Housatonic – Intervista

Housatonic – Intervista

Ludovico Vassallo · 9 anni fa · Art

Immaginate di essere tornati sui banchi di scuola e di stare prendendo appunti da una lavagna piena di schemi e parole stesi dal professore. Bene, il professore in questo caso è Housatonic, senza dubbio una realtà unica nel suo genere. È stata la prima azienda in Italia capace di tradurre le parole in concetti visivi per aiutare la comprensione e la memorizzazione. Riunioni e convegni diventano molto più interessanti se illustrati, ce lo assicura Carlo Alfredo, owner di Housatonic.

Benvenuto su Collater.al. Racconta ai nostri lettori cosa è Housatonic.

È uno studio che si occupa di comunicazione, che si occupa di quello che noi chiamiamo facilitazione grafica. Ovvero non siamo un’agenzia, non facciamo advertising, non facciamo classico graphic design ma usiamo le illustrazioni, la grafica e la visualizzazione per facilitare la comprensione e la memorizzazione dei concetti. Quindi per esempio aiutiamo le aziende a raccontare la loro mission, oppure aiutiamo all’interno dell’azienda a raccontare una storia complessa o una strategia. Partecipiamo a degli eventi, tipo conferenze o eventi aziendali, in cui visualizziamo i concetti. Questo perché la visualizzazione e l’illustrazione rende ogni concetto un po’ più accattivante e quindi anche cose noiose e complesse diventano più interessanti da scoprire ma poi sono anche più facili da ricordare. E quindi esistono anche ricerche che spiegano come l’occhio memorizza molto più dell’orecchio, e, quindi noi sfruttiamo questa caratteristica del cervello umano.

Il mind mapping e lo scribing sono stati per te e per tutta la crew di Housatonic le fondamenta su cui avete gettato le basi dello sviluppo dell’azienda. Spiegaci quanto hanno influito nei vostri primi passi Tony Buzan e Matt e Gail Taylor?

Buzan è venuto dopo, è effettivamente il teorizzatore del mind mapping però l’ho scoperto dopo. Invece Matt e Gail Taylor sono un po’ i fondatori delle metodologie di cui lo scribing e la facilitazione grafica fanno parte. Quindi loro hanno influito nel senso che sono i primi che hanno iniziato a utilizzare ad esempio un approccio grafico per facilitare la collaborazione e la conversazione tra persone all’interno proprio di eventi collaborativi. Sono un po’ i padri fondatori di quello che è intorno a tutto quello che facciamo.

Com’è nata la collaborazione con Matter Group?

Allora, la persona che ha fondato Matter è la persona che ci ha introdotto al mondo degli eventi e della facilitazione, e quindi da più di dodici anni lavoriamo insieme a livello individuale. E poi quattro anni fa, siccome lavoravamo sempre di più e sempre meglio insieme, abbiamo deciso di unire questa forte competenza da parte loro nella parte di facilitazione e progettazione di eventi collaborativi e da parte nostra di comunicazione e facilitazione grafica. Siamo specializzati in due cose che insieme fanno una forza molto più completa. E quindi nasce da un’amicizia professionale che poi è diventata personale e oggi siamo un tutt’uno.

Carlo Alfredo - Housatonic - Studio grafico e di comunicazione
Carlo Alfredo - Housatonic - Studio grafico e di comunicazione

Come ci si sente ad avere realizzato il primo sito al mondo che non contiene parole ma esclusivamente immagini e disegni?

Si sente che è stata una faticaccia però è stata una bella sfida perché l’idea era proprio quella lì. Ci siamo detti “ Cavolo, noi lavoriamo soprattutto per immagini. Abbiamo un sito che parla tre lingue e non parla solo quello delle immagini”. Quindi è stata una scommessa, secondo noi riuscita abbastanza a metà adesso ci sono delle idee per il prossimo passo. Però l’idea era quella di raccontare solo per immagini. Pensiamo che sia l’unico non ne abbiamo visti altri. Quindi da quel punto di vista ci si sente originali.

