Il secondo giorno passato nel pop-up store giallorosso è stato dedicato ai fotografi, 3 ragazzi – chi più tifoso chi meno – dell’ISFCI di San Lorenzo, storica scuola di fotografia.
Una giornata amarcord perché le foto hanno una direzione ben precisa a quanto pare, quella del ricordo. Perché è risaputo che i compleanni lasciano sempre quel retrogusto di cose passate, un equilibrio sottile tra il principio di un sorriso e l’occhio lucido.
Insomma, ci siamo capiti, ma – senza diventar poeti – sentiamo quello che hanno da dire i nostri tre “cacciatori di ricordi”.
Giuseppina:
Siamo 3 allievi dell’Istituto Superiore di Fotografia di San Lorenzo e abbiamo lavorato a questo progetto seguendo la direttiva dataci dal nostro insegnante: ripercorrere i luoghi dell’infanzia di Francesco Totti. Per capirci, posti come Porta Metronia, dove è nato, il campetto da calcio dove giocava, Trigoria… L’obiettivo era rievocare emozioni.
Dario:
Io li conoscevo tutti perché sono un tifoso sfegatato.
Carolina:
Io non tanto, infatti per me è stata anche una specie di esplorazione, uno scoprire.
Dario:
I primi luoghi che mi sono venuti in mente sono stati via Vetulonia, il campo della Romulea e il campo di Testaccio però quest’ultimo ormai non c’è più, purtroppo. Il mio approccio è stato molto street. Ho girato il quartiere e ho cercato di descrivere più che altro i luoghi, in particolar modo il campo della Romulea a Porta Metronia.
Giuseppina:
Per quanto riguarda me, invece, il lavoro che ho portato avanti ha sfumature a tratti “teatrali”, m’interessava il dietro-le-quinte. Mi piaceva l’idea di queste gambe al limite che sembrano quasi uscire dall’immagine. Una visione un po’ metafisica…
Carolina:
Io sono rimasta legata al tema del ricordo, una visione un po’ più romantica. Per ricordare i primi passi di Totti nel mondo del calcio. Una rievocazione di qualcosa che c’è ancora però fa parte del passato, a tratti evanescente.
Prima di salutare i ragazzi arriva anche il loro insegnante e quindi perché non chiedergli qual era il suo intento iniziale…
Dario Coletti:
Usare lo sguardo come se fosse lo sguardo di un bambino, di un ragazzo che comincia la sua carriera nel mondo del calcio, quindi andare nei luoghi dell’infanzia di Totti proprio per individuare lo sguardo di Totti stesso, ad esempio: “com’era il campo con quella luce di quel pomeriggio di tanti anni fa?” È proprio come se il lavoro fosse realizzato per Francesco Totti, per riportare il suo sguardo a tutte le persone che invece non sanno cosa significa stare dentro a un campetto, avere la passione, il sacrificio dell’allenamento e tutto il resto.
Le foto:





Team Day 2 – Fotografi:
Carolina Lo Bianco
Giuseppina Marino (Jo Fenz)
Dario Polverari
Dario Coletti – Insegnante