La Milano Fashion Week è un bordello, ma una mappa ci aiuterà a uscire dalla crisi.
Quando mi sono trasferita a Milano pensavo sempre che “ommioddio quanto è figa questa città in cui ogni secondo succede qualcosa e potrei stare in giro ogni sera a fare delle cose fighissime“. Poi subentrano le bollette da pagare, l’alimentazione da controllare, il milanese imbruttito che viene alimentato dal casino del traffico, dalla poracceria, dai selfie in Corso Como e niente, alla fine stai a casa col gatto a vedere Masterchef mangiando quei minestroni già pronti eco bio senza parabeni che trovi nel banco frigo dell’Esselunga.
Ecco, la Milano Fashion Week è proprio uno di quegli eventi a cui i primi anni ti senti in dovere di partecipare a tutti i costi e poi capisci che chi cazzo te lo fa fare di andare in giro per il centro a fare le foto a dei disadattati acconciati come dei circensi se non puoi nemmeno scroccare non dico un bicchiere di spumante, ma almeno un selfie con Quello che si fa le foto su Instagram.
C’è un graphic designer che si chiama Marcello Pisano e che lavora con NSS Magazine che ha capito il grado di disagio generato dalla Milano Fashion Week e ha cercato di mettere ordine. Come? Costruendo una città virtuale in cui ogni palazzo è una Maison della moda, e gli abitanti sono, ovviamente, i designer. Pensate che figata! Tutta la Milano Fashion Week da qualche altra parte, in un posto che non esiste.
La mappa è bellissima, con lo stile isometrico che ci piace, con gli omini stilizzati tipo Playmobil e gli alberelli a palla.
Provate a perdervi.