Parlaci di come inizia tutto il processo, creativo e non, durante una conferenza/riunione/workshop

Diciamo che un po’ dipende da quali sono gli obiettivi. Infatti, quando ci chiamano per fare qualsiasi cosa la prima cosa che chiediamo è “Qual è l’obiettivo? Che cosa dovete fare?”. Perché spesso ci chiamano dicendo ”Abbiamo una conferenza, ci serve uno che venga a disegnare”. E noi subito ci insospettiamo perché l’aspetto di andare a disegnare per fare, come dire, un aspetto scenografico e performante non è molto interessante. Quindi quello che facciamo è cercare di capire il contesto, cercare di capire bene gli obiettivi. E quindi gli obiettivi se sono per esempio quello di spiegare si crea un tipo di prodotto, anche proprio a livello di spazio nella conferenza, se è quello di creare una memoria collettiva finale o temporale durante l’evento magari c’è un altro tipo di approccio, così come se quello che si vuole raggiungere è un’interazione maggiore tra i partecipanti si può creare anche quello visivamente ingaggiando loro a livello di conversazioni e micro interventi, diciamo coinvolgendoli di più nella raccolta d’informazioni. C’è un grandissimo confronto continuo con il cliente per capire gli obiettivi e per co disegnare e co progettare la soluzione più adatta.

Per me il lato più brillante del vostro lavoro è slanciare la classica convention verso un altro piano pieno di spunti, disegni e riflessioni, riuscendo a centrare l’obiettivo. Che ne pensi?

È un po’ il nostro cavallo di battaglia. Cioè noi spesso facciamo l’esempio più del grigiore delle conferenze del fatto che spesso spengono la luce, attaccano delle grandi presentazioni di Power Point e la gente comincia a guardar le mail o a giocare a ruba mazzo sull’app col cellulare perché comunque si son rotti le palle di ascoltare uno che parla per due ore. E quindi noi li aiutiamo un po’ a distogliersi da quest’atmosfera pesante solo di ascolto. E quando l’ascolto è combinato anche a un ascolto visivo, l’attenzione viene risvegliata. E ci sono tutta una serie di conseguenze: perché poi il risultato finale è un prodotto che può essere riportato indietro, condiviso con gli altri, può essere mandato ai partecipanti dopo un po’ e quindi lo rivisitano e vengono ricordati i concetti, quindi ha molteplici funzioni.

La facilitazione grafica è uno strumento indispensabile per il marketing e le nuove comunicazioni. Mentre all’estero (penso ad esempio agli USA) questo metodo è molto usato, in Italia non è ancora ben compresa al 100%. Quanta strada pensi che ci sia ancora da percorrere?

Secondo me è meno diffusa qui perché si da un po’ meno credibilità all’aspetto estetico rispetto magari all’estero, dove aspetti creativi mischiati al cosiddetto business, o comunque ambienti lavorativi, vengono accettati e non guardati come adiposità. In Italia si ha un po’ più di diffidenza iniziale magari di aspetti creativi, di aspetti un po’ stravaganti rispetto a un contesto lavorativo. Cioè all’estero abbiamo fatto un sacco di lavori con ambienti tipo della finanza, banche, farm, che in teoria dovrebbero essere diffidenti a quest’approccio e invece quando lo vedono poi ne capiscono anche l’efficacia. In Italia si è ancora nella fase in cui è moda proprio perché si è visto all’estero magari e non viene ancora capita bene la potenzialità effettiva. Però diciamo che rispetto a un paio di anni fa già in Italia si sta già capendo il valore.

Come ci si sente a riprendere in mano matite e pennarelli e cambiare le parole in immagini davanti ai manager delle più importanti compagnie al mondo? Sentite un certo senso di pressione durante il vostro lavoro, non potete permettervi errori durante la vostra trasposizione grafica.

