È il primo luglio 2020, siamo a Shenzen, in Cina, e si alzano in volo migliaia di droni, vispi come uno sciame di api e illuminati da una luce a LED. I 5200 dispositivi iniziano a volare in formazione compatta sopra i palazzi della città, muovendosi sincroni fino a comporre il numero 100 e la forma di una falce e un martello. Si tratta dell’installazione realizzata dalla televisione di stato per celebrare il centenario della nascita del partito comunista, oltre che il nuovo Guinness World Record per il maggior numero di droni fatti volare simultaneamente.
Gli Unmanned Aeral Vehicles (UAVS) infatti non servono solo per riprese panoramiche, ma sono in uso da diversi anni per creare coreografie luminose nei cieli. Negli ultimi mesi stanno aumentando le performance di queste lucciole elettroniche controllate da intelligenza artificiale.
Utilizzate per scopi propagandistici, commerciali o artistici, l’effetto scenico è il principale motivo di attrazione della drone art, capace di creare nelle città un paesaggio futuristico high tech, mai realizzato per come lo abbiamo immaginato nei libri, da almeno mezzo secolo ad oggi.
Dal partito Comunista cinese a Burberry, le installazioni di droni hanno tutte le caratteristiche che si pensa possa avere l’arte del futuro, nella quale la tecnologia non è una possibilità ma il linguaggio.
Come funzionano i droni?
Le principali aziende specializzate nella creazione di questi spettacoli, come per esempio SkyMagic o HighGreat, sono tutte più giovani di due decenni, con sede in Asia, tra Singapore e Shenzhen (considerata la capitale dei droni). Altra azienda che realizza spettacoli di grandi dimensione è la statunitense Intel.
Il movimento dei droni è regolato da un algoritmo comune centralizzato, che gestisce le traiettorie tracciando i movimenti per gruppi di elementi. In ciascun drone è presente poi una luce a LED, statica o variabile, che consente di dare movimento e tridimensionalità ai disegni.
La tecnologia automatizzata gestisce ogni centimetro di posizionamento dei droni e, trattandosi di programmi, può capitare anche che si incappi in imprevisti.
Nei giorni scorsi a Zhengzhou, 200 droni hanno iniziato a precipitare dal cielo, durante uno spettacolo organizzato da un centro commerciale della città. A metà tra una scena comica e il finale di un film fantascientifico in cui la tecnologia si impossessa della Terra, il proprietario ha dato riparo ai cinquemila spettatori dentro all’edificio.

Record, propaganda e scarica questo nuovo gioco
Lo spettacolo “Single Fire: A Hundred Years of Light” per il partito comunista cinese è come detto il più grande mai allestito con i droni. La falce e il martello nel cielo, così come i volti dei personaggi chiave della storia cinese hanno creato un’atmosfera di propaganda post-futurista. È però possibile riconoscere nello show anche un importante valore artistico: le architetture simbolo del Paese, nel cielo di Shenzen non apparivano come lucine di natale, ma piuttosto bellissime geometrie stilizzate, come fossero opere di Edoardo Tresoldi.
Nel cielo di Tianjin è andato in scena anche il più lungo spettacolo di UAVS, con 600 dispositivi illuminati che hanno ripercorso la storia di Vincent van Gogh, andando a formare girasoli, il famoso autoritratto e le spirali, creando nel cielo la “Notte stellata” dipinta nel 1889. L’esibizione è durata 26 minuti e 19 secondi, durante i quali i droni si sono mossi in perfetta sincronia.
Il primo spettacolo con i droni risale al 2012, con 49 UAVS che volarono sui tetti di Linz in Austria, ora gli esperimenti più interessanti sono in Asia, ad esclusione di qualche esibizione in Nord America ed Europa.
Europa
In Europa vengono allestiti voli di UAVS per pochi grandi appuntamenti. Basta pensare che a Londra il primo show di droni è andato in scena per il capodanno 2021, sopra la O2 Arena, con un numero molto ridotto di elementi (300). Altri recenti (e belli) sono stati quelli per San Patrizio a Dublino (non avete mai visto un quadrifoglio così grande), oppure quello di fine agosto 2021 ad Atene. Intel, una delle prime a fare esperimenti, dal canto suo già nel 2015 aveva allestito uno show ad Amburgo.
Anche Torino in Italia ha ospitato nel 2019 un volo di LED, durante la festa di San Giovanni, patrono della città.

