Design Caselli 11-12: la galleria per il design emergente a Milano
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Caselli 11-12: la galleria per il design emergente a Milano

Giorgia Massari

C’è una galleria a Milano che non parla di collectible design solo ed esclusivamente durante la Design Week, ma ne fa la propria mission per tutto l’anno. Caselli 11-12, in zona Porta Nuova, è forse una delle prime gallerie in Italia a sostenere e a promuovere i designer emergenti focalizzati sul collectible. Stiamo parlando del design contemporaneo da collezione, il pezzo unico e artigianale che rende sempre più labile il confine tra arte e design. Nonostante essi siano prodotti a tutti gli effetti funzionali e dunque “di design”, caratteristiche come l’unicità e l’artigianalità, oltre al forte aspetto creativo, tendono ad avvicinarli sempre di più all’opera d’arte. In Europa, così come negli Stati Uniti, il mondo del design accoglie sempre di più questo approccio, soprattutto in un’ottica rinnovabile, scegliendo materiali di riuso. L’Italia sembra apprezzarlo, o meglio, porlo al centro dell’attenzione solo durante alcune specifiche occasioni, come quest’anno da Alcova, durante il Fuorisalone.

Tornando a Caselli 11-12, ci ha sorpreso scoprire l’esistenza di una realtà così ben definita e proiettata su questa specifica categoria di design ma, ciò che ci ha colpito ancor di più, è il target dei designer scelti. Sono tutti giovani, emergenti e internazionali. Ne abbiamo scoperti alcuni durante la visita della loro seconda mostra – MAKERS 2, di cui vi abbiamo già parlato – la quale durata è stata prorogata grazie al grande successo ottenuto. I designer sono sempre invitati dalla galleria a ragionare su nuovi approcci, reinterpretando materiali non convenzionali in chiave funzionale. Lo spazio storico accoglie ad esempio sedute di cera e di cartone resinato, precarie e mutabili, introducendo il concetto di temporaneo.

Parlando con loro, ci raccontano che Caselli 11-12 nasce da OLTREFRONTIERA PROGETTI, uno studio di design e architettura che opera nel settore della vendita al dettaglio e della visuale dal 1993. “In trent’anni sono state acquisite competenze di tutti i materiali e delle relative tecnologie presenti sul mercato, anzi, spesso le abbiamo dovute inventare facendo dei grandi esperimenti. C’è tanta passione nella ricerca, nell’innovazione e nella sperimentazione. Perché quindi non finalizzare questo know-how anche per oggetti non industriali?” – ci raccontano – “Ci siamo accorti, osservando città come New York, Londra e Parigi, che un certo tipo di pubblico desidera sempre di più possedere prodotti speciali, su misura, realizzati con i materiali più disparati e con tecnologie artigianali o innovative.

Ph Credits Andrés Juan Suarez

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Scritto da Giorgia Massari
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