico di Clérino, vi lasciamo con una serie di domande su cui riflettere. «Una scultura d’uso? Design finale dell’artista creatore? Un cambiamento nella pratica, come sembra essere la tendenza attuale? Luce fatta sull’importanza della materia? Tante sono le domande che si pongono e che pone Côme Clérino: E se buttassimo i mobili dalla finestra? E ricominciassimo da zero?»

Courtesy Côme Clérino

Côme Clérino: pittore o designer?
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Côme Clérino: pittore o designer?
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