PRO-Keds è uno dei brand fondatori della storia della sneaker culture newyorkese, un marchio con una legacy unica e una delle più longeve aziende americane che ha lanciato la sua linea sportiva nel 1949.
Un vero e proprio fenomeno di culto che negli anni ’70 ha scavalcato i confini delle palestre e dei campi da basket per diventare uno statement, un segno distintivo di stile.

Come dicevamo all’inizio, siamo nel 1949 e nonostante il ricordo bellico sia ancora impresso nella mente di tutti, negli Stati Uniti un senso di ottimismo inizia a farsi strada tra le anime delle persone nelle città, nei luoghi di ritrovo e nelle aziende. All’epoca le scarpe per l’attività sportiva non erano una priorità ma qualcosa stava cambiando, nell’aria c’era voglia di novità.
Proprio partendo da queste sensazioni comuni che nasce la collezione PRO-Keds con il modello Royal pensato appositamente per il basket, sport che a quei tempi rispecchiava esattamente il sentiment del tempo perché era l’esemplificazione sportiva del cambio di passo dell’intera cultura americana.

Fu una vera e propria leggenda del gioco a presentare al mondo la Royal e la collezione PRO-Keds, stiamo parlando di George Mikan, uno dei pionieri del basket e uno dei giocatori più dominanti della storia della NBA. Mikan, con il suo iconico numero 99 portò i suoi Minneapolis Lakers a vincere ben cinque titoli fino al 1960, quando poi la franchigia si spostò a Los Angeles, dove è tuttora. A causa del dominio del giocatore dei Lakers, la NBA fu costretta a raddoppiare le dimensioni dell’area dei tre secondi per tenere Mikan il più possibile lontano dal ferro a causa della sua predominanza sugli altri lunghi della lega, celeberrima fu la scritta esposta all’esterno del Madison Square Garden di New York, che presentava la partita in programma quel giorno: “I New York Knickerbockers contro George Mikan”, proprio a testimoniare il suo strapotere sul parquet.

Nel 1950 è stato dichiarato il miglior giocatore della storia della pallacanestro ed è l’unico vincitore di 7 anelli totali nelle 3 leghe che hanno scritto la storia della pallacanestro professionistica americana (NBL 1947 Chicago Gears – 1948 Minneapolis Lakers, BAA 1949 Minneapolis Lakers, NBA 1950 e 1952-1954 Minneapolis Lakers).
Da quel momento in poi, grazie anche al numero 99 dei Lakers, queste semplici e minimali sneaker americane sono diventate un fenomeno di culto assoluto.

Nel corso degli anni ’70 poi, PRO-Keds diventa sinonimo di scarpa sportiva in america e alcuni dei più grandi giocatori della storia della pallacanestro ne indosseranno un paio: Nate “Tiny” Archibald, campione NBA con in Boston Celtics nel 1981; Joseph Henry “Jo Jo” White, scomparso nel 2018, due volte campione NBA con i Celtics (1974, 1976) e membro della Hall of Fame dal 2015; Pete “Pistol” Maravich, forse il più incredibile e spettacolare giocatore ad aver mai calcato un parquet. L’unico giocatore non presente, perché scomparso poco tempo prima giocando a basket e rappresentato in quell’occasione dai suoi due figli, quando la NBA celebrò i suoi primi 50 anni votando i 50 migliori giocatori di ogni tempo in relazione a quel periodo, durante l’All-Star Game di Cleveland nel 1997, Maravich ha rappresentato l’amore puro per la palla da basket e ha giocato una pallacanestro che non si era mai vista prima e che per certi versi non si vedrà mai più. “Pistol” se n’è andato con la palla in mano, esattamente come era cresciuto.

Grazie al loro stile senza tempo, semplice e pulito le sneaker PRO-Keds sono riuscite a trascendere la loro funzione primigenia di scarpe per i professionisti del basket e sono diventate un’uniforme della street culture della New York degli anni ’70 e ’80. Il primo passo come abbiamo visto lo segna la Royal ma l’affermazione vera arriva con la 69er che diventa un autentico fenomeno fashion. Eleganti e raffinate, rappresentano un’epoca in cui l’autenticità e ciò che conta. PRO-Keds nasce infatti per mettere in discussione le scelte mainstream dell’epoca grazie al suo stile timeless.

Oggi il marchio si impegna a mantenere quella stessa autenticità che l’ha reso una vera e propria icona culturale proponendo versioni aggiornate dei modelli che hanno fatto la storia del basket e della sneaker culture americana.
