KAWS firma una nuova collezione per UNIQLO

KAWS firma una nuova collezione per UNIQLO

Collater.al Contributors · 5 giorni fa · Art, Style

UNIQLO lancierà la nuova collezione UT di t-shirt in collaborazione con KAWS insieme a un art book edito da Phaidon il prossimo 7 settembre nei negozi del brand giapponese di tutto il mondo. Una collaborazione che vuole consacrare tutti i personaggi simbolo dell’artista – COMPANION e BFF – stampati su t-shirt e felpe unisex e per bambini ma ci sarà anche una serie di gift in edizione limitata per chi acquisterà l’art book e la collezione. Insomma, una collezione pensata per gli appassionati delle opere di KAWS – all’anagrafe Brian Donnely – che parla così di questo progetto: «Sono lieto di lanciare in esclusiva il mio nuovo libro Phaidon Contemporary Artist Series con il mio partner di lunga data Uniqlo».


In tutto i pezzi di questa collab saranno cinque, tre t-shirt e due felpe sia in bianco che in nero. Tutti pezzi tanto semplici quanto simpatici per chi ama l’estetica che contraddistingue le opere dell’artista newyorkese che ha costruito una carriera di successo grazie all’ irriverenza e all’umorismo dei suoi personaggi. Insomma, una delle tante collaborazioni che aggiungono un tocco di creatività alle classiche t-shirt UNIQLO.

Sul sito UNIQLO si possono trovare tutte le informazioni sul lancio e sugli omaggi.

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Arte e AI: gli effetti sul futuro

Arte e AI: gli effetti sul futuro

Giorgia Massari · 1 mese fa · Art

Si discute spesso dell’influenza dell’Intelligenza artificiale nel mondo dell’arte, un tema che assume una posizione vacillante e controversa in molti casi. Come noi, tanti altri si stanno chiedendo cosa comporti la presenza dell’AI in campo artistico. Se va a intaccare in modo negativo la creatività umana oppure se può avere la facoltà di diventare un vero e proprio medium. Questa volta è la Villa Reale di Monza ad ospitare una mostra che si pone questi interrogativi. Il progetto genAI, ideato da Francesco Stranieri e curato da Vittoria Mascellaro, ha inaugurato lo scorso primo settembre la mostra dal titolo “The Rights from Future Generations – A perspective on (A)rt and (I)nnovation” che rimarrà aperta fino a fine mese.

Francesco D’Isa, dalla serie “Errori”

Il progetto mette a confronto opere create senza il supporto dell’Ai con altrettante realizzate grazie all’Intelligenza Artificiale. L’intenzione è quella di approfondire e di discutere gli interrogativi etici in merito all’utilizzo di questo mezzo. Il focus è posto in particolare sugli effetti che l’AI sta avendo sulle nuove generazioni di artisti e dunque sul futuro dell’arte contemporanea. In questo senso, la prima parte del percorso è dedicata alle nuovissime generazioni. Un comitato di esperti ha infatti selezionato le opere di giovani artisti provenienti da istituti superiori, creando un dialogo con artisti più affermati, esposti nella seconda parte del percorso. 

Andrea Meregalli

Francesco D’Isa, Roberto Fassone e Andrea Meregalli sono i protagonisti di questa seconda sezione. Osservando le opere è chiaro come l’AI sia parte integrante della loro ricerca artistica, ma è necessario approfondirle per comprenderne l’utilizzo. Attraverso l’analisi delle opere in mostra e del loro processo creativo, emerge come l’AI diventi un vero e proprio mezzo senza sostituire creatività e genialità.

Nel caso di Francesco D’Isa, il focus è posto sull’errore. La sua produzione artistica si serve di Midjourney e/o di Stable Diffusion, due software text-to-image. Nella serie presentata a Monza – dal titolo “Errori” – D’Isa sottolinea il margine di errore di un mezzo non ancora del tutto affinato e sceglie di rendere protagonista proprio questo aspetto. «I lavori sono frutto di prompt sbagliati, ovvero costruiti in modo tale da dar luogo a immagini impreviste, inaspettate, in zone lontane dello spazio latente dell’AI.» – afferma Francesco – «Per molte persone questi bug sono, per l’appunto, errori. Ma a dimostrazione che nell’atto creativo umano é fondamentalmente una scelta e in esso risiede l’unica condizione necessaria del fare arte, ecco che gli errori diventano il risultato finale.»

