Il corpo e la sua sessualità appartengono ad una sfera intima che si delinea in infinite sfaccettature e sfumature. Il sesso, la nudità, l’accettazione, l’orientamento sessuale, il senso di libertà sono alcuni dei macro temi con cui molti devono fare i conti nel corso della propria vita. Questo aspetto “privato” viene spesso nascosto, taciuto e in alcuni casi represso e soffocato, se non addirittura condizionato dall’esterno. Le opere dell’artista canadese Nadine Faraj (1977) urlano contro tutto ciò. Contro la privazione e la negazione. Contro il controllo esterno del corpo, per restituire la proprietà solo ed esclusivamente a chi lo abita.
Le persone nelle opere ad acquarello di Faraj esibiscono fiere ed orgogliose la loro nudità durante momenti erotici, sessuali e di ribellione con una forza quasi inquietante. “L’arte di Nadine Faraj disturba lo sguardo e chiede di disobbedire.” commenta l’autrice femminista Mona Eltahawy.
Nadine Faraj realizza opere libere, divertenti e crude allo stesso tempo. Lo stile è fluido e colorato. Le figure acquistano movimento grazie alla tecnica ad acquarello che lascia i bordi liberi, permettendo ai corpi di inglobarsi con lo sfondo. Le scene fortemente erotiche sono accentuate da un linguaggio esplicito e dalla fusione dei corpi presenti nella scena, che diventano un tutt’uno, sottolineando un forte romanticismo. La sessualità è affrontata senza tabù, senza censure e soprattutto senza vergogna perché il “Il sesso è caos, liberazione e gioia”.




Nella serie Naked revolt Nadine Faraj prende una forte posizione, affrontando i temi dei diritti umani, in particolare quelli della comunità LGBTQIA+. Ogni opera mostra un unico soggetto nudo che attraverso una scritta sul proprio corpo comunica messaggi importanti: “Mi cuerpo mi decision” – “LGBT égalité” – “My pussy my rules”, sono alcuni esempi.
La sua ultima serie invece, dal titolo Pink Moon people, è ambientata nella notte. La composizione è orizzontale e i soggetti assumono colorazioni corporee sempre più intense ed eteree, come il fuxia, il viola o il verde. Lo squilibrio proporzionale è sempre più distorto e dei bagliori di luce spezzano la vivacità della tavolozza. La perdizione diventa libertà. La negazione diventa accettazione.
Nadine Faraj riesce ad urlare a piena voce al suo pubblico che nessuno ha bisogno dell’approvazione altrui e che abbandonarsi ai desideri è consapevolezza.
© Courtesy by Nadine Faraj, Anna Zorina Gallery and McBride Contemporain