Jean Paul Gaultier è senza discussioni uno dei più geniali ed eccentrici designer di sempre.
La sua fulgida e incredibile carriera di couturier è costellata di picchi inarrivabili e unici che hanno fatto la storia della moda contemporanea.
In realtà però, la scintilla che ha dato il via a tutto e ci ha regalato il meraviglioso lavoro dell’enfant prodige della moda francese va ricercata nella settima arte, il cinema.

Il film “galeotto” fu Falbalas, del regista francese Jacques Becker, uscito nel 1945. La pellicola racconta la storia di uno stilista donnaiolo che inizia a corteggiare la fidanzata di un suo caro amico, ma le cose non andranno come previsto.
“Sono stato letteralmente sedotto dall’atmosfera del film e in particolare da quella di una maison durante la Seconda Guerra Mondiale”, così si espresse Jean Paul Gaultier proprio a proposito del film e del motivo per il quale fosse stato l’illuminazione che lo portò poi a intraprendere la strada che lo ha portato ad essere ciò che è stato e che è ancora oggi.

Cresciuto nei sobborghi parigini, JPG non ha mai studiato per diventare uno stilista, è a tutti gli effetti un autodidatta che iniziò ad inviare i suoi bozzetti ai designer francesi più in voga del tempo. Fu Pierre Cardin a intravedere per primo le potenzialità e l’enorme talento di quel giovanissimo disegnatore, tanto da assumerlo come suo assistente nel 1970.
È nel 1976 però che Gaultier lancia il suo brand omonimo, e da lì in avanti la storia la si conosce: il designer francese si affermerà come una delle personalità più eclettiche e geniali della storia della moda contemporanea.

È però con il film del 1989 di Peter Greenaway, Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante, che JPG può finalmente dare sfogo al suo desiderio di ricongiungersi con il suo primo amore. Gaultier sarà il costumista di quel film, dove Helen Mirren indosserà il famosissimo body nero tagliato dall’inconfondibile estetica bondage, capo che rappresenterà da quel momento in avanti, la perfetta sintesi tra il lavoro dello stilista francese come designer puro e quello da costumista.
Lavorerà ancora in questo ruolo ne La città perduta o La città perduta dei bambini, film francese di fantascienza del 1995 diretto, da Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro, ambientato in un futuro prossimo e che strizza l’occhio allo stile steampunk.

Ma è nel 1997 che il suo estro nel mondo del cinema si manifesta in tutta la sua grandezza.
Il cineasta francese Luc Besson lo sceglie come costumista per il film prodotto in Europa più costoso di sempre per l’epoca, l’iconico Il quinto elemento.

Qui Gaultier può davvero giocare e divertirsi come mai prima. Per il film infatti verranno stanziati oltre 90 milioni di dollari – per un incasso globale di oltre 264 – e realizzati più di 1000 costumi.
L’estetica della pellicola rimarrà nell’immaginario collettivo definendo un’epoca e uno stile, ricevendo una candidatura ai Premi César anche per i migliori costumi.

Per sempre indelebile nella memoria di tutti quelli che hanno visto il film, le fasce bianche indossate da Leeloo, un essere dalle sembianze umanoidi e interpretato dalla splendida Milla Jovovich, oppure la catsuit leopardata indossata da Chris Tucker – DJ Ruby Rhod nel film – per fare un altro esempio.
Ad essere stellare non furono soltanto i costumi, anche il cast non fu da meno: Oltre agli attori già citati troviamo Bruce Willis, Gary Oldman, Tricky, Mathieu Kassovitz e tanti altri.

Il suo essere un visionario, un anticipatore dei tempi e delle tendenze, basti pensare al suo superamento già all’epoca del concetto di genere per immergere i personaggi del film nel futuro in cui vivono (il film infatti è ambientato principalmente nel 2263), fa di Jean Paul Gaultier un genio creativo irripetibile anche nel mondo del cinema. Nel 2004 lavorerà anche ai costumi de La mala educación di Pedro Almodóvar insieme a Paco Delgado.

La statura artistica come costumista e come uomo di cinema a tutto tondo verrà poi resa definitiva nel 2012, quando il couturier fu scelto come giurato per la 65esima edizione del Festival di Cannes.