Uno dei tanti ricordi che ho di quando ero piccola è mio padre che mi dice di non disegnare col dito sui vetri della macchina “ché poi i segni non vengono più via”. Fa specie pensare a quanto sia facile non fare una cosa del genere e allo stesso tempo quanto sia difficile non lasciare la traccia di un cuore, uno smile o una casa sulla condensa. In questo periodo poi, in cui ora che l’aria condizionata si riscaldi e faccia il suo dovere siamo già arrivati a destinazione, l’impresa di lasciare indenni i finestrini è davvero impossibile.
Sono sicura che questo vizio innocente lo avesse anche Jochen Mühlenbrink che ai segni su vetri ha dedicato un’intera serie di opere.

Jochen Mühlenbrink vive e lavora tra la Germania e i Paesi Bassi e ad oggi è attivo a livello internazionale, esponendo in diverse mostre e collezioni private e pubbliche. Definirlo solo un artista vorrebbe dire sminuire il suo lavoro: forse il termine più adatto per descriverlo è illusionista.
Mühlenbrink è un esperto dell’olio su tela, tecnica che utilizza per rappresentare diverse superfici e quindi per ingannare lo spettatore. Qualche anno fa fece una serie di dipinti che simulavano dei quadri avvolti nel pluriball che erano talmente perfetti da far venir voglia di scartarli. Il suo studio dei materiali è continuato con alcune opere che rappresentano delle tele completamente coperte da dello scotch da pacchi.
Da qualche tempo a questa parte la sua attenzione si è focalizzata, appunto, su quello strano effetto creato dalla condensa sui finestrini e sui disegni che si possono creare col le dita e che rivelano ciò che sta dietro al vetro.
Noi abbiamo selezionato solo alcune delle sue opere, per scoprirne di più visitate il suo sito e per vedere tutti i dettagli seguitelo su Instagram.