Sicuramente si, direi che tutti la sentiamo. Per i primi minuti c’è sempre un po’ di emozione anche perché spesso è una cosa che facciamo proprio in diretta, ascoltiamo e disegniamo, quindi non sai cosa potrà succedere, non c’è qualcosa di scritto prima o preparato. Quindi c’è un aspetto emozionante, un po’ come andare in scena o attaccare un concerto. Però dopo si prova un certo piacere, scatta un click, c’è una connessione con l’ascolto e con la parte creativa, e soprattutto riusciamo sempre a creare degli ottimi lavori in cui alla fine praticamente tutti vengono a ringraziarti, ammirano quello che hai fatto. Perché effettivamente aiuti le persone a fare un sacco di cose: a vedere i contenuti, a re interessarsi agli argomenti, a spiegarsi meglio con i propri colleghi. Quindi spessissimo cominciamo delle cose, abbiamo un po’ di timore, poi sembrano molto complicate e molto noiose e spesso diventano alla fine invece uno strumento utile per i clienti. Quindi non ti nascondo che c’è anche una certa soddisfazione da parte nostra nel vedere utilizzato quello che facciamo.

Carlo Alfredo - Housatonic - Studio grafico e di comunicazione
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Housatonic

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L’idea di amore eterno di Valentina Sergi

L’idea di amore eterno di Valentina Sergi

Collater.al Contributors · 4 giorni fa · Photography

Valentina Sergi (1997) è una fotografa di moda con una passione per i colori pastello, i contrasti audaci e la vivacità delle immagini. Il suo lavoro professionale l’ha portata a fotografare una varietà di soggetti in location esclusive, e le sue fotografie sono diventate una presenza costante in molte note pubblicazioni di moda. Tuttavia, ciò che davvero distingue Valentina Sergi è la sua capacità di costruire una narrativa emozionante attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica. I colori, il gioco di ombre e luci, i pattern, le mani delle persone, l’affetto di un abbraccio, i luoghi intrisi di nostalgia e le storie nascoste dietro una ruga sono tutti elementi che Valentina Sergi ricerca per creare un’estetica pura fatta di immagini che oscillano tra il reale e il surreale.

La Serie A-Mors: Un’Esplorazione Profonda dell’Amore

Uno dei progetti più significativi di Valentina Sergi è la serie intitolata A-Mors. Questa serie affronta il tema dell’amore in modo profondo e provocatorio. Si tratta di un amore autentico, un amore che è stato atteso con trepidazione, ma talmente forte da superare la resistenza di un cuore fragile. L’interessante gioco di parole nel titolo, dove “A-Mors” sembra derivare dal latino “a-mors” (senza morte), sottolinea l’eternità di questo sentimento. In questa serie, Valentina Sergi esplora l’idea di un amore eterno che supera le barriere temporali. Le sue fotografie catturano momenti di passione e affetto, ma al contempo, evocano una sensazione di trascendenza.

Le sue opere della Sergi sono emozionali e surreali, e dietro di esse si cela una forte elaborazione concettuale. Valentina comprende che la fotografia non è solo la registrazione di una realtà oggettiva, ma piuttosto la presentazione di storie, concetti e mondi così come li percepisce attraverso la sua esperienza personale, la sua cultura e il suo sentire.

Il suo legame tra cinema e fotografia è evidente, e questa contaminazione tra le arti le permette di portare innovazione nel suo lavoro. La fotografa ci lascia con una famosa citazione di Vincent Peters, il quale afferma: «Non si fa una fotografia solo con una macchina fotografica, ma si portano nell’atto fotografico tutte le immagini che si sono viste, i libri che si sono letti, la musica che si è ascoltata, le persone che si sono amate

Valentina Sergi presenterà un suo scatto alla mostra Collater.al Photography presso la Fondazione Matalon di Milano dal 22 al 24 settembre 2023.
Courtesy Valentina Sergi

