Io di Brock Davis ve ne ho parlato QUI esattamente un anno fa. Uno di quegli artisti, per me assieme a Spike Jonze, Michel Gondry, Charlie Kaufman e Wes Anderson, dotati di una febbrile genialità intuitiva e surreale, capaci di scoprire corrispondenze e raccontare il mondo da prospettive inusuali, fantastiche.
Davis è un artista multidisciplinare, lavora nel mondo dell’advertising da 17 anni, ed è art director alla Carmichael Lynch, ma riesce ancora a creare opere per divertimento, come le grafiche per magliette su Threadless e collaborando con i suoi visual con riviste come il New York Times, Wired, Esquire, Fast Company e O Magazine.
Nell’ultimo periodo è diventato prolifico anche su Instagram, Tumblr e Vine, postando scatti e microvideo che giocano con la banalità del nostro quotidiano portandolo fuori dall’ordinario. Condensa in un’immagine un universo di anomalie e interferenze tra realtà e fantasia. Lo sguardo è quello di un bambino adulto, che non ha perso l’ingenuità e la genuinità, che continua a giocare, ad inventare storie. Ogni cosa è trattata e tradotta per il nostro sguardo come se la vedessimo per la prima volta.
Un po’ come fanno anche Kevin Van Aelst, Sarah Illenberger, Nancy Foutes e Ron Ulicny, in modo diverso e raccontando altre storie impossibili.
Io vi posto un bell’assaggio, voi iniziate a seguirlo.