A dare vita all’iconico simbolo del Pride, la bandiera arcobaleno che colora intere giornate di manifestazioni in giro per il mondo, fu l’artista e attivista americano Gilbert Baker in occasione del gay pride di San Francisco del 25 giugno 1978.
A commissionargliela fu il politico Harvey Milk, militante del movimento di liberazione omosessuale, e il risultato fu una bandiera a 8 colori, oggi diventati 6, in cui ognuno ha il suo significato (rosa sesso, rosso vita, arancione salute, giallo luce del sole, verde natura, turchese arte, indaco armonia, violetto spiritualità.)

Oggi il lavoro di Gilbert Baker è forse il simbolo più riconosciuto della comunità LGBTQ+ mondiale e brand come Nike, adidas, Converse, Reebok, Ralph Lauren, Calvin Klein, Diesel, American Apparel, Balenciaga e Kipling si ispirano ai suoi colori per continuare a dare il loro sostegno a tutti gli individui, indipendentemente dalla loro identità di genere.
NIKE
Il colosso statunitense presenta il pack “BETRUE” 2019, una collezione di capi d’abbigliamento sportivi, accessori e, ovviamente, sneakers caratterizzati dai colori della bandiera.
Fra le sneaker troviamo le Air Max 720, le Air Tailwind 79, le Air Max 90, le Zoom Pegasus Turbo e le ciabatte Benassi JDI.
Ma non solo, Nike fornisce sostegno finanziario a 20 organizzazioni LGBTQ+, tra cui la GLBT Historical Society, l’Hetrick-Martin Institute, la National Gay Basketball Association e la You Can Play.

Converse
Converse sceglie, ancora una volta, i Glitter ma questa volta li colora di orgoglio. Le Chuck Taylor All Star sono un mix di scintillio e arcobaleni, ma è la linguetta ad accogliere l’elemento fondamentale della collezione, le date 1969-2019, ossia i 50 anni che segnano l’anniversario dai Moti di Stonewall, considerati un punto di svolta per i diritti della comunità LGBTQ+.

adidas
adidas lancia invece la capsule collection Love Unites, anch’essa una collezione di capi d’abbigliamento sportivi, accessori e sneakers tra cui annoveriamo le Continental 80, le Ozweego, le Nizza, le UltraBOOST 19, le Temper Run e le Adilette.

Reebok
Per il suo “Pride Pack” Reebok chiama in causa le Classic Leather, le Club C e le Freestyle Hi e tutte e 3 vengono investite dall’onda arcobaleno.

Ralph Lauren
Ralph Lauren colora il suo Polo Pony, l’iconico cavallino, ma non si ferma qui e decide di destinare il 50% dei ricavati alla Stonewall Community Foundation.
Calvin Klein
Anche Calvin Klein gioca con le vivaci cromie del Pride, ma oltre alla capsule collection Calvin Klein Pride, che comprende abbigliamento, accessori e underwear, lancia anche la campagna Nothing But Pride in #MYCALVINS.
I protagonisti? Indya Moore, Adrian Sotiris, Liam Daniels e Rozanne Verduin.

Diesel
Anche Diesel, come Ralph Lauren, trasforma il suo logo nel primo sostenitore del pride nella sua capsule collection 2019. Parte dei proventi andranno alla Stonewall Inn Gives Back Initiative.

American Apparel
Una capsule collection che comprende 3 item, di cui una già diventata famosa in passato.
La “Gay O.K.” t-shirt
Balenciaga
Anche Demna Gvasalia, creative director di Balenciaga, si unisce alla lotta per i diritti della comunità LGBTQ+ e lancia la sua Ville XS rainbow-striped bag.

Kipling
Anche Kipling, il brand fondato ad Anversa nel 1987, si unisce alle celebrazioni e lancia la sua collezione Pride, parte della più grande New Classics, ossia una rivisitazione dei modelli di archivio del brand.
Inoltre la VF Corporation, azienda madre di Kipling, per il terzo anno consecutivo è stata riconosciuta come miglior ambiente lavorativo per tutti i membri delle comunità LGBTQI+.
Un arcobaleno reale che ha raggiunto il punteggio massimo nell’indice 2019 della Corporate Equality, indetto da Human Rights Campaign, la più grande fondazione LGBT degli Stati Uniti.

Visto che ci siete, date un occhio alla bellissima campagna di Ikea e all’iniziativa di Netlfix dello scorso anno.