Il circo della moda ha chiuso i battenti. Almeno qui da noi. Le orde di modelle se ne sono irrimediabilmente volate verso Paris. Addieu belle gambe. I gentili giullari di corte che sedevano nei più prestigiosi front row dovranno prendersi una settimana di rehab, dopo i ritmi disumani sostenuti. Nemmeno tirando il Sahara si potrebbero reggere. Noi invece, tiriamo tutti il fiato: Les jeux sont fait. I giochi sono davvero finiti in città, anche Prada ha sfilato. Lappuntamento più SUPERTOP, se vuoi essere veryCOOL, si è consumato in unaustera location e in molti sembrano non aver capito.
(Chiameremo i due personaggi Cip e Ciop per proteggerli dal sicuro linciaggio).
Cip: …Una collezione così controversa, immediata, con un riferimento così schietto, così Kawakubiano. Non trovi?
Ciop: No, Rei Kawakubo? Non con Prada. Sul controverso sì. Fa cagare si dice a casa mia.
Cip: Ma non essere drastico e volgare. Per cortesia. E non urlare. Non vorrei mica che qualcuno ti senta!? Cogli e cerca la poesia. E poi se Vuitton sispira a Kusama, Prada per non essere da meno, sceglie Kawakubo. Tutto molto logico.
Ciop: No, scusa se ti correggo. Ma Rei Kawakubo è l’apoteosi dei giapponesi. La capa assoluta. Ha fondato Comme des Garcons. Roba seria e concettuale vera: moda destrutturata, quella che ha segnato lo stile dei designer giapponesi venuti anche dopo. Penso che Prada abbia un approccio molto diverso.
Cip: Sbagli, non capisci. Non vorrai mica far parte del popolo? Quello che critica perché non se la può permettere. Io leggo questa spring/summer 2013 come una reazione a quanto sta succedendo. È la sua criptonite contro lAnna Dello Russo style. Un inno alla moda vera. Il suo punto di rottura rispetto ad un processo di ricerca che oramai maturo si spoglia degli orpelli. Mette il dettaglio solo per far contrastare ancora di più i toni scuri e fuori stagione.
Ciop: sicuramente entrambe, come designer, hanno un occhio attento alla società, all’arte e a quello che le circonda ma
Cip: Ma cosa? Non vedi? C’è minimalismo, cupa tristezza ripeto. Al contempo però, inserisce stampe minimali ed infantili molto pop, warholiane diciamo, comprensibili per tutti. Tocchi che, ancora una volta, donano speranza nel grigiore delle tinte da lei scelte.
Ciop: Si, ma in una chiave totalmente diversa.
Cip: Ma infatti prende ispirazione, Miuccia non copia. Reinterpreta un concetto, lo porta ad modifica, irrimediabilmente. Lo fa proprio e poi lo esterna in una collezione che si stacca dai canoni estetici da lei di solito perseguiti. Il tutto per omaggiare una grande maestra. La più concettuale come sottolineavi tu.
Ciop: Miuccia ha fatto quella collezione in una settimana perché lunica sera che si è potuta stravaccare sul divano hanno dato Memorie di una Geisha su Sky.
Cip: Non è così.
Ciop: Sono collezioni inutili. Sport per lei, le deve fare.
Cip: Credo nell’umiltà di Miuccia. Sa dare peso alla storia.
Ciop: Miuccia è una femminista borghese che dimostrava in piazza vestita Yves Saint Laurent.
Cip: Le persone cambiano, era giovane. Ci si emancipa no?
Ciop: Devi capire senza offesa, ma a lei vengono di getto ste cose. Non è che ci pensa molto. Cosa gli faccio mettere questanno? Mmmmm…calzini da tartaruga ninja come i samurai e una bella pelliccia ad agosto.
Cip: E noi secondo te siamo come coglioni a dargli interpretazioni?
Ciop: Più che altro a comprare. Se parlassimo e basta Miuccia farebbe la postina. Invece è Miuccia a decidere per noi.
Cip: Non hai fiducia nel popolo della moda.
Ciop: Non ho fiducia in deficienti che si vestono mettendo in pericolo la loro vita. Una volta ha fatto una collezione estiva fatta di tacchi improponibili indossati necessariamente (altrimenti non sei cool) con i fantasmini (quindi il piede scivola). Questanno ci rifila anche linfradito, pelle e pelliccia. Delle saune ambulanti. Ma se preferisci, in unaltra collezione, aveva scelto gonne a tubo con l’orlo così stretto e senza spacco che era impossibile camminarci. La metà delle modelle sono cadute durante lo show. Scimmie ballate! Se la sarà risa dietro le quinte.
Cip: Come sei superficiale e becero. Voleva solo dare un twist molto femminile alla collezione, richiamando i vestiti fascianti degli anni 50. Una donna diva che se ne frega delle convenzioni.
Ciop: Mettendosi uno dei reggiseni proposti per lestivo appena trascorso? “Ho cercato nell’abbigliamento i dettagli della femminilità e li ho esagerati”. Certo, così da riuscire a mettere in ridicolo tutte, anche le più fighe che indosseranno i tuoi capi. Stai bene con il mio reggiseno e io ti costringo a dei tacchi da amputazione. È tutta una sordida vendetta di una nata molto brava, ma non troppo figa.
Cip: Screanzato! Miuccia è una donna di cultura, intelligente, preparata. Una che ha segnato dei grandi punti di rottura e cambiamento nella storia della moda. Se ne frega di essere la più bella, lei è la più Figa.
Ciop: Su questo concordiamo. La più figa: Una donna a capo di un impero in cui decide come la classe più ricca debba vestirsi e tutto il resto sotto a sbavare.
La Re Sole contemporanea. E noi sotto, scimmie, a ballare.