Visionario, pioniere, avanguardista, precursore della moda futurista.
Pierre Cardin, nato Pietro Costante Cardin, è stato una figura epica del mondo della moda del ventesimo secolo plasmandone i codici estetici e rivoluzionandone i canoni produttivi.

Il couturier francese è scomparso il 29 dicembre presso l’ospedale americano di Neuilly a 98 anni, ma il suo impatto riverbera ancora negli ambiti creativi più disparati.
Ultimo di dieci figli, nacque nel 1922 a Sant’Andrea di Barbarana in provincia di Treviso da una facoltosa famiglia antifascista italiana di proprietari terrieri e mercanti, finita in disgrazia e povertà dopo la Prima Guerra Mondiale e che decise quindi di trasferirsi in Francia, a Saint-Etienne, nel ‘24, dove Pierre imparò le basi della sartoria.
Dopo una breve sosta a Vichy, nel 1945 arrivò a Parigi e il primo passaggio fu nell’atelier di Jeanne Paquin ed Elsa Schiaparelli – quest’ultima una delle più influenti figure della moda francese – per poi diventare, nel 1947, il primo sarto della maison Christian Dior dove contribuì alla rivoluzione del New Look.
Fondando la sua maison nel 1950 e realizzando la prima collezione couture, che fu un successo clamoroso, diede il via a quella che sarebbe stata una vita e una carriera senza eguali, fatta di innovazioni e visioni, come l’abito a bolle del ’54, bubble dress, caratterizzato da una gonna a palloncino che fece scalpore e come le sue collezioni ispirate alla corsa allo spazio di fine anni ’50 e ’60.

“Per me l’abito è un’opera d’arte, chi lo indossa diventa una scultura anche se il fisico ha qualche imperfezione. Conta solo il vestito. Il corpo è un liquido che prende la forma del vaso”.

Nel 1959 fu il primo stilista a realizzare una collezione low cost per i grandi magazzini francesi Printemps, inaugurando di fatto il prêt-à-porter, ma per questo venne espulso dalla Chambre Syndacale de la Couture per poi essere reintegrato subito dopo; nello stesso anno divenne il primo stilista ad aprire un suo negozio di alta moda in Giappone. Primo a sfilare sulla muraglia cinese, primo a organizzare uno show nella Piazza Rossa, primo a sfilare nel deserto.

Imprenditore lungimirante, il suo nome è sinonimo di leggenda ed è legato non solo alla moda ma anche a profumi, porcellane, design e molto altro.
Geometrie, volumi e materiali sempre ed evidentemente proiettati nel futuro, una visione pionieristica perennemente alla ricerca di sperimentazioni ma non dimenticando mai ciò che il mercato, in continua espansione, chiedeva.

“Sono stato un contestatore, un provocatore, un avventuriero, Christian Dior voleva fare dei vestiti che sua madre amasse portare, io volevo esplorare delle strade nuove, quelle dello spazio, della scienza, dell’infinito”.
