Qualche settimana fa vi abbiamo parlato delle surreali architetture galleggianti di Matthias Jung. Bellissimi ma anonimi edifici che, sfidando la forza di gravità, fluttuano nel cielo su terre solitarie.
Quello che invece racconta l’artista francese Laurent Chéhère, con le sue Maisons Volantes, è una vecchia Parigi che si libera delle sue radici e che, allo stesso modo, vola libera in cieli nuvolosi o colorati dal tramonto.
Le sue case si ispirano all’estetica di Jules Verne, Albert Robida, Moebius, Hayao Miyazaki, William Klein, Wim Wenders, Federico Fellini, Serge Gainsbourg, Marcel Carné e Jean Cocteau ma anche al quartiere parigino, povero e cosmopolita, dove vive l’artista stesso.
Le immagini sono fotomontaggio di centinaia di elementi diversi, tetti, finestre, grondaie, camini, persone, antenne, graffiti e cieli, catturati e assemblati successivamente come fossero pezzi di un grande puzzle.
Le sue storie sono piene di ingredienti appartenenti alla commedia, alla poesia e al dramma, tutti facili da scorgere dopo aver guardato attentamente i suoi collage.
L’autore regala alcune chiavi per scoprirli tutti, ma le sue case volanti rimangono aperte alla libera interpretazione di chi guarda.