Di Maurizio Savini me ne parlò per la prima volta la mia pusher, un pomeriggio fumoso e invernale di tanti anni fa. Si, ho avuto una pusher donna. E si, Maurizio Savini mi lasciò con la bocca impastata.
Impastata dall’effetto di un pomeriggio immobile di uno studente fuorisede a casa del suo pusher e impastata anche pure dalla materia morbida e fruttata che questo artista italiano utilizza per le sue opere. Le sue sculture sono infatti realizzate utilizzando la gomma da masticare nel colore più pop che possa esistere: il rosa Big Bubble. Il panna e fragola diventa nelle sue mani un mezzo che permette allartista unanalisi attenta su aspetti di interesse universale, quali ad esempio la geopolitica e la geologia umana.
Savini sonda le relazioni fra lessere umano e ciò che lo circonda, i paradossi tra simboli e culture, tra natura e interpretazione data dagli uomini, attraverso unestetica ipermoderna fatta di oggetti e forme simulacrali, al fine di sostenere e costruire una serie di istantanee dellidentità contemporanea.
Un’arte colta e impegnata che fa i conti con la leggerezza dellinfanzia, attraverso un materiale effimero e deperibile come la realtà in cui viviamo.