Leatherheart si presenta così: “Sono Marco, lucano d’origine, vivo a torino da 6 anni. Neo-laureato in grafica. In cerca di certezze. La prima scelta sullo pseudonimo era Leatherface, ma qualcuno l’aveva già usato. Da allora mi appello Leatherheart senza rimpianti. Scatto foto dal 2007, tutte in analogico, tutte con macchine maltrattate, ma con rispetto. Mi piace sporcarmi le mani.”
E anche a noi piace.
“Il fisiognòmica project consiste in una serie di ritratti ottenuti dalla ricomposizione di sei diverse foto del medesimo volto. Ogni singola parte è uno scatto a sé, con una propria prospettiva e una propria illuminazione. La distorsione causata dai diversi punti di ripresa, unita al 35mm in evidenza e ai difetti di sviluppo, modifica i lineamenti spersonalizzandoli. Da qui è possibile iniziare lunghi discorsi pindarici da gallerista ma fortunatamente non ne sono capace più di tanto”.
Ci piacciono gli effetti collater.ali del progetto fisiognòmica, in cui dai fori sprocket rinascono nuovi volti, imperfetti e maledettamente analogici.
Non c’è trucco e non c’è nessun inganno (contemporaneo).
Anzi, il primo c’è e si vede; e si deve vedere.