Dal 2002 IUTER ha fatto di loghi, scritte e fit sportivo i caratteri dominanti della sua produzione.
Dopo il rodaggio iniziale, il brand milanese ha preso anche altre strade, producendo linee diverse con concept stilistici diversi. Quello che non è cambiato in questi anni è la ricerca e la produzione di IUTER Corporate, la linea basica del brand che lo ha reso riconoscibile e apprezzato da tutti gli appassionati di streetwear.
I due giovani rapper, Rkomi e Sfera Ebbasta, scattati da Piotr Niepsuj presso la storica azienda di Cairate (dove da 15 anni il brand produce i suoi capi) sono i testimonial della nuova collezione autunno inverno 2017, già acquistabile sul sito IUTER.com.
La mobilità è qualcosa che da sempre registi, artisti e creativi di tutto il mondo hanno esplorato nei propri brainstorming plasmandola di volta in volta in miriadi di forme a volte realistiche, altre totalmente fantasiose.
Quante volte abbiamo voluto essere come Michael Knight a cui bastava parlare ad un fantomatico orologio per far arrivare KITT ovunque lui si trovasse e ci siamo ritrovati a chiedere a Siri dal nostro iWatch le indicazioni per andare al cinema. A piedi.
Probabilmente il futuro non sarà identico a Supercar (che non avremo mai il fascino di David Hasselhoff è già scontato) ma posso dire con certezza che a qualcosa di simile ci arriveremo.
Quello che ho scoperto è che la mobilità del presente e del futuro è autonoma, connessa ed elettrificata. E come dicono in Bosch l’obiettivo è: zero stress, zero incidenti e zero emissioni.
Come? Con una città del futuro dove tutti i mezzi di trasporto dovranno essere collegati gli uni con gli altri.
In questo “viaggio” all’interno dei padiglioni ho scovato prototipi di “macchine volanti”, sistemi che ti permettono di parcheggiare l’auto con lo smartphone (Automated Valet Parking), tunnel futuristici e auto senza il volante.
Di seguito trovate un po’ di immagini che vi raccontano visivamente quello che mi ha colpito. Non siamo ancora arrivati a livello Futurama (anche se qualcuno ci prova) ma di sicuro ci si prospetta davanti un futuro con una mobilità più comoda e sicura.
AMG Project One, Mercedes-Benz svela la sua hypercar
Per chi non s’accontenta del massimo, per chi vuole davvero capire quale sia il limite fisico esperibile guidando un’autovettura su un nastro d’asfalto nero, esiste una classe di fuoriserie ad elevatissime prestazioni: le hypercars.
Queste auto rappresentano la sintesi della ricerca tecnologica delle rispettive case produttrici, sono il prodotto finale, il risultato ultimo, il vertice della piramide. Prima arrivò Porsche, con la sua 918 Spyder. Seguì McLaren, con la sua P1 Infine, con il modello LaFerrari, Maranello chiuse il terzetto. Tutte ibride. Tutte col sistema KERS. Tutte con poco meno di mille cavalli.
Forte della serie – non ancora terminata – di successi nel campionato del mondo di Formula 1, Mercedes-Benz svela la sua hypercar, quella che promette di azzerare tutta la concorrenza, fino ad oggi apparentemente irraggiungibile.
Come la monoposto da cui deriva, l’ AMG Project One monta un V6 1.6-L turbo, progettato da Mercedes-AMG High Performances e dagli ingegneri del team Mercedes-AMG Petronas Motorsport. Ha l’iniezione diretta, monta una singola turbina e ha delle valvole a controllo pneumatico grazie alle quali può urlare fino a 11,000 giri/minuto. In aggiunta, ci sono quattro motori elettrici, che lavorano in perfetta sinergia con quello atmosferico.
Numero di cavalli? Mille. Scatta da 0 a 200 km/h in sei secondi. Raggiunge con facilità i 350 km/h.
