È oramai il modo più diffuso per comunicare, quello più semplice ed intuitivo.
Le emoji sono ovunque e devono rappresentare tutti, sono diventate, infatti, anche motivo di battaglia.
C’è chi le ha volute per le persone dai capelli rossi, chi per le donne con il velo, chi per le famiglie arcobaleno o le famiglie interculturali, chi per il sexting e chi, come grindr, per rendere gli incontri fra i suoi utenti ancora più semplici da organizzare.
La comunità LGBT potrà infatti fare uso di emoji, le gaymoji, più o meno esplicite grazie all’ultimo aggiornamento della chat di incontri gay che, per eliminare completamente la timidezza all’interno del suo canale, ha messo a disposizione melanzane, manette, pesche, reginette di bellezza e anche qualcosa di non propriamente legale come il popper, una ‘T‘ dorata che richiamerebbe i cristalli di metamfetamina e la pillolina blu 701 che dovrebbe rappresentare la Prep, la profilassi preventiva per i rapporti al alto rischio HIV.
Le polemiche non sono state poche, ma l’irriverenza ironica della gran parte delle emoji le ha messe a tacere.