Tatiana Leshkina propone con occhi narratori una visione alternativa della relazione uomo-spazio attraverso personaggi “artificialmente ciechi”.
Le loro pupille se pur presenti non sono mai messe in primo piano, infatti, si tratta di occhi rintanati nel blu denim o persi tra i drammi dai ciuffi rubino, che velati da un’aura di mistero, ti sfidano a cercarli, a capire quale sfumatura sentimentale li personifica.
Quindi, vincere la sfida e andare oltre quel contorsionismo che nasconde semplici movimenti naturali, resi artificiosi dal “contorno scenografico sociale”, per capire la realtà e svelare l’antitesi tra i contraddittori stereotipi storico-fisici, capaci soltanto di sfociare in un fiume di crisi.