Art Il mondo viscerale di Camilla Marinoni
Artceramicsinstallationsculpture

Il mondo viscerale di Camilla Marinoni

Giorgia Massari

Sono viscere che vivono di una vita propria, ibridi pensanti che stanno iniziando ad occupare il (mio) mondo” – così l’artista bergamasca Camilla Marinoni (1979) introduce il suo intervento site-specific presso la Traffic Gallery di Bergamo, inaugurato lo scorso 24 giugno. Le opere scultoree di Camilla si inseriscono all’interno della mostra personale del pittore Juan Carlos Ceci, con l’intenzione di creare un dialogo con le tele di quest’ultimo e, allo stesso tempo, di creare un ponte tra Bergamo e Brescia, Capitali della Cultura italiana 2023. Infatti, una delle opere presenti in mostra – dal titolo Intus – torna a essere esposta a Bergamo dopo la sua tappa bresciana al Centro per le Nuove Culture MO.CA.

L’installazione di Camilla Marinoni si intitola Intus – in latino dentro – ed è distribuita davanti alle due vetrine su strada, che si affacciano sulla GAMeC di Bergamo. Da un lato, la grande scultura “corporea” composta da nylon, poliestere, ceramica, vino, trucco, legno, cotone e tulle, che prende forma dal calco dello stomaco di un bovino. Dall’altro, delle piccole ceramiche, concepite dall’artista partendo da una riflessione sulla natura, sul corpo e il ruolo di quest’ultimo in relazione al mondo. Le opere in mostra fanno parte di una ricerca che l’artista porta avanti da più di due anni, nella quale ragiona sulle forme organiche derivate dall’osservazione del corpo umano/animale. “L’attenzione è rivolta alle viscere, al mostro interiore che abbiamo e che viviamo, agli aspetti e meccanismi inconsci, così come al tema dell’estraneo.” – ci racconta Camilla – “Quelli che ho realizzato sono corpi estranei, che vivono in un mondo altro ma che ho inserito nel nostro presente.

Dalle parole dell’artista è chiaro come la sua ricerca si concentri sul rapporto tra il corpo e il mondo. Nello specifico, Camilla pone l’attenzione sul corpo in quanto veicolo, o meglio, in quanto filtro con l’esterno. Il corpo, inteso come materia, detta le regole della percezione soggettiva, reagisce agli stimoli ed è sottoposto a continui mutamenti a causa dei fattori esterni. Allo stesso modo, il corpo – in particolare la pelle – è lo strato di materia che separa ciò che sta all’interno da ciò che sta all’esterno. “E se ci togliessimo tutti la pelle di dosso? Cosa rimarrebbe?“, si chiede Camilla. La sua intenzione è quella di scavare nel profondo, di andare all’interno, portando alla luce la profondità delle viscere. “In questa esposizione, un corpo non è semplicemente estraneo agli altri. È estraneo anche a se stesso. Un corpo si estranea, si rende straniero. E l’estraneità è la stranezza a sé di un’anima sgorgante, espulsa dal non-luogo dello spirito. Il corpo non è solamente la mia pelle rivolta fuori: è già esso stesso, il fuori rispetto a me, il fuori in me e per me – opposto a me stesso, per distinguermi dall’umanità.

L’occhio passa da una grande scultura, nella quale tenta di riconoscersi, alle piccole ceramiche che invece sono irriconoscibili. Quest’ultime sono infatti frutto di un processo creativo che oscilla tra la riflessione e l’immaginazione. L’artista concepisce dei corpi estranei, delle specie marine non ancora scoperte dall’uomo, facendo riferimento agli scritti di Telmo Pievani secondo cui “la nostra ignoranza circa le specie viventi sulla Terra è quattro volte più grande della conoscenza“. Dalla lettura di questi scritti e dall’osservazione delle opere di Francis Bacon, tenendo sempre saldo il corpo come punto di partenza, Camilla Marinoni crea “un mondo ancora sconosciuto, abitato da organismi viventi non ancora scoperti. Un mondo terreno, fantascientifico oppure un mondo di animali che provengono dal futuro.

La mostra è aperta fino al 16 settembre, su appuntamento
Courtesy Traffic Gallery, Roberto Ratti e l’artista Camilla Marinoni
Ph Credits Keizo Ueno

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Scritto da Giorgia Massari
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