Una Boccata d’Arte, South Edition

Una Boccata d’Arte, South Edition

Giorgia Massari · 2 mesi fa · Art

Il nostro viaggio tra i venti borghi italiani, scelti da Una Boccata d’Arte come tappe d’arte di quest’anno, continua a sud della penisola. Il progetto di Fondazione Elpis – di cui vi abbiamo parlato qui – nasce con l’intenzione di sviluppare un rapporto tra la storia, la conformazione del luogo e la pratica creativa di ogni artista selezionato, promuovendo al tempo stesso la valorizzazione di bellissimi borghi pressoché sconosciuti.

Se la settimana scorsa ci siamo concentrati sulle tappe nordiche dell’Italia, fermandoci in Umbria, oggi proseguiremo, partendo dal Lazio fino ad arrivare in Sicilia. Vi ricordiamo che i borghi – con i loro relativi progetti – sono visitabili per tutta l’estate, fino al 24 settembre.

#11 Laetitia KY, Follow the Braid  (Lazio)

Il piccolo borgo di Rocca Sinibalda, in provincia di Rieti, viene “affidato” all’artista e attivista ivoriana Laetitia KY (1996). La ricerca di Laetitia si sviluppa intorno al concetto di metamorfosi, per questo, in questo senso, Rocca Sinibalda si rivela interessante per l’artista che si ritrova ad indagare la storia e le simbologie del Castello delle Metamorfosi presente nel borgo. Il nome deriva dagli affreschi interni che raffigurano scene tratte dal poema epico di Ovidio – Le metamorfosi per l’appunto – riprese qui da KY in chiave femminista. L’artista realizza la scultura di una donna a dimensioni reali e la posiziona al centro della piazza. L’opera, dal titolo “Follow the Braid”, si pone “al servizio della lotta femminista” rappresentando tutti i modi in cui le donne si “trasformano” per adattarsi al luogo in cui si trovano. L’opera è composta dalla scultura centrale e da una serie di fotografie situate nei luoghi più nascosti del borgo, a quali si giunge seguendo le trecce che si snodano dalla figura della donna.

Laetitia KY, Follow the braid, Rocca Sinibalda (RI), Lazio. Ph Monkeys Video Lab.

#12 Margherita Raso, Eight Types of Whistle (Marche) 

A Petritoli, in provincia di Fermo, nelle Marche – Una Boccata d’Arte presenta “Eight Types of Whistle” di Margherita Raso, un’installazione sonora multicanale in una composizione corale di fischi umani. In questo sistema si riflette il delicato sistema di lavoro collettivo del teatro, le sue regole e il dietro le quinte. Ci si concentra sul ruolo semantico del suono-fischio, ricco di significati eterogenei. A cura di Riccardo Tonti Bandini, l’intervento si collega all’esterno del teatro a che attraverso una serie di immagini che riprendono la forma del manifesto, affissi per le vie del borgo costrundo la rappresentazione dell’azione sonora.

Margherita Raso, Eight Types of Whistle, Petritoli (FM), Marche. Ph Michele Alberto Sereni

#13 Simone Carraro, Sagra della Lucertola (Abruzzo)

In Abruzzo ci ritroviamo a Pietracamela, in provincia di Teramo, con “Sagra della Lucertola” di Simone Carraro. A cura di Andrea Croce, il lavoro dell’artista è fortemente condizionato dai luoghi e dai contesti con il quale entra in relazione. I medium sono la performance musicale e le arti visive evocando una scena carnevalesca che ha come scenario il borgo semi abbandonato, brulicante di muschi e piccoli rettili. Al momento dell’inaugurazione, il pubblico è stato accompagnato per tutto il percorso da performer e musicisti che suonano strumenti dalle sembianze di lucertole. Queste sculture sonanti realizzate dall’artista sono poi state riallestite nel borgo per tutta la durata del progetto.

Simone Carraro, Ph Andrea Fiordigiglio.

