Belle scatole di fiammiferi dall’ex Unione Sovietica
Nel mondo dell’arte ci sono fonti di ispirazione insolite, piccoli oggetti che catturano l’occhio di grafici e illustratori, oppure diventano la superficie sulla quale sperimentare idee creative. Una scatola di fiammiferi può essere uno di questi oggetti, tanto da diventare pezzo da collezione o da essere raccolto in un libro, che ne metta in risalto un’ insospettabile storia grafica. Matchblock è il libro, aggiornato da Jane McDevitt di Maraid Design e realizzato in collaborazione con Neal Whittington di Present & Correct, che raccoglie 400 disegni presenti sulle scatole di fiammiferi dagli anni ’50 agli anni ’80. La selezione comprende scatole provenienti dai paesi del bloccoorientale come Russia, Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria e Germania. Le illustrazioni inquadrano perfettamente l’arte di quel preciso luogo e momento storico, con colori e forme da cartellonistica di partito e temi dibattuti in quei decenni, soprattutto in Russia, come la corsa alla conquista dello spazio o la crescita industriale.
Qui di seguito potete dare un’occhiata ad alcune delle scatole inserite nel libro.
Inaugura a Roma la nuova mostra di Okuda San Miguel
Sbarca a Roma nella sede della Dorothy Circus Gallery di Via dei Pettinari 76 il focus show dedicato all’artista spagnoloOkudaSanMiguel. L’evento, che durerà fino al 30 ottobre, anticipa l’inaugurazione di Freedom is the New Rainbow, la prima personale per Okuda in Inghilterra, programmata per il 24 settembre a Londra. Nelle due capitali l’artista porterà il suo consueto arcobaleno di colori, ispirati a Madrid – città natale di Okuda – dentro a forme geometriche che come in un mosaico disegnano i soggetti delle opere. Proprio i soggetti rappresentano una delle recenti novità nella produzione artistica dell’artista pop surrealista. Sono stati rielaborati simboli della cultura inglese come la regina, la Union Flag o le guardie di Buckingham Palace, ma anche il logo dei Wu-Tang, Spongebob la Statua della Libertà, simbolo preciso della poetica di Okuda, da sempre legato ai temi della libertà di espressione e all’attivismo per i diritti civili.
Solito prendere spunto da tutte le esperienze di vita, Okuda ha ripensato all’ultimo anno di pandemia, che ha tolto proprio la libertà di vivere relazioni e connessioni umane. Nelle opere si può riconoscere quindi un cambiamento nella rappresentazione e nel modo di interpretare i soggetti, non cambia invece la grande visione e il suo stile vicino alla Street Art, che lo identifica come uno dei nomi più interessanti del panorama artistico contemporaneo.
“Vibrations”, questo il titolo della mostra, offre una serie di tele inedite che l’artista ha realizzato per smuovere da dentro lo spettatore e trasportarlo nel suo mondo di colori e bombolette spray.
Noi di Colleter.al siamo andati all’inaugurazione, rimanendo affascinati dai lavori e soprattutto dalla personalità esuberante dell’artista, presente all’evento. Abbiamo, così, avuto la fortuna di fare qualche domanda a JonOne e scoprire un altro piccolo pezzo del suo immaginario e del suo mondo. Leggete qui sotto la nostra intervista e se non ci siete ancora stati fate una salto alla Wunderkammern, in via Nerino 2. Avete tempo fino al 9 ottobre!
Uno dei suoi successi più importanti è stato quando sei stato insignito della Légion d’honneur dalla Repubblica francese e la tua opera intitolata “Liberté, Égalité, Fratenité” è stata esposta all’Assemblée Nationale. Ti ricordi cosa hai provato quel giorno?
Sai, venendo da Harlem, con origini domenicane e vivendo in Francia, credo di rappresentare tante culture diverse, quindi quel giorno ho avuto la sensazione che la Légion d’honneur non fosse solo per me. Alla fine il mio successo lo devo a tante persone che fanno parte della mia vita, che mi supportano e che mi incoraggiano tutti i giorni. Per questo la Légion d’honneur non era soltanto per me, ma anche per tutte queste persone.
Cosa vuoi comunicare attraverso le tue opere d’arte? Quali reazioni speri di ottenere dal pubblico che le guarda?
Vorrei che guardassero il mio lavoro in modo astratto e che ne comprendano la complessità e il mondo da cui deriva. Molte volte la gente mi chiede cosa cerco di esprimere con la mia arte e la risposta è che cerco di esprimere i miei sentimenti e di comunicare con gli altri. Spero solo che le persone possano capire l’evoluzione del mio lavoro e lasciarsi trasportare alla scoperta del mio mondo, perché la mia arte è frutto di un percorso lungo e quando la gente vede un’opera in realtà sta guardando solo un piccolo pezzo della mia storia. E poi, ovviamente, cerco di ispirare le persone.
Sono passati 40 anni da quando hai dedicato la tua vita all’arte e in questo tempo il mondo e anche la scena artistica sono cambiati molto (basta pensare a NFT e alla cripto arte). Come fai a rimanere fedele a te stesso e allo stesso tempo essere sempre originale in un mondo che cambia così velocemente?
Il mondo sta decisamente cambiando velocemente, specialmente ora: vent’anni fa chi avrebbe mai immaginato che il 2020 sarebbe stato così e avrebbe portato tutto quello che è successo e avrebbe innescato dei cambiamenti che continueranno esserci anche nei prossimi anni. Avremo sempre più cambiamenti anche perché le giovani generazioni sono più consapevoli, ma anche più creative e artisticamente attive. Credo davvero che per i giovani questo sia il periodo migliore in cui vivere. Personalmente sono così onorato di essere ancora in grado di dipingere, di essere creativo e soprattutto di avere una voce. Il mondo sta cambiando ma penso che questo sia un periodo interessante per l’umanità, un momento in cui abbiamo smesso di vivere nel passato.
