Measuring the Universe è un’installazione dell’artista slovacco Roman Ondák realizzata la prima volta al Museum of Modern Art di New York nel 2007.
L’opera inizia con una stanza vuota e bianca. Gli spettatori svolgono un ruolo fondamentale nella creazione. Nel corso della mostra vengono invitati a marcare sulle pareti la loro altezza scrivendo il loro nome e la data del loro passaggio. Nel corso del tempo la galleria raccoglie progressivamente le tracce di migliaia di persone, strisce di segni neri sullo spazio bianco. L’effetto è incredibile, la maggior parte delle linee sono vicine tra loro, una massa nera che si allarga, come una via lattea in negativo, una galassia cromaticamente invertita.
Invitando le persone a partecipare attivamente, Ondák cerca di superare le divisioni tradizionali tra oggetti d’arte e spettatori, tra la produzione e la ricezione.
Measuring the Universe trasforma l’uso domestico di registrare l’altezze dei bambini sul muro in evento pubblico, riferendosi contemporaneamente al desiderio secolare dell’umanità di quantificare l’entità del mondo. Questo processo crea un’opera con una moltitudine di partecipanti, fondendo l’arte con la vita quotidiana.
Measuring the Universe, infine, è una riflessione sullo spazio fisico occupato da ognuno di noi e sull’interconnessione tra gli individui.
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