#14 Diego Miguel Mirabella, Il buffone (Molise)

Agnone, in Molise, è il punto di riposo de “Il buffone”, l’opera di Diego Miguel Mirabella (1988). L’opera, che ha l’aspetto di un arbusto senza foglie, rappresenta un cantastorie che vaga da paese a paese raccontando le vicende romanzate accadutegli. Paradossale è la forma scelta dall’artista – un arbusto saldo al terreno – impossibilitato dunque a muoversi. La malinconia che la scultura in bronzo scaturisce, porta lo spettatore a domandarsi come un personaggio avventuroso possa essersi tramutato in un essere tanto statico. L’artista, che lavora intrecciando scultura e poesia, racchiude in un unico elemento una moltitudine di storie e di culture toccando passato, presente e futuro.
L’artista, per la realizzazione, ha lavorato con la Pontificia Fonderia Marinelli, situata proprio ad Agnone, confrontandosi con le tradizioni millenarie del luogo. In particolare, la Fonderia Marinelli, realizza dal 1040 le campane dei Papi, oltre a raffinatissimi strumenti musicali.

#15 Serena Vestrucci, Abbronzatissimi Pallidissimi (Campania)

Nel borgo di Cetara, in provincia di Salerno, spuntano dei pupazzi di neve. Si tratta dell’opera dell’artista Serena Vestrucci, che si inserisce nel luogo con l’intenzione di creare un forte contrasto visivo e sensoriale. Con queste sculture “perturbanti”, Vestrucci vuole invitare i visitatori a riflettere sul tema dell’accoglienza e sull’effimero. Le opere sono infatti realizzate con il sale marino, rivelando in un certo senso, attraverso i materiali, la vicinanza al luogo, ma allo stesso tempo la loro fugacità. I tre pupazzi di neve si stima che dureranno una sola estate, sciogliendosi e scomparendo sul terreno.

Serena Vestrucci, Abbronzatissimi Pallidissimi, Cetara (SA), Campania. Ph Danilo Donzelli

#16 Evita Vasiļjeva, Barely Invisible Cities (Puglia)

Il titolo dell’opera – “Barely Invisible Cities” – scelto dall’artista lettone Evita Vasiljeva per la sua opera situata a Maruggio, si rifà a “Le Città Invisibili” di Italo Calvino. Proprio come Calvino restituisce il racconto intimo di ogni città attraverso i racconti degli abitanti, anche Evita si immerge nel territorio, rapportandosi con i maruggesi durante l’inverno, ascoltando le loro storie. L’artista nota una costante, un elemento ricorrente sia visivamente che oralmente: quello della recinzione. In questo senso, per scardinare la semantica dell’oggetto, che inevitabilmente rimanda ad un ostacolo o ad un impedimento, Vasiljeva realizza tre portali in corten dal tipico aspetto arrugginito delle inferriate ma che diventano qui prive della loro funzione. I portali non separano ma anzi, invitano alla sosta grazie alla presenza di elementi sui quali è possibile sedersi. L’opera è promuove l’unione e lo scambio, sottolineando l’importanza di incontrarsi e ritrovarsi.

Evita Vasilijeva, Barely Invisible Cities, Maruggio (TA), Puglia. Ph Christian Mantuano

#17 Arianna Pace, Me ne andrei nella roccia della Lieta (Basilicata) 

“Me ne andrei nella roccia della Lieta” è l’opera realizzata da Arianna Pace per la tappa lucana a Rivello, in provincia di Potenza. La “Lieta” è un luogo indecifrabile, rigugio immaginario per ritrovare una pace perduta al fine di allontanarsi dalla vita sociali, isolati nella natura. Per questo, nell’uso dialettale il nome dell’opera si può tradurre in italiano con “me ne andrei in un luogo di calma”. La Valle del Noce, dove si affaccia Rovello e i comuni vicini, è continua creazione del fiume Noce. Qui l’opera si sviluppa che si interroga sul paesaggio assumendo la forma di un landscape archive.

Arianna Pace, Me ne andrei nella roccia della Lieta, Rivello (PZ), Basilicata. Ph Gabriele Fanelli

#18 Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, d’io, bio (Calabria)

La ricerca di Mohsen Baghernejad Moghanjooghi (1988) ruota intorno al rapporto tra l’uomo e il tempo, che nel borgo calabrese di Santa Severina si traduce in tre opere nelle quali la parola acquista tangibilità. Le tre opere – costituite da lastre di marmo – nascono a seguito di uno scambio epistolare con l’artista Lawrence Weiner, uno dei pionieri del movimento concettuale degli anni ’60 e ’70, che fu in grado di cambiare completamente la percezione del tempo di Mohsen, influenzandolo in maniera determinante.

Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, d’io, bio, Santa Severina (KR), Calabria. Ph Matteo Gregoraci

#19 Ella Littwitz, Axis Mundi (Sicilia) 

Passando alla Sicilia, Una Boccata d’arte presenta “Axis Mundi” di Ella Littwitz a Pollina, in provincia di Palermo. L’artista israeliana ha realizzato uno studio del territorio nato dall’incontro con Giulio Gelardi – storico, botanico militante e coltivatore di manna, antica coltura del territorio madonita. L’opera non è altro che un obelisco da collocare nel luogo più alto del borgo, dove in passato sorgeva il punto trigonometrico utilizzato per la mappatura dell’intera area. “Axis Mundi” (che tradotto in italiano significa “Asse del mondo”) riafferma l’interdipendenza ontologica fra il regno vegetale e animale, i fenomeni celesti e gli esseri umani.

Ella Littwitz, Axis Mundi, Pollina (PA), Sicilia. Ph Roberto Bocaccino

#20 Raffaela Naldi Rossano, SERPENTINA. Per un mūsēum senza tempo (Sardegna)

La comunità di Belvì, in provincia di Nuoro, è posta a confronto con la sacralità della natura dall’artista Raffaela Naldi Rossano attraverso una serie di opere diffuse sul territorio. L’opera è concepita dall’artista, partendo dall’osservazione della collezione del futuro Museo di Scienze Naturali del borgo e dalla lettura di una lettera del carcere di Gramsci nella quale esplora l’archetipo del serpente in chiave a-temporale. Dunque, scienza e credenze popolari si incontrano in un’installazione video, in una performance con le donne del coro del paese e nelle ceramiche che prendono la forma del Gongilo, l’animale descritto da Gramsci.

Raffaela Naldi Rossano, SERPENTINA Per un mūsēum senza tempo, Belvì (NU), Sardegna. Ph Gianluca Muscas

Per più informazioni consultare il sito di Una Boccata d’Arte.

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Chi è la Malafemmina di Marco Rambaldi?

Chi è la Malafemmina di Marco Rambaldi?

Anna Frattini · 1 giorno fa · Style

Marco Rambaldi fa sfilare la sua idea di Malafemmina, supported by Zalando. In una Milano Fashion Week fitta di eventi, la libertà e la consapevolezza che si respirano da Rambaldi sono una sicurezza. Fra la flora di Floricoltura Radaelli a Dergano inizia una sfilata a piedi nudi, con le scarpe in mano. Ma chi è la Malafemmina secondo Marco Rambaldi e cosa vuole comunicarci?

marco rambaldi

La Malafemmina portata in passerella da Rambaldi è libera, sincera, consapevole e forte nei suoi cosiddetti difetti. Libertà, sembra questa la parola chiave per capire chi è la donna che il brand bolognese ha voluto portare in passerella. Una donna che veste uncinetti, trasparenze e frange che la rendono felicemente maledetta. Fiera di quello che è. Questo concept vuole ricordare tutte le donne che sono state additate come meretrici, malafemmine appunto.

Nell’ultima collezione – Supernova – Rambaldi si è concentrato sulla notte, su chi siamo di notte e ora affronta la penombra. Un luogo dove i confini non sono più tanto chiari e che grazie a questo ci rende liberi. La donna immaginata da Marco Rambaldi indosserà zoccoli altissimi, slingback affilate e frange che incoraggiano la spontaneità del movimento. Insomma, la donna di Marco Rambaldi ci ricorda tutte le donne che – addidate come meretrici – ci hanno condotto sulla via della libertà. Da Bettina, la giovane bolognese arrestata dall’inquisizione nel 1662 fino Modesta, protagonista di L’arte della gioia di Goliarda Speranza, e pronta a fare qualsiasi cosa in nome della libertà. Sfrontatissima ed eroica.

A volte i sortilegi della mente non bastano, bisogna aggiungere l’ardore del cuore, tu trina Ecate
sussurrami le lettere della ragione. Le imprecazioni delle negromanti sembrano profetizzare e rispondere
alle domande. Perché fermarci? Non è il momento.

Recita così la nota di sfilata, un pensiero che va a tutte le donne liberate dagli stereotipi e dai sensi di colpa. A chiudere la sfilata, non poteva mancare Minuetto di Mia Martini. Un omaggio alla cantautrice italiana nata il 20 settembre 1947.

