Nella maggior parte dei casi un colore è solo un colore. Uno scherzo della luce che rotola placido nella nostra retina, uno strano gioco a rincorrersi tra fisica e chimica che ha smesso di stupirci non appena abbiamo aperto gli occhi la prima volta.
Poi capita che qualcuno o qualcosa riesca a incamerarne il fragore, a sentirne il battito, la forza elettrica sull’epidermide. Qualcuno che riesce poi a restituire con semplicità miracolosa l’esplosione magica e muta, a rivelarne l’incanto formidabile con la semplicità di uno starnuto.
Basta un accostamento e tutto divampa per la prima volta.
Ecco Matteo De Longis.