Il mondo di Magnhild Kennedy, alias Damselfrau all’apparenza sembra quello di creature magiche e misteriose, uscite dall’immaginario di uno scrittore di fantascienza, capace di vedere mondi in cui gli sguardi sono opere d’arte ipnotiche.
L’artista norvegese utilizza oggetti trovati per caso tra quelli quotidiani, riutilizzandoli, cucendoli e assemblandoli insieme per produrre manufatti dettagliatissimi, che toccano il confine tra opera d’arte e abbigliamento.
L’idea di Damselfrau appunto quella di realizzare oggetti che possano essere contemporaneamente ammirati e utilizzati, che siano arte e azione. Pizzi finti o oggetti trovati per strada, tutto è assemblato con un rigore assoluto, per creare maschere e personaggi che appartengo ad un altro mondo, della fantasia o del teatro.
Damselfrau descrive così le sue opere: “Lavoro con le maschere sia come opere d’arte autonome che come oggetti d’azione. Per me la maschera è un luogo in cui elementi diversi si uniscono come situazione. Il lavoro riguarda questo luogo-situazione, più che la maschera come tema o categoria di forma. La maschera è un luogo“.
















