“Distopia” sembra essere la parola d’ordine di quest’anno per cercare di dare spazio ed attenzione a temi noti, affrontati ma non ancora risolti. Le ancelle di Margaret Atwood sono passate dalla narrazione scritta della loro creatrice al piccolo schermo, conquistando diversi Emmys. Altri sono in attesa della nuova stagione di “The Man In The High Castle“, per scoprire come se la caveranno giapponesi e nazisti a gestire l’America e il mondo.
In realtà sembra quasi impossibile delle volte dividere il mondo dell’arte da questa tendenza, tanto che non c’è da meravigliarsi quando viene riproposta dall’artista spagnolo David de la Mano in alcuni dei suoi ultimi lavori a Londra.
In uno di essi, secondo un movimento che pare quasi assomigliare ad un girone dantesco, o per lo meno per come è sempre stato rappresentato nel tempo, soldati dalle fattezze piuttosto strane marciano. Teste di altri animali come cani e uccelli si sostituiscono per alcuni dei protagonisti a quelle umane, in un lavoro artistico che vuole ricollegarsi ad uno dei temi più pressanti di questi ultimi anni, quello dei migranti.
Le ombre di de la Mano scappano da fame, povertà, guerra e morte per cercare il loro posto nel mondo affrontando le onde, il caos, la paura e sembrano trovare temporaneamente un posto sulle facciate di muri e palazzi.