Mels Van Der Mede è un fotografo olandese, ha frequentato la Gerrit Rietveld Academy ad Amsterdam e dal 2003 entra a far parte di una cooperativa internazionale non-profit di fotografi, la Coca Braun, con basi a Monaco, Amsterdam e Berlino e si impegna a dare visibilità alla fotografia europea devota alla fine art con una rivista, Pingo.
Mels ferma i suoi soggetti in momenti racchiusi in una manciata di frazioni di secondo che pochi altri occhi umani noterebbero se non fossero immortalati in un’immagine. Le corse, con i loro movimenti scoordinati, bloccate, ammaliano l’occhio. Ciò che era un movimento di passaggio, diventa una posa che così immediata e repentina dà all’occhio la sensazione che il tempo sia in pausa. Il mondo non gira più. Né per chi è nello scatto, né per noi che guardiamo.
I gesti antigraziosi dovuti a una caduta, diventano eleganti e attraenti. Nessuna posa prestabilita o che faccia apparire il soggetto nel migliore della sua forma. L’essere umano in quei secondi in cui viene meno valutato per la sua bellezza.
Eppure essa emerge ugualmente. Susan Sontag affermava che le fotografie possono essere ricordate più facilmente delle immagini in movimento, perché sono una precisa fetta di tempo anziché un flusso. Mels blocca quel flusso nell’istante in cui il movimento è all’apice, facendo diventare esso il soggetto prezioso per la realizzazione di uno scatto che ci regala una sensazione di equilibrio precario che, a differenza della realtà, può in questo caso rimanere eterno.