Tra tutti i progetti metavisivi con cui ormai qualsiasi stronzo cerca fortuna, quello di Vanessa Omoregie è senzaltro tra i più affascinanti.
Il suo intento infatti non si limita a spogliare dallaurea di sacralità capolavori come “La nascita di Venere” di Botticelli o il “Nudo sdraiato” di Modigliani, ma di indagare e fornire nuove interpretazione sul concetto di abitare lo schermo attraverso la tanto mercificata figura femminile. Unica istruzione: riprodurre la posizione più congeniale alle utenti tra i campioni di riferimento da lei scelti. Un esperimento che mira a fare chiarezza sul rapporto ormai sempre più labile tra forma e contenuto, in cui il secondo è sempre più surrogato del primo.
Daltronde oggi una bella figa pelosa è più la fine del mondo che la sua origine.