Scomparso a soli 54 anni nel marzo del 2020, Katsuya Kamo è stato un genio folle e delicato, un equilibrista dell’estremo e un cultore della bellezza fugace, effimera. Kamo era un modista, hairstylist, truccatore e artista giapponese, ma nessuna di queste definizioni rende davvero l’idea della caratura artistica e di chi fosse davvero Katsuya Kamo.

Katsuya Kamo nasce a Fukuoka nel 1965, in quelle che all’epoca erano ancora zone rurali del Giappone post secondo conflitto mondiale, e inizia da giovanissimo a interessarsi al mondo della moda, del disegno e dell’hairstyling.


Inizia quindi la sua formazione da hairstylist affiancando un parrucchiere locale prima di trasferirsi a Parigi, dove diventa assistente dello stilista giapponese Tetsuya Tamura, dando sfogo quindi al suo amore per la moda – le sue ispirazioni iniziali sono state Rei Kawakubo e Yohji Yamamoto per capirci – che lo porterà poi a lavorare con gli stilisti e le maison più importanti a livello globale.
Nel 1996 decide di tornare a casa, in Giappone, a Tokyo per l’esattezza, dove inizia la sue collaborazioni con Junya Watanabe e Jun Takahashi, sviluppando rapporti personali e lavorativi con i due designer di culto giapponesi e curando l’hairstyling per Comme des Garçons e Undercover.


Nella sua carriera da hairstylist – grazie al suo approccio unico e inimitabile, alla fervida immaginazione, all’incredibile capacità tecnica e alla voglia di sperimentazione estrema sotto tutti i punti di vista (forme, colori, materiali, etc.) – lavorerà con i più grandi nomi della moda internazionale. Curerà le acconciature e i copricapi per le sfilate di Fendi, Chanel, Haider Ackermann e Maison Martin Margiela.

In un’intervista a Vogue, Ackermann ha parlato così di Kamo: “Non era necessaria alcuna conversazione tra noi, nessuna parola. Lavoravamo in armonia, in silenzio, mentre osservavo dove mi portava la sua sensibilità artistica, un mondo perfetto ed equilibrato di grazia e follia. Era il miglior compagno di giochi che si potesse sognare”.
Katsuya Kamo è stato tutto e il contrario tutto. Ha mantenuto vivo lo spirito punk e allo stesso tempo i suoi lavori sono stati espressione di delicatezza, estro, immaginazione e bellezza transitoria. Le sue creazioni infatti “esistevano” il tempo di percorrenza di una passerella, ma di una cosa si può esser certi, il lavoro di Kamo è destinato a restare per sempre.









