Quando sento parlare di creatività in relazione all’intelligenza artificiale la posizione di chi difende l’uomo come macchina pensante unica e impareggiabile mi sembra sempre legittima, ma allo stesso tempo mi sembra di sentire solo metà della verità.
L’AI può essere un limite per la creatività, lo testimonia l’appiattimento dello stile per alcuni filoni, come quello fantasy per esempio, ma se le possibilità dell’algoritmo e gli input sono mirati a spingere sempre più lontano i limiti del software, allora l’AI può ricoprire un importante ruolo anche all’interno del processo creativo di oggetti di design e di artigianato in genere. Un esempio è la serie di giocattoli per bambini dell’artista Eric von Stein.


Attraverso la piattaforma Midjourney, Eric è andato alla ricerca di un modo per amplificare la propria bacheca di reference, per stimolare la creatività ed esplorando l’amore per una passione come quella per i pupazzi, in particolare quelli degli anni ’60. Attraverso descrizioni di 50-70 parole l’artista ha generato una varietà impensabile di prodotti di riferimento dai quali farsi ispirare, giocattoli non reali, non presenti nei propri ricordi di bambino ma così completi da assumere l’aspetto di memorie dimenticate.
Eric stesso è arrivato a chiedersi se tutto questo non fosse davvero reale, così fondamentale per lo sviluppo delle proprie idee creative tanto da volersi fidare di quelle immagini.
L’AI ha il potere seduttivo di convincere le persone e i creativi che quello che vedano sia giusto, o sia la scelta giusta dalla quale partire nel caso di von Stein. Le immagini sono quindi diventate per l’artista una rassicurazione in fase di progettazione, un timbro di garanzia che quegli accostamenti o certe scelte della macchina sia perfino superiori a quelle generate dalla mente umana.
In addition to the AI works, the artist founded a real craft project called Bright Stripes, a brand of toys that leaves human craftsmanship central to the process.
L’AI è intesa come uno strumento, inserito nel momento giusto del flusso di progettazione, del quale fidarsi e con una creatività forse non unica, ma fino ad oggi gelosamente considerata prerogativa della mente umana.


Eric von Stein dice di voler aiutare i bambini a connettersi con il proprio lato creativo e l’ideazione di giocattoli così imprevedibili e grotteschi qualche volta vuole proprio rompere la pulizia e i codici estetici che vengono proposti ai più piccoli nei primi anni a contatto con il mondo esterno.
L’apertura tecnologica alle masse può assumere in futuro sempre più il ruolo di ispirazione, catalogazione di reference e scintilla per innescare creatività ulteriore che vogliamo rimanere fiduciosi non riesca a raggiungere picchi come lo fa quando è prodotta dall’uomo.