America
In Centro e Sud America, il più grande show realizzato fino a ora ha impiegato 300 droni, in formazione fino a comporre il logo della Paramount. A Città del Messico la casa di produzione cinematografica ha scelto di lanciare così il proprio servizio di streaming. Durante lo spettacolo in cielo si animavano uno Spongebob gigante e un uomo che correva, chiaro riferimento a Forrest Gump, film prodotto proprio da Paramount nel 1994.
Rispetto all’Europa, negli Stati Uniti sono decisamente di più gli spettacoli, ma il numero di droni impiegati è minore rispetto a quelli degli show asiatici. Anche i soggetti sono più semplici e stilizzati.
Da segnalare, in ordine sparso, l’esibizione durante la partita di baseball tra Oakland Athletics e New York Yankees (agosto 2021-200 droni), durante la quale sono comparsi in cielo logo e personaggi di Star Wars. Ma ancora, quelli meno appariscenti al parco di divertimenti Dollywood (Tennesee), o a Rochester, nello stato di New York in occasione dell’Independence Day. Sempre Intel, nel 2018, per i suoi 50 anni ha liberato a Folsom, in California, 2000 droni, per cinque minuti di show.
La semplicità e la minor precisione delle figure realizzate solo tre anni fa, consente di apprezzare ancora di più il progresso dei nuovi spettacoli, con ambizioni e numeri simili a quello di Folsom.
Tra gli utilizzi recenti più interessanti c’è lo spettacolo allestito da Burberry in Colorado, con i droni a tracciare nella notte il logo introdotto dal direttore creativo Riccardo Tisci. Quello del brand è un utilizzo che unisce performance artistica, effetto scenico e obiettivo commerciale, un’ulteriore evoluzione del linguaggio della drone art, che coglie tutte le potenzialità del medium.

Asia
A proposito di campi di applicazione, in Asia, come detto, i droni vengono utilizzati da tempo sia per scopi artistici che promozionali, oppure per formare enormi billboard attraverso i quali diffondere messaggi. Tra il 2020 e 2021, 1000 droni hanno annunciato la fine del lockdown a Wuhan, 600 hanno ringraziato gli infermieri di tutta la Cina durante la giornata mondiale degli operatori sanitari, 2000 hanno celebrato la festa nazionale e altri ancora hanno accompagnato l’arrivo del 5G nel Paese.
L’utilizzo più eccentrico che si fa dei droni in Cina è comunque quello di propaganda, sconosciuto con queste modalità in ogni altra parte del mondo. Del compleanno del partito comunista si è già parlato qualche riga fa. A settembre 2021 invece, per festeggiare il 30° anniversario dell’indipendenza del Turkmenistan, sono stati proiettate le sagome del cane Alabai e del cavallo Akhal-Teke, animali personali del presidente Gurbanguly Berdimuhamedow.
Sempre nel filone “droni e pubblicità”, l’altra stranezza successa a Shanghai ad aprile 2021 è stata la presenza in aria di un enorme QR Code, realizzato ovviamente con i droni e dal quale si poteva scaricare il gioco per smartphone Princess Connect.

La prima considerazione da fare sulla drone art riguarda il suo forte fascino attrattivo e scenografico: le dimensioni degli show, gli spazi aperti o il contesto di città futuristiche come Shanghai, creano un colpo d’occhio difficilmente eguagliabile da altre performance o installazioni artistiche. I droni permettono di esplorare con opere artistiche luoghi inospitali, come montagne e foreste, basti pensare che gli UAVS possono raggiungere i -30 gradi e i 3500 metri di altitudine.
Oltre a proiezioni all’aria aperta, i droni sono utilizzati anche come scenografia durante spettacoli teatrali o concerti, migliorando l’effetto tridimensionale e il coinvolgimento degli spettatori nella scena.
Al momento i costi per realizzare uno show rappresentano un ostacolo all’utilizzo dei droni per piccoli progetti o per artisti emergenti. Difficile per altri motivi pensare di vedere immagini propagandistiche del Partito Democratico o della Lega Nord illuminare i cieli di Milano e Roma.
L’interconnessione tra arte e tecnologia, che si scambiano i linguaggi fino a doppiarsi, permette però di pensare ai droni come una forma d’arte del futuro, al servizio della pubblicità e di una sperimentazione che non ha ancora raggiunto il suo prime.