Ancora un assaggio di Sicilia per questo ottavo appuntamento con The Wander Playlist. Un racconto il cui filo conduttore è la pietra scura e magmatica che caratterizza il paesaggio catanese, dall’Etna fino alla costa, dalle distese lunari ai Faraglioni di fronte ad Aci Trezza.

Il nostro tour si svolge a fine agosto, a farci compagnia per registrare ogni momento e catturare i paesaggi ruvidi e assolati della sicilia orientale, le nostre fedeli Lumix.
A bordo della nostra fedele Countryman giriamo per qualche giorno la provincia di Catania, partendo da una gita sul vulcano. Per tutti quelli che sono nati alle sue pendici, l’Etna è la madre severa. Un luogo quasi divino, dove mito, natura e culti antichi si fondono. Un luogo incantato e crudele, capace di dare vita e terrorizzare, raccogliere leggende laiche così come racconti religiosi. L’Etna ti lega magneticamente, i suoi odori ed i suoi colori, diventano parte del dna di chi è cresciuto alle sue pendici. E il vulcano sembra quasi controllare l’umore di ogni suo figlio.
“Più di tutto a me piace la Sicilia, ma solo dall’alto dell’Etna, nella luce, a patto di dominare l’isola e il mare.” (La caduta – A. Camus)
Il tempo varia di continuo, il cielo si apre e si richiude. Ci fermiamo al Rifugio Sapienza e dopo una visita veloce ai Crateri Silvestri, ci dirigiamo verso il Sentiero Schiena dell’Asino per arrivare fino alla Valle del Bove. L’inizio del percorso è caratterizzato da un bosco attraversato da un sentiero pietroso. Quindi si apre su una pianura tranquilla e procede senza troppa fatica.
Lungo il sentiero riusciamo a scorgere da una parte la città di Catania e di fronte il Mar Jonio. Proseguiamo fino ai bordi della Valle del Bove. Il paesaggio è mozzafiato. Una distesa sterminata. Una conca che raccoglie le colate laviche più imponenti degli ultimi anni.
Secoli e secoli di eruzioni hanno modificato il paesaggio circostante, trasformandolo in un ambiente suggestivo quasi lunare. Un ambiente tutelato da un vasto parco naturale, il parco naturale dell’Etna che dal 2013 è anche Patrimonio dell’umanità per l’UNESCO.

















Nei giorni successivi giriamo per la costa, dal Porto fino a Santa Tecla, dal lungomare di Ognina, fino ad Aci Castello e Aci Trezza.
L’Etna è sempre stata fonte d’ispirazione. Già nell’Odissea di Omero, il ciclope Polifemo infuriato con Ulisse che lo ha accecato del suo unico occhio, gli scaglia contro dei blocchi di lava, che oggi secondo la tradizione si trovano di fronte al lungomare di Aci Trezza. La costa è nera e scogliosa, piena di ingrottamenti e blocchi di lava che raccontano il rapporto di convivenza tra la città ed il vulcano.
Un legame indissolubile con la terra e con chi ci vive. Il vulcano domina la città dall’alto e ridisegna il panorama e il paesaggio. E insegna a chi vive alle sue pendici ad avere un diverso ritmo, che è il ritmo del suo respiro.