Esiste un legame sottile tra limite e possibilità. Dove una cosa finisce inevitabilmente ne comincia un’altra, ma serve uno sguardo creativo per vedere l’occasione al di là del limite.
Nell’universo artistico di Sophie de Oliveira Barata, reale e possibile si fondono in uno spazio intermedio, qui prendono vita le sue protesi alternative. Fondatrice di Alternative Limb Project, Sophie ci mostra cosa succede quando l’arte si apre all’innovazione biotecnologica.
Parliamo del nostro corpo e della sua apparenza, un tema intimo e fondamentale nell’espressione di sé. Per questo a una ricostruzione simmetrica e realistica dell’arto, l’artista ne affianca anche un’altra, che celebra l’individualità e racconta la storia di chi lo indossa.
Dalle richieste fantasiose di una piccola paziente, nasce l’intuizione di Sophie che nei suoi lavori ci presenta una realtà inedita, dove la diversa anatomia dei corpi diventa il punto di partenza per veri e propri pezzi d’arte.
Grazie alla sua esperienza in campo medico e artistico, Sophie lavora fianco a fianco con i suoi clienti per comprenderne le necessità. L’obiettivo è cogliere il loro gusto e stile personale per trasformarlo, insieme a un team di modellatori 3D e specialisti di elettronica, in una protesi funzionale e dal design irripetibile.
Parlare di arti bionici personalizzati sarebbe riduttivo, i lavori dell’artista non si fondono perfettamente solo con il corpo che li indossa ma ne esaltano l’unicità, creando una nuova armonia come in Synchronized, dove viene volutamente evidenziata la forma del braccio naturale.
Ogni opera è frutto dell’immaginazione dell’artista che interpreta creativamente il personale il progetto di vita dei suoi clienti. Con un approccio sempre diverso, Sophie ci tiene sospesi sul confine tra reale e possibile, aprendoci a un’idea fluida e dinamica di corpo, a un’evoluzione mai rigida e in costante divenire.
È ufficialmente finita l’estate, è cambiato il modo in cui vestirsi e gli orari in cui andare a letto e svegliarsi. Come ogni anno ci rimangono 10 giga di foto e video e una serie di bei ricordi, come per esempio il parziale ritorno ai concerti live e ai festival. Parlando di eventi musicali, uno degli appuntamenti più interessanti dell’estate è stata la prima edizione di OperaFestival, nella bellissima cornice siciliana di Milo, paesino ai piedi dell’Etna. Tra pietre vulcaniche e sabbia nera, che hanno creato una scenografia suggestiva per live, talk, workshop e tutte le altre attività collaterali. Opera Festival 2021, ispirata all’opera “Genesi” di Franco Battiato, è stato anche un modo per ripensare all’importanza dei festival come strumento per rilanciare il turismo. Le esperienze naturalistiche da vivere sul territorio, hanno creato un programma di eventi attivo e dinamico, un valore aggiunto per un festival, che pur alla sua prima edizione, è riuscito a dialogare con i turisti e con gli abitanti del posto.
Il conto alla rovescia per l’edizione 2022 è già partito. Per ingannare l’attesa vogliamo lasciarvi qualche consiglio pratico per vivere al meglio i giorni del festival, nei momenti in cui non sarete impegnati sotto al palco, oppure a imparare a giocare a carte o fare la maglia con gli anziani del paese.
Le visite in cantina
Il suolo fertile dell’Etna fa si che Milo sia una straordinaria terra di vigneti, da cui nascono vini apprezzati in tutto il mondo. Tra un filare e l’altro ci sono cantine che si possono visitare, come “I Vigneri 1435” di Salvo Foti, che produce vini naturali, così come Cantine Benanti, dal 1734 punto di riferimento per la produzione vitivinicola mondiale. Per godersi una notte a Milo la soluzione è Barone di Villagrande, wine resort immerso tra le vigne.
Passeggiata nel bosco per vedere L’Ilice di Carrinu
La natura crea a Milo luoghi magici, quasi incantati, come il gigantesco e secolare Leccio, albero di oltre 700 anni. Il tronco largo più di 5 metri e i rami hanno abbracciato gli ospiti di Opera Festival durante il live di Alessio Bondì, realizzando una connessione magica tra uomo e natura.
Le grotte da esplorare
L’azione del vulcano nel corso dei secoli ha creato nel territorio di Milo numerose grotte, alcune ancora sconosciute ed altre da esplorare grazie ad escursioni organizzate sul territorio. Tra le grotte più note ci sono quella Gelo e quella di Serracozzo, dentro la quale avventurarsi come fosse la porta per un nuovo mondo.
La Sasizza di Turi Sciuto
Inutile fingere di voler portare avanti ogni proposito di dieta quando si arriva a Milo. Le tentazioni sono tante, tra queste soprattutto la SasizzadiTuri Sciuto, lavorata a mano dall’antica macelleria sul corso principale di Milo
La pizza fritta del bar i cinque Tigli
Ok, due motivi su cinque per visitare Milo hanno a che fare con il cibo, ma qui la questione è seria. La gigantesca pizza “La siciliana”, di pasta fritta e farcita, per dire, con Tuma e acciughe, è un buon motivo per prenotare già il vostro volo per Opera Festival 2022.