L’idea di amore eterno di Valentina Sergi
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L’idea di amore eterno di Valentina Sergi
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La maternità catturata da Wendy Symons

La maternità catturata da Wendy Symons

Collater.al Contributors · 5 giorni fa · Photography

Wendy Symons, una fotografa autodidatta olandese, intraprende un profondo viaggio attraverso il suo obiettivo, catturando momenti intimi della maternità senza alcun filtro. Wendy Symons possiede una notevole capacità di percepire la bellezza nei momenti quotidiani, quei dettagli piccoli e delicati spesso trascurati dal ritmo frenetico della vita. La sua fotografia è un’esplorazione sentita dell’esperienza umana in ogni fase della vita. Tuttavia, è l’esperienza della maternità precoce a occupare un posto speciale nel cuore di Wendy. La affronta con un obiettivo onesto e intimo, svelando il profondo legame tra una madre e il suo bambino.

L’ispirazione fluisce verso Wendy direttamente dalla natura stessa. Il potere curativo del mondo naturale influisce sul suo lavoro e diventa spesso la musa per i suoi prossimi scatti. Attraverso il suo obiettivo, Wendy trova conforto e ispirazione, fondendo senza sforzo i mondi dell’arte e della maternità. Lo stile di Wendy Symons è una testimonianza dell’autenticità e dell’essenza cruda della vita. Si affida esclusivamente alla luce naturale per catturare momenti genuini nel loro massimo splendore. Questa scelta infonde al suo lavoro un calore e una veridicità che rendono ogni fotografia una finestra non filtrata nelle vite che documenta.

Uno dei progetti straordinari di Wendy è Art Mama, in cui fonde i suoi due mondi, quello artistico e quello materno. Nel bel mezzo della pandemia, si è impegnata in questo viaggio introspettivo, tuffandosi nella sua vita di madre e artista. Il diario fotografico di Wendy dipinge un ritratto intimo dei suoi figli e di se stessa mentre affrontano le complessità della maternità durante tempi turbolenti. Le sue immagini sono un promemoria che il viaggio della maternità, sebbene imprevedibile e caotico, è un’esperienza condivisa che ci unisce tutti.

Wendy Symons presenterà un suo scatto alla mostra Collater.al Photography presso la Fondazione Matalon di Milano dal 22 al 24 settembre 2023.
Courtesy Wendy Symons

La maternità catturata da Wendy Symons
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La danza ritmica e malinconica negli scatti di Nanda Hagenaars

La danza ritmica e malinconica negli scatti di Nanda Hagenaars

Collater.al Contributors · 6 giorni fa · Photography

«La vita, come un fiume, scorre con il suo ritmo, portandoci in un viaggio colmo di tranquillità e turbolenza» – spiega la fotografa Nanda Hagenaars – «Nei momenti di calma, siamo avvolti dalle correnti gentili, come se fluttuassimo senza sforzo attraverso il passare del tempo. È in questi momenti che troviamo conforto, e il nostro spirito viene sollevato dalla serenità delle acque. Tuttavia, le acque tranquille possono trasformarsi in torrenziali rapide, sconvolgendo il nostro equilibrio e facendoci interrogare sul nostro scopo.»

Con queste parole, Nanda Hagenaars (1988) ci apre uno spiraglio sulla sua visione delle vita, fornendoci le indicazioni per comprendere i suoi scatti. Hagenaars cattura questi flussi e riflussi della vita attraverso la sua lente. Il suo lavoro può essere descritto come poetico, intuitivo ed emozionale, ed è guidato dal desiderio di tradurre i suoi sentimenti ed emozioni in immagini. Il concetto di tempo e atemporalità ha spinto Nanda a concentrarsi sulla fotografia in bianco e nero, una scelta che aggiunge profondità e atemporalità alla sua arte.