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La prima collaborazione di Nike con Feng Chen Wang

La prima collaborazione di Nike con Feng Chen Wang

Anna Frattini · 12 ore fa · Style

Nike è un brand con alle spalle tantissime collaborazioni. Ma chi è la designer dietro all’ultima partnership? Parliamo di Feng Chen Wang, una delle designer cinesi emergenti più interessanti in circolazione. Ma scopriamo qualcosa di più sulla Nike x Feng Chen Wang collection, pronta a rompere le regole dello sportswear reinterpretando i grandi classici del brand.

Una collab che guarda al futuro dello sportswear per come lo conosciamo, pensando agli atleti del futuro. Il tutto con una buona dose di sperimentazione e know-how nell’impiego di metodi innovativi che incontrano i gusti di tutti. Senza pensare al gender o all’età. Insomma, la ricetta perfetta per una partnership destinata a spopolare fra gli innovatori dello sportswear.

La protagonista di questa collezione è sicuramente la Transform Jacket: un pezzo che rispecchia in pieno il motto della designer cinese. Fend Chen Wang crede infatti che possedere di meno significhi possedere di più. La versatilità diventa quindi centrale per un capo come la Transform Jacket che si può indossare in molte occasioni diverse.

Sostenibilità e attenzione alla questione ambientale sono due aspetti fondamentali per Wang che pensa anche a cosiddette engineered knits, crop top e reggiseni sportivi e calze ad hoc per un look versatile. Ci troviamo quindi davanti a una collezione che mette insieme innovazione e il tocco personale della designer, senza lasciare indietro lo sportswear tradizionale.

Il lancio di questa collezione avverrà il 28 settembre sia su fengchenwang.com, SNKRS e in alcuni store Nike selezionati.

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La Forum Mod reinventa un’icona

La Forum Mod reinventa un’icona

Anna Frattini · 2 giorni fa · Style

La Forum Mod è una scarpa che nasce dal desiderio di reinventare un’icona, quella della Forum, una scarpa simbolo degli anni ‘80 che ha conquistato anche sportivi del calibro di Micheal Jordan. La sua silhouette rispecchia la capacità di adattarsi a molti stili tra cui il Norm core e lo Skate core come vedremo in alcuni scatti che abbiamo selezionato per raccontare la scarpa a Milano.

Un design che rinnovandosi continua a stupirci e si sposa con fit puliti dalle linee semplici. Basta una canotta e un pantalone beige per valorizzare la sneaker ed elevare il look. Tutto questo grazie ai dettagli che rendono la silhouette della scarpa al passo coi tempi, fra cui le Three Stripes seghettate – questa volta su uno sfondo a rete – e un heel allungato che, insieme alla midsole alta, rendono la Forum Mod unica nel suo genere. 

Negli scatti di Andrés Juan Suarez – intrise di suggestioni tipicamente legate alla skate culture – la scarpa si adatta alla perfezione al look indossato da Davide Maestrutti a suo agio anche sulla BMX o pronto a prendere in mano la tavola in ogni momento come nel caso delle immagini che coinvolgono Antonio Rinaldi. Praticità e un effortless coolness uniche accompagnano la Forum Mod negli scatti di Walter Coppola, raccontando uno stile pulito vicino al Norm core su Matteo Andreini e Antony Nano.

Ph. courtesy Andrés Juan Suarez e Walter Coppola.

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Stories on Zalando ci ispira a comprare consapevolmente

Stories on Zalando ci ispira a comprare consapevolmente

Collater.al Contributors · 3 giorni fa · Style

Siamo volati a Berlino per il lancio di Stories, una nuova sezione di Zalando in collaborazione con Highsnobiety. Il progetto punta a diventare un nuovo hub di contenuti ispirazionali, concepito per intrigare e coinvolgere i clienti catturando la loro attenzione. Il target, infatti, è ben definito e i prodotti valorizzati nel contesto di questa sezione.

In occasione del lancio, Zalando ha coinvolto anche Charli XCX, Sega Bodega, cantante e produttore musicale, Taiga Sato – hair stylist visionario – e di Misha Todirascu, floral designer. Quattro creatività molto diverse che si sono intrecciate alle performance e al Dj set di DJ Aya e Saint Cabocio.

L’intenzione di questo lancio si ripromette di ispirare con storie di moda coinvolgenti e ricche di spunti per chi vuole elevare il proprio modo di comprare su Zalando. Ogni settimana, il feed proporrà contenuti creati in collaborazione con voci giovani, emergenti ma anche affermate che stanno plasmando la nuova generazione di creativi al lavoro nel mondo del fashion.

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