Pauline Bachel è un’artista che guarda il mondo con occhi onirici e trascrive le sua particolare visione in disegni sinceri, che portano con loro un’aurea mistica. Le sue opere sono ispirate alla cultura della sua isola, quella creola, e celebrano l’esotismo quasi rarefatto di una poetica lussureggiante, di corpi nudi e aggraziati, di una natura per noi lontana e di una femminilità sublime.

Il mondo artistico di Pauline Bachel vive nella rigogliosa giungla dei tropici dove è nata. L’amore per la natura diventa, in maniera più profonda, un amore per lo stato di natura delle cose, dove i personaggi, gli oggetti, le forme e i colori che vivono nei suoi quadri e illustrazioni sono riconducibili a un universo artistico quasi “puro”, scevro dalla modernità o dai suoi effetti.

Di particolare interesse è anche la scelta dell’artista di utilizzare l’acquerello come medium principale delle sue opere perché “è molto giocoso, con i suoi giochi di trasparenza, sovrapposizione e ombreggiatura.”

In un mondo così accogliente e limpido, dove non esistono sovrastrutture concettuali o altro, è affascinante la grande presenza di figure femminili. Come lei stessa afferma, “il tema della donna mi è venuto naturale, senza che mi ponessi troppe domande. Le ho sempre disegnate. È un elemento ricorrente nella storia della pittura; le donne mi ispirano grande delicatezza e mi piace rappresentarle in modo contemplativo.”

Guardando i suoi lavori non possiamo non notare un grande influsso della pittura post-impressionista di fine Ottocento: Gauguin, Rousseau sono solo alcuni autori che hanno influenzato il suo tratto. Gauguin lo rintracciamo nella delicatezza con cui tratta e ammira la figura femminile, mentre il Doganiere Rosseau è sicuramente una fonte di ispirazione per muovere la fantasia e per darle modo di mostrare la giungla che lei vede e che vuole rappresentare.


Autore: Francesco Fusi