Il rosa è il suo colore preferito e la frangia non la abbandona da ormai 19 anni: stiamo parlando di Giulia Hartz, l’irriverente illustratrice e designer italiana con sede a Berlino.
Appassionata degli anni ’90, la sua ispirazione principale nasce dalle storie che vive, dalle sue reminiscenze d’infanzia e dalle conversazioni con i suoi amici. Ciò che contraddistingue il suo stile, fortemente riconoscibile e curato al tempo stesso, è la capacità di avvicinare l’illustrazione ad esperienze ed oggetti di vita quotidiana appartenenti al periodo della sua infanzia.
L’illustrazione, intesa in tutte le sue forme e applicazioni sarà il tema del prossimo numero cartaceo di BRILLO, il tredicesimo, in uscita a inizio ottobre e che vedrà Giulia Hartz tra gli artisti protagonisti e per il cui lancio Collater.al ha fatto due chiacchiere con Giulia.
Il suo interesse per il design di prodotto nasce dopo aver conseguito il Master in Design Strategico, che le permette di esplorare il pensiero visivo e più in particolare l’illustrazione.
Dal disegno a china alle illustrazioni semi-realistiche di oggetti con i pantoni, per lei gli oggetti hanno sempre avuto un significato “talismanico” fortemente convinta, proprio come scrisse Aldo Rossi, che le architetture (e quindi gli oggetti) siano strumenti dell’uomo per combattere il tempo e sopravvivere.
Riconosce quindi in loro dei veicoli carichi di vita, di significato e di memoria. All’apice della sua carriera da illustratrice professionista, Giulia si rende conto che più si evolve come artista e più cresce il suo desiderio di rendere ciò che disegna qualcosa di reale. Vorrebbe vivere in un mondo pieno di “cose” cariche di significato ed essere circondata da utensili, strumenti ed aggeggi che siano carichi di colore e che raccontino storie.
Testo: Collater.al e BRILLO Magazine