Sarà prodotta in solo 275 esemplari, già tutti venduti – tre, apparentemente, su suolo italiano. There you go, lucky boys…
AMG Project One, Mercedes-Benz svela la sua hypercar
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AMG Project One, Mercedes-Benz svela la sua hypercar
AMG Project One, Mercedes-Benz svela la sua hypercar
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A piedi tra Dolomiti e Alta Val Badia
Così note e così capaci di stupire ad ogni nuova visita, così imponenti ma anche così fragili, così immobili e ferme e così mutevoli: sono tornata in Dolomiti per un weekend, ho visto di nuovo le Tre Cime ma prendendo un sentiero nuovo, e poi mi sono spostata in Alta Badia, camminando nell’erba verdissima.
Lassù è estate, e tutto è cambiato: torno alle Tre Cime per vederle libere dalla neve, circondate dai fiori che sbocciano in questo periodo. Faccio una strada diversa, al Rifugio Lavaredo andiamo a destra, sul 104, che porta al Rifugio Pian di Cengia, facendo una deviazione verso il silenzio, quello che è giusto ci sia in questi luoghi. Camminiamo sotto il sole caldo di una giornata di metà luglio, alcune volte siamo sul punto di rinunciare, ma poi succede che lo spettacolo che ci circonda e le montagne che continuamente ci osservano, ci spronano a continuare.
La montagna infatti ripaga sempre, e quel giorno la fatica l’ho dimenticata facilmente e all’improvviso, di fronte a dei panorami stupendi: è successo prima di raggiungere il Pian di Cengia, sulla sinistra del sentiero, guardando giù verso i Laghi dei Piani, poi al rifugio, che è una sicurezza immersa nelle rocce, e poi ancora lungo la strada che dal Pian di Cengia conduce al Locatelli: c’erano fiori gialli, i papaveri di montagna, che crescono sulla roccia, c’erano i Laghi dei Piani, non più coperti di neve e ghiaccio ma azzurri e circondati dal prato. C’erano i pendii verdi, illuminati dalla luce di un tramonto estivo, così perfetti in quell’aura dorata. E poi le Cime: ci siamo sedute di fronte a loro, e le abbiamo guardate e basta, per un tempo che non riesco nemmeno a ricordare.
I giorni successivi camminiamo in Val Badia, andando alla ricerca di percorsi poco frequentati, fidandoci di chi questi posti li ama con tutto il cuore. Con Valentina e Ruggero abbiamo studiato diverse mappe e deciso di fare un percorso ad anello risalendo la Valle di Antersasc, verso il Rifugio Puez, passando per prati immensi, che d’estate diventano casa per pecore, mucche e cavalli non domati, arrampicandoci su rocce quasi lunari, che per gran parte dell’anno rimangono nascoste dalla neve e avendo sempre come sfondo parte della catena della Dolomiti Ampezzane. Ci fermiamo più volte per chiamarle per nome finché non raggiungiamo la nostra casa per la notte, il Rifugio Gardenacia. Non ci allontaniamo dalla natura quella sera e non lasciamo lo sfondo che ci accompagna dalla mattina: di fronte al Gardenacia si vede la Marmolada, con la sua immensa bellezza. Si vedono leTofane, la Civetta e il Pelmo, la montagna preferita da Valentina.
Ci addormentiamo di fronte a loro e ci risvegliamo lassù, e il panorama è ancora più bello.
ASICSTIGER lancia le GEL Kayano Trainer Knit Twisted Yarn
Per la stagione autunnale ASICSTIGER lancia come grande novità il nuovo modello GEL Kayano Trainer Knit Twisted Yarn caratterizzato, ancora una volta, dalla lavorazione della tomaia
Nelle colorazioni Black, Peach e la più femminile Blue, la tomaia Twisted Yarn è caratterizzata da un particolare processo di filatura che intreccia insieme due colori di filato fin dall’inizio della lavorazione dando al pattern un effetto luminoso e dettagliato.
Ad accompagnare il lancio del nuovo modello è il nuovo capitolo della campagna “I am Self. I am Tribe” che ha come protagonista il rapper italiano Emis Killa.
Ambientato nel contesto urbano e dinamico di Milano, il video racconta l’impegno, la dedizione, il sacrificio e il dietro le quinte della vita di uno dei rapper più autentici della scena italiana.