Connection Skins

Per Nanda, la fotocamera è più di un semplice strumento; è un simbolo di trasformazione. Ha contribuito a farle vedere la vita in nuovi modi, proprio come guardare attraverso la sua lente le ha mostrato prospettive fresche. Crede nell’uso della fotografia come mezzo per crescere e scoprire se stessa. «Non è sempre facile vedere le cose in modo diverso, ma mi sforzo di farlo,» dice. Questa filosofia si riflette nella sua pratica. Non vede solo l’acqua; vede anche il suo riflesso. Questo modo di vedere si estende a tutto ciò che cattura, sempre alla ricerca di nuove composizioni, sempre desiderosa di svelare una bellezza nascosta. Nanda gioca con la luce e l’ombra, creando una danza sia ritmica che malinconica.

«Proprio come il fiume intaglia il suo percorso nel paesaggio, così fanno le sfide che affrontiamo plasmarci. Le prove e le tribolazioni, i momenti di incertezza e dubbio, contribuiscono tutti alla nostra evoluzione personale. Ci insegnano resilienza, pazienza e l’arte dell’adattamento. Impariamo che la vera bellezza della vita non sta nell’assenza di ostacoli, ma nella nostra capacità di superarli. E mentre continuiamo il nostro viaggio, impariamo a fidarci del flusso della vita, sapendo che, proprio come il fiume, stiamo sempre evolvendo, sempre avanzando.»

Nel mondo di Nanda Hagenaars, ogni fotografia è un riflesso di questa filosofia. Con la sua lente come guida, ci invita a unirci a lei nell’esplorare i complicati intrecci della vita del fiume, trovando significato e bellezza in ogni scatto.

Nanda Hagenaars presenterà un suo scatto alla mostra Collater.al Photography presso la Fondazione Matalon di Milano dal 22 al 24 settembre 2023.

La danza ritmica e malinconica negli scatti di Nanda Hagenaars
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È uscito un libro con foto inedite di 2pac

È uscito un libro con foto inedite di 2pac

Collater.al Contributors · 1 settimana fa · Photography

“Tupac The Legend” è un volume di quaranta pagine con una raccolta unica di immagini scattate da Michel Haddi durante un servizio fotografico del 1993 con 2Pac. Il libro, firmato e numerato su 500 copie, è uscito il 13 settembre e ripercorre anche alcuni dei pensieri del rapper. Ciò che distingue questo libro è l’inclusione di citazioni da Tupac stesso, offrendo una comprensione più profonda dei pensieri e della personalità dell’artista. «Sono felice di presentare questo libro in edizione limitata: “Tupac The Legend”, con molte delle immagini presenti fino ad oggi rimaste inedite» dichiara Michel Haddi entusiasta.

La connessione personale di Haddi con Tupac aggiunge un ulteriore strato alla narrazione del libro. Durante il loro incontro, Haddi fu ispirato dalla volontà di ritrarre Tupac in abito. Un look che ricorda Martin Luther King Jr., una visione che il rapper decise di accogliere e il cui risultato si riflette nel libro.

Anche quella di Michel Haddi è una storia affascinante, da un’infanzia turbolenta a Parigi alla collaborazione con pubblicazioni e personalità iconiche nel settore della moda, la sua storia è avvincente quanto la sua fotografia. In conclusione, “Tupac The Legend” vuole essere un tributo visivo sentitissimo in onore dell’eredità di Tupac Shakur. Questo coffee table book in edizione limitata, con le sue immagini inedite e aneddoti personali, promette di essere una preziosa aggiunta alle collezioni di ammiratori e appassionati di ritratti del rapper.

Beyond Fashion a Milano è la mostra personale che aprirà il 19 ottobre 2023 e durerà fino al 16 marzo 2024 presso la 29 Arts in Progress Gallery Milan.

Ph. credits Michel Haddi courtesy of 29 Arts in Progress, Sarah Coldron

È uscito un libro con foto inedite di 2pac
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