Gli strumenti musicali hanno un che di misterioso, ai meno esperti appaiono quasi come scatole magiche dal quale non si capisce come riesca ad uscire un ventaglio di suoni così preciso e vario. Un pianoforte all’interno appare come un complicato gioco di combinazioni, gli strumenti a fiato freddi tubi attorcigliati in cui è impossibile entrare, se non con strumenti molto piccoli, come la sonda utilizzata dal fotografo Charles Brooks.
Brooks è entrato con una sonda dentro alcuni strumenti musicali fotografandone le cavità e alcuni elementi che permettono di creare i suoni. La serie fotografica prende il nome di Architecture in Music perché le fotografie sembrano immortalare interni di grandi case o gallerie, con tutte le geometrie tipiche dei progetti architettonici.
Charles Brooks conosce il segreto degli strumenti perché lui stesso ha suonato per più di vent’anni come violoncellista con alcune orchestre internazionali. L’idea della serie fotografica gli è venuta però per caso, dopo aver portato a riparare da un liutaio il suo strumento e aver scoperto come era fatto davvero all’interno.
Le immagini mostrano il lato sconosciuto di un flauto d’oro, di un pianoforte a coda e persino di un Didgeridoo australiano, uno strumento a fiato in legno tipico degli aborigeni australiani. I fori e i tagli curvi sul legno dall’interno assomigliano a veri e propri punti di luci, grandi finestre che illuminano stanze progettate da uno studio di architetti. Per un attimo gli strumenti non sembrano poi così misteriosi e l’origine della musica così chiara.