Francesco D’Isa, dalla serie “Errori”

Roberto Fassone presenta  “And we thought”, un progetto che esplora il concetto di autorialità nell’arte, sfruttando un’intelligenza artificiale chiamata Ai Lai, sviluppata dallo stesso artista e da Sineglossa, capace di descrivere esperienze psichedeliche. Durante i suoi primi mesi di esistenza, ha prodotto numerosi resoconti di visioni sotto l’effetto di funghi allucinogeni, che includono immagini di cervelli frammentati, amici con occhi blu, alieni negli armadi e l’invenzione dell’arcobaleno. L’obiettivo è sfidare le concezioni tradizionali di autorialità nell’arte, chiedendosi “può un’intelligenza artificiale generare arte, attraverso visioni potentissime e poetiche, o è l’essere umano a esserne l’autore, avendo progettato l’intelligenza artificiale? O ancora, si tratta di un processo collettivo, di cui l’artista è soltanto il medium?”

Ai Lai, Roberto Fassone, And we thought, still da video, 2022 (creative commons)

Infine, Andrea Meregalli, artista e architetto solito ad utilizzare medium come acrilici, olio e smalti, propone un progetto su tela frutto della sua ricerca con l’AI. La sua attenzione verso le nuove tecnologie lo ha portato a sperimentare fin da subito il software dell’intelligenza artificiale in un’ottica di collaborazione. Partendo infatti da suoi schizzi, fotografie e disegni, Meregalli scrive i prompt con l’obiettivo di ottenere un risultato più inaspettato possibile, per creare “lavori che oscillano tra la casualità e il controllo maniacale.

Andrea Meregalli
Andrea Meregalli
Arte e AI: gli effetti sul futuro
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Sproporzione e inclusione nelle opere di Bahati Simoens

Sproporzione e inclusione nelle opere di Bahati Simoens

Collater.al Contributors · 4 settimane fa · Art

Quando si posa lo sguardo su un quadro di Bahati Simoens, si viene immediatamente trascinati in un mondo che sfida le convenzioni. La sua arte è una danza ipnotica di ombre scure, colori tenui e corpi graziosamente sproporzionati, in cui ogni figura è perfettamente connessa con l’ambiente circostante. Al di là del fascino estetico, il lavoro di Simoens porta con sé un profondo messaggio di inclusività, una celebrazione del corpo nero e una sfida allo status quo. L’arte di Bahati Simoens è un potente veicolo per affrontare le disuguaglianze razziali e i suoi dipinti incorporano anche elementi di attivismo.

Bahati Simoens è nata a Munanira, in Burundi, ma ha vissuto un importante cambiamento culturale quando la sua famiglia si è trasferita in Belgio durante la sua infanzia. Il trasferimento non è stato facile, Bahati ha dovuto affrontare la questione razziale e la sensazione di sentirsi fuori posto nel nuovo ambiente. Tuttavia, questa esperienza ha influenzato profondamente la sua visione del mondo e ha plasmato la sua arte. Cresciuta in un ambiente eterogeneo in Burundi, Bahati ha sempre sentito un forte legame con la sua eredità africana. Il Belgio ha rappresentato un contrasto netto da una parte, ma dall’altra ha spinto Bahati a trovare rifugio nell’arte, utilizzando le sue radici africane come principale fonte di ispirazione per il suo lavoro artistico.

Attraverso la sua arte, Bahati Simoens ha intrapreso un viaggio di autoespressione e scoperta di sé. La sua identità di donna nera è stata fonte di orgoglio nel corso di tutta la sua vita anche se la mancanza di rappresentazione nel suo ambiente le ha posto grandi sfide. Nel corso del tempo, Simoens ha cercato attivamente modelli neri nella letteratura e nelle arti, trovando ispirazione nelle opere di Toni Morrison e Audre Lorde. L’arte è diventata la sua voce dal momento in cui ha iniziato ad avere troppa paura di parlare, permettendole di comunicare i pensieri e i sentimenti inespressi che da tempo covava dentro di sé.

L’arte di Bahati Simoens si contraddistingue per il linguaggio visivo unico, un’ode sincera al corpo nero. L’artista la descrive come “un sogno a occhi aperti sotto il sole di mezzogiorno, dove luce brillante e ombre profonde coesistono armoniosamente“. I suoi dipinti sono una celebrazione della diversità, che cattura l’essenza della forma umana nella sua miriade di espressioni. L’arte di Simoens è caratterizzata da colori audaci, vibranti e tenui. Artisti come David Hockney e Paul Gauguin, insieme ai colori della natura, sono quelli che hanno ispirato il suo stile nel corso del tempo. La scelta dei colori riflette la sua personalità: un mix di introversione e forte presenza nei suoi spazi sicuri. Bahati ritiene che scegliere saggiamente le parole e i colori sia essenziale e che la gentilezza sia un principio guida.

