Al salone dell’auto di Ginevra in compagnia di SEAT

Al salone dell’auto di Ginevra in compagnia di SEAT

Gabe · 7 anni fa · Style

Il 3 marzo ho fatta una scappata di 24 ore a Ginevra per il salone dell’auto, invitato da SEAT. Ed è stata una giornata lunga.

La sveglia è suonata alle 6:30. Il tempo di riconettere e ricordare di essere ad Annecy, paese francese al confine con la Svizzera dove ero arrivato la notte prima, che tutto quello che avevo visto dalla macchina al mio arrivo era totalmente cambiato, era tutto bianco. Si, completamente ricoperto di neve.

La mia macchina fotografica già scalpitava alla vista di quel candore e quindi prima di avviarci verso il salone sono riuscito a convincere il gruppo a fare un passaggio al centro del paese per scattare il centro storico, che sembra rubato a qualche favola dal sapore medievale e posizionato lì con uno stuolo di gabbiani a custodirlo.

Esaudito il mio desiderio da instagrammer viziato, eccoci in macchina per scoprire questo luogo che dicono sia il paradiso delle 4 ruote. Entrati, ti trovi davanti un open space infinito dove tra corridoi lunghi, milioni di luci al soffitto e tantissima gente, inizi a scorgere subito le vere protagoniste dell’arena: auto in tutti i modi possibili.

La prima tappa è allo stand SEAT, dove ci “presentano” la vera novità di casa, la Ateca. Il primo suv della storia del brand: tecnologico (qualsiasi smartphone si collega al volo al computer di bordo grazie al SEAT Full Link, ha una Top View con 4 camere che coprono l’area circostante, il portellone elettrico che si apre solo “con l’imposizone del piede” e tante altre diavolerie…), dal design esclusivo e caratterizzato da un versatilità urbana. Il tutto ovviamente Created in Barcellona, l’anima spagnola del brand che con questo modello viene evidenziata ancora di più.

Al salone dell'auto di Ginevra con Seat

Tante foto di rito e una in particolare, dove vi faccio vedere quanto sta funzionando bene la palestra, eccola qui ;)

Subito dopo comincia il giro insieme agli amici di Riders, molto più informati di me in materia, che mi raccontano un bel po’ di news del mondo motori. Tra fuoriserie incredibili, auto con la carrozzeria che si illumina, gente a caso con oculus, qualche clacson che random suona perchè qualcuno è entrato in maniera goffa in un’auto superlusso, monitor giganti dentro plance essenziali (vedi qui) e ovviamente auto imbarazzanti, la giornata passa via veloce, fino ai saluti finali. Prima di prendere il treno riesco pure a fare 2 scatti al Jet d’eau che sopisce la la mia infinita sete fotografica. Qui sotto c’è un bel po’ di roba che ho fotografato per farvi vivere al meglio l’evento e se vi viene voglia di andarci potete già organizzarvi per l’anno prossimo.

Al salone dell'auto di Ginevra in compagnia di SEAT | Collater.al
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https://vimeo.com/158031028
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Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie

Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie

Andrea Tuzio · 2 giorni fa · Photography

Dopo la sua performance al Coachella 2023 non priva di polemiche, si torna a parlare di Frank Ocean ma per questioni completamente diverse.

Homer, il brand indipendente di lusso lanciato due anni fa dallo stesso artista di Long Beach e che si occupa principalmente di realizzare e vendere gioielli come ciondoli, anelli, collane, orecchini diamantati, bracciali in argento riciclato e oro 18 carati, tutti prodotti artigianalmente in Italia e caratterizzati da forme divertenti e colori vivaci, ha pubblicato un libro fotografico.

Da pochi giorni infatti è possibile ordinare sul sito di Homer, al prezzo di 90€, Mutations, un libro fotografico di 48 pagine che rappresenta una retrospettiva di opere realizzate tra il 19 ottobre e il 22 dicembre 2022, per lo più foto scattate dallo stesso Ocean. 
Una serie di scatti che ci mostrano un lato del cantante statunitense nuovo, unico e che mostrano, ancora una volta, quanto sia raffinata e ricercata la sua estetica.

Se volete portarvi a casa una vera chicca da collezione come Mutations, il libro fotografico di Frank Ocean, vi basta cliccare qui.

Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie
Photography
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I paesaggi malinconici di Alana Celii

I paesaggi malinconici di Alana Celii

Anna Frattini · 17 ore fa · Photography

Alana Celii è una fotografa americana che ridefinisce tempo e significati scattando paesaggi e soggetti dall’aura malinconica e senza tempo. Ora photo editor del New York Times, precedentemente ha lavorato sia per il Wall Street Journal che per il TIME parallelamente alla sua carriera nella fotografia. La sua prima monografia, Paradise Falling, è una serie di fotografie che ridefinisce la sensazione di perdita mostrando cosa significa sentirsi persi attraverso metafore che guardano all’astrologia, al mito e al simbolismo.

Per Celii il punto di partenza è la natura, immortalata talvolta scattando senza soluzione di continuità e improvvisando. Dopo Paradise Falling, la fotografa americana ha iniziato un progetto nuovo alla scoperta dei paesaggi della West Coast dopo il suo trasferimento in California. In queste immagini è chiara la matrice californiana nelle textures e nei colori intensi riconoscibilissimi nei paesaggi sconfinati immortalati dalla fotografa.

Per scoprire altri scatti di Alana Celii qui il suo profilo Instagram.

Ph. courtesy Alana Celii

I paesaggi malinconici di Alana Celii
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I paesaggi malinconici di Alana Celii
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La fotografia eterea di Matteo Zanin

La fotografia eterea di Matteo Zanin

Giorgia Massari · 6 giorni fa · Photography

“Ci sono ipotesi diverse su come siamo venuti al mondo, c’è chi dice dagli animali come conseguenza dell’evoluzione della specie e c’è chi dice per mano di Dio, ma di certo sappiamo che quando lasceremo questo pianeta, ciò che resterà di noi sarà solo polvere.” con queste parole il fotografo italiano Matteo Zanin (1986) riflette sul nostro destino attraverso una serie di scatti di nudo artistico. La polvere, le briciole, i detriti, le ceneri sono il punto di partenza del suo progetto fotografico POLVERE in cui la materia naturale e il corpo umano diventano una cosa sola.

Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al

In un’ambiente arido, privo di vegetazione, una donna nuda, dall’aspetto candido e leggero vaga nel desertico paesaggio, mimetizzandosi e amalgamandosi ad esso. “La donna è l’essere vivente che più si avvicina alla natura, perché come lei è l’unica che può creare un’altra vita.” riflette Zanin.

Gli scatti appartengono ad una sfera eterea, che rimanda lo spettatore ad uno scenario quasi apocalittico. L’ultima donna sul pianeta, una ninfa solitaria, in cerca di acqua, di una fonte di vita. Con il tempo il suo corpo si congiunge alla natura, fino a diventare parte della stessa. Contorcendosi imita le sue forme, abbracciandola le dimostra il suo amore.

La passione per la Street photography e il suo approccio cinematografico, oltre alla sua esperienza nel campo della moda, emergono particolarmente nella serie POLVERE, capace di riassumere l’identità artistica di Matteo Zanin e di restituire una serie di sentimenti contrastanti. La natura può dare ma può anche togliere.

Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al

Courtesy and credits Matteo Zanin

La fotografia eterea di Matteo Zanin
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La fotografia eterea di Matteo Zanin
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Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America

Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America

Anna Frattini · 7 giorni fa · Photography

Classe 1980, J. Jason Chambers è un fotografo americano che racconta l’America attraverso i suoi