Che una maestra elementare originaria di Tintwistle, un piccolo villaggio del Derbyshire in Inghilterra, diventasse il personaggio più influente della cultura punk e il perno attorno al quale si ponessero le basi di una vera e propria rivoluzione culturale, rispecchia un assioma: non è tutto chiaro sin dall’inizio.

Vivenne Westwood, nata Dame Vivienne Isabel Swire nel 1941 da Gordon e Dora Swire, passa la sua infanzia tra le difficoltà e la povertà del secondo dopoguerra, in quella che potremmo definire una famiglia piccolo borghese, osservando la madre Dora cucire i vestiti per lei e i suoi fratelli, Gordon e Olga, adoperando ogni pezzo di tessuto recuperato.

Nel 1958 la famiglia si trasferisce a Londra dove Vivienne studia moda e oreficeria mentre si appassiona alla lettura e all’arte. Nel contesto britannico degli anni ’60 la Westwood comprende quanto sia importante avere un lavoro stabile e “serio”, lascia l’università, studia stenografia e trova lavoro come maestra elementare.
Nel 1961 incontra Derek Westwood – da cui prenderà il cognome – che sposa lo stesso anno indossando un abito realizzato cone le sue mani, da questo matrimonio nascerà il figlio Ben nel 1963.
Le bastano pochi anni, due per l’esattezza, per comprendere che quella non è la vita che desidera.
Nel 1965 conosce un amico di suo fratello, Malcom McLaren, quell’incontro cambierà per sempre la sua vita e la cultura britannica, e non solo, per sempre, diventando i simboli di quello tsunami chiamato punk.

I due iniziano a frequentarsi quasi per caso ma vanno d’accordissimo, si sentono complici l’uno dell’altra. Fanno un figlio, Joe, e decidono di aprire un piccolissimo negozio di abbigliamento al 430 di King’s Road.
Nel corso del tempo il negozio cambierà svariate volte nome assecondando le ispirazioni di Vivienne: “Let it Rock”, “Too Fast To Live Too Young To Die”, “SEX”, “Seditionaires” e infine “Worlds End” con l’iconico orologio che gira al contrario.

Quando il negozio assunse il nome “SEX” nel 1974, la ricca e bigotta comunità di Chelsea manifestò la propria indignazione vista la mossa audace della Westwood, che consolidò la sua posizione anti-establishment e come punto di riferimento del movimento punk.
Le vetrine opache del negozio sembravano essere quelle di un attuale sexy shop e ciò spingeva i potenziali clienti a entrare per scoprire cosa venisse venduto all’interno. Non era un semplice negozio ma un punto di ritrovo per i migliaia di giovani londinesi che non sopportavano il capitalismo, il materialismo britannico ma soprattutto l’intera opinione pubblica fortemente filo-monarchica che vedeva nei punk solo dei “giovani teppisti”.

Vivienne Westwood e Malcom McLaren hanno plasmato la moda punk e dettato i canoni estetici del movimento che conosciamo ancora oggi: silhouette strette, spille da balia, T-shirt bianche con la svastica come insulto alla classe dirigente, il bondage, il latex, lo smodato uso del tartan e ovviamente i Sex Pistols, che scandalizzarono il Regno Unito e il mondo intero grazie anche e soprattuto al bassista del gruppo (anche se non suonò mai realmente), Sid Vicious e al suo stile di vita nichilista e ribelle, di cui MacLaren era il manager e Vivienne la stylist.

Una volta finita l’onda lunga del punk e la sua storia con Malcom McLaren, Vivienne cresce i suoi due figli con i pochi soldi rimasti (anche a causa del furto di una grossa somma di denaro da parte di un suo impiegato) ma non si abbatte, anzi.
La Westwood riemerge più forte e tenace di prima, fonda il suo brand omonimo unendo storia, provocazione e modernità che saranno i tratti distintivi delle collezioni che presenterà in futuro.

Corsetti, le sue ricercatissime mini-crini (una mini gonna a campana), Vivienne Westwood gioca con la tradizione britannica e ne stravolge i dettami attirando l’attenzione dei media e dell’intero mondo della moda.
L’italiano Carlo D’Amario, rivoluzionario, estremista e uomo d’affari, la convince a spostare la sua produzione in Italia sancendone definitivamente il successo commerciale.
Trova l’amore della sua vita e suo attuale marito, Andreas Kronthaler e diventa nonna.

A 79 anni Vivienne Westwood continua ad essere un personaggio che combatte il sistema (nonostante la dicotomia evidente tra il suo lavoro e le battaglie che porta avanti), un’attivista contro i cambiamenti climatici e come lei stessa si è definita, una sorta di Pinocchio contemporaneo, “un monello dal cuore dal cuore d’oro”.