Courtesy Bahati Simoens

Sproporzione e inclusione nelle opere di Bahati Simoens
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Libri Finti Clandestini ha realizzato un libro in una notte

Libri Finti Clandestini ha realizzato un libro in una notte

Giorgia Massari · 4 settimane fa · Art

Oggi celebriamo il Read A Book Day con un progetto molto interessante e con una storia altrettanto singolare. Più che concentrarci sulla lettura di un libro, il nostro desiderio è focalizzarci sul dietro le quinte della sua costruzione. Un processo affascinante e meticoloso, sconosciuto alla maggior parte delle persone. Siamo abituati a vedere un libro fatto e finito e poche volte ci chiediamo cosa ci sia dietro, quale sia il processo che porta all’oggetto finito. L’abbiamo fatto con i ragazzi di Libri Finti Clandestini, un collettivo artistico che basa il proprio lavoro e la propria ricerca sul libro d’artista. Attraverso un vero e proprio processo di esplorazione urbana, gli artisti El Pacino, Aniv Delarev e Yghor Kowalvsky ricercano materiale cartaceo nelle fabbriche abbandonate, negli archivi e nei laboratori di stampa, con lo scopo di creare libri – rilegati a mano uno a uno, timbrati e numerati – che spaziano da note-book, pronti per essere utilizzati e disegnati, a libri pop-up in piccole tirature. Oltre a collaborazioni con artisti, indagando i campi della fotografia e della stampa tipografica. Dopo un breve preambolo sulla storia di questo collettivo, vi racconteremo di come hanno realizzato un libro in una notte e a bordo di un treno. Scopriamolo insieme.

Ma che cos’è un libro d’artista?

Partendo dal presupposto che il libro è un oggetto dalle infinite possibilità, in termini di forma e contenuto, ed è concepito come un contenitore e un divulgatore di nozioni di qualunque genere, è pressoché scontato che un artista ne sia affascinato e ne voglia creare uno tutto suo. A partire dal secolo scorso, il libro d’artista – inteso come forma di espressione artistica – diventa molto diffuso. Gli artisti, soprattutto nel periodo delle avanguardie – come il Dadaismo e il Surrealismo – si cimentano nella creazione di libri d’artista, combinando l’arte visiva e la letteratura in un unico oggetto. Le parole si fondono con l’arte visiva. Disegni, incisioni, collage, pitture, fotografie dialogano con un testo poetico, con riflessioni o pensieri dell’artista stesso. Rispetto ai libri in serie, il libro d’artista ha la caratteristica di essere un pezzo unico o a tiratura limitata. É un oggetto libero che segue solo ed esclusivamente la volontà del suo creatore. La struttura e i materiali, come il formato, il layout e la tipografia, sono sperimentali e sfidano le convenzioni dei libri tradizionali.

Oggi chi produce i libri d’artista?

Con questo quesito arriviamo al punto. In quest’epoca tecnologica, è sempre più raro trovare realtà che seguono il processo di stampa dalla A alla Z e, ancor più raro, è trovare giovani artisti che si dedicano in toto alla creazione di libri d’artista. A Milano esiste una realtà molto interessante, in termini di rarità e qualità. Si tratta di Libri Finti Clandestini che, come vi abbiamo anticipato, è un collettivo di artisti nato dieci anni fa che dedica interamente la propria ricerca a questo meraviglioso oggetto, il libro. Il tutto mantenendo l’anonimato, apparendo sui social e in pubblico rigorosamente con maschere divertenti.

Libri Finti Clandestini x 5X Letterpress con il macchinario Hiedelberg Windmill

Cosa fa esattamente il collettivo Libri Finti Clandestini?

Scorrendo il loro feed di Instagram e curiosando sul loro sito, è da subito evidente la cura e la precisione meticolosa che Libri Finti Clandestini mette in questo progetto. Da alcune foto si vede la macchina da stampa tipografica tedesca Hiedelberg Windmill prodotta a inizio Novecento, che sottolinea il loro saldo legame con la tradizione piuttosto che con la tecnologia. Ma, oltre a mantenere viva una tradizione manuale e artigianale “in via di estinzione”, un altro aspetto fondamentale è la sostenibilità. Il collettivo inizia il suo processo a partire dalle esplorazioni urbane, delle vere e proprie “spedizioni” all’interno di vecchie fabbriche abbandonate, in archivi e laboratori di stampa, con l’intenzione di recuperare fogli di carta inutilizzati e dimenticati. Sul sito, nella sezione “products“, ogni item è accompagnato dalla descrizione del materiale. In questo modo l’utente ha la possibilità di avvicinarsi al processo e rendersi così conto della ricerca e cura che sta dietro ad ogni singolo pezzo.

