Adrian Brandon illustra il tempo. Il tempo che è stato rubato a molte persone. Il poco tempo che queste persone hanno vissuto e il molto tempo che non vivranno mai.
Originario di Seattle, ma con sede a Brooklyn, Adrian Brandon è un artista e illustratore americano che da sempre, attraverso la sua arte, combatte una battaglia mai stata più attuale. Adrian combatte per l’uguaglianza tra bianchi e neri e lo fa a suon di pennellate, macchie di colore e schizzi a matita con i quali mostra al mondo aspetti della black culture.
Dopo l’uccisione di George Floyd, Adrian ha usato le sue illustrazioni non solo per raccontare le ingiustizie e gli abusi che i neri subiscono ogni giorno, ma anche per onorare e rendere omaggio a decine e centinaia di vite che non ci sono più.

Stolen, questo il titolo del suo ultimo progetto, una serie di ritratti di alcune persone di colore uccise ingiustamente dalla polizia. La particolarità di queste illustrazioni è che sono tutte incompiute, e il motivo è proprio ciò che le rende estremamente importanti, delle vere testimonianze. Prima di cominciare ogni artwork, Adrian Brandon imposta un timer e il numero di minuti che dedicherà al ritratto corrisponde al numero degli anni che la persona rappresentata aveva quando è stata uccisa.
46 minuti per George Floyd, 26 minuti per Breonna Taylor, 38 minuti per Tony McDade, solo 7 minuti per la piccola Aiyana Stanley Jones.

La produzione delle illustrazioni si trasforma in una performance, un momento in cui Adrian Brandon sente l’ansia del tempo che passa, del tempo che sa già non essere abbastanza per ultimare il lavoro, la stessa ansia con la quale molte persone ormai hanno imparato a convivere.
Come le loro vite, anche i ritratti rimarranno per sempre incompleti.