“JAPAN”, Libro N° 8086 142 x 156 mm circa,5 fascicoli, legatura kettle 52 pagine di varie dimensioni + copertina Rilegato a mano con filo azzurro N°8, rilegatura a 5 punti

Dopo una selezione del materiale, inizia il vero e proprio processo creativo che ha luogo nei loro laboratori, uno a Milano in zona Isola e l’altro a Saronno – in quest’ultimo “ospiti” di 5X Letterpress, con cui da diversi anni è iniziata una salda collaborazione – in cui curano nei dettagli tutte le fasi di produzione, impiegando dai sei mesi a un anno, per giungere alla fine al pezzo unico, uno di uno.

Un progetto folle: realizzare un libro in poche ore

Parlando con Libri Finti Clandestini, ci ha colpito molto questa loro “missione”: creare una fanzine in poche ore e non nel loro laboratorio, ma durante un viaggio o in luoghi insoliti. Da gennaio 2020, LFC ha iniziato un lavoro collettivo insieme a 5X LetterpressSpazienne Outis Manufacture per la progettazione e realizzazione di prodotti editoriali in tirature limitate.

«Lavorare a un libro in una notte, su un treno, in una fabbrica abbandonata, con strumenti insoliti, esplorando i luoghi dimenticati del paesaggio urbano. Questa è sempre stata la missione del gruppo: produrre in situazioni “folli”, tentando ogni volta nuove soluzioni e cercando di ottenere il miglior risultato. Provare a sperimentare il più possibile riguardo la manifattura e le soluzioni di stampa.»

L’esempio più recente è “Nightjet“, un micro libro realizzato in sole 12 ore sul treno notturno Milano – Vienna. La missione è stata compiuta dai tre membri di Libri Finti Clandestini, insieme ai membri dei collettivi Spazienne, 5X Letterpress, Outis Manufacture e dagli artisti Tanguy Bomboniera e Dr. Petronilla.

«Nella notte del 25 maggio abbiamo preso il treno Nightjet 235 a Milano Rogoredo alle 21.26, direzione Vienna per partecipare a “Fanzineist Vienna”. Abbiamo portato a bordo carte, fili, aghi e con il nostro iPhone insieme ad una stampante Epson Workforce 110 abbiamo tentato una missione mai portata a termine prima. L’obiettivo era realizzare una fanzine su un treno, durante il viaggio di 12 ore verso Vienna! Scansioni, fotografie, impaginazione del progetto, stampa, rilegatura e ritaglio del libro, tutto realizzato a bordo in una notte!»

La scelta di produrre questi “micro” libri, ci raccontano LFC, è un escamotage che permette loro di ridurre i costi di produzione focalizzandosi in questo caso specifico più sul contenuto piuttosto che sulla qualità. Un prodotto “povero” ma con una forte idea. Un oggetto singolare – una piccola opera d’arte tascabile – interamente realizzato a mano, con rilegature eleganti e prodotto in piccole tirature.

 
 
 
 
 
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Libri Finti Clandestini ha realizzato un libro in una notte
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Una nuova opera di JR a Parigi

Una nuova opera di JR a Parigi

Giorgia Massari · 4 settimane fa · Art

Oggi Parigi si è svegliata con una nuova opera pubblica dell’artista JR. Il famoso street artist ha intrapreso un incredibile progetto in collaborazione con l’Opéra National de Paris: trasformare l’impalcatura che avvolge l’antico Palais Garnier durante il suo restauro in una affascinante opera d’arte. Da ora, 6 settembre, fino al 25 settembre, la facciata dell’Opéra Garnier subisce una sorprendente metamorfosi, svelando l’ingresso a una vasta grotta che si apre a una prospettiva di roccia e luce.

L’opera di JR rende omaggio all’estetica romantica del XIX secolo mentre evoca contemporaneamente la grandiosità delle rappresentazioni operistiche. Gli elementi architettonici dell’era di Napoleone III sono catturati in un doppio movimento temporale. Allo stesso tempo, il lavoro di restauro in corso dietro le quinte funge da supporto fisico per l’installazione di JR. I visitatori sono invitati a immergersi in questo universo geologico, tornando indietro nel tempo a quando canto e danza celebravano le divinità nell’antica Grecia all’interno di grotte decoratamente illuminate.

L’installazione di JR fonde in modo fluido arte e architettura, superando i confini e invitandoci a vivere la cultura e la storia in luoghi inaspettati. La trasformazione di Palais Garnier da parte di JR dimostra – come avviene per tutte le sue opere – la capacità dell’arte di superare i confini e creare impressioni durature.

Leggi anche La nuova installazione di JR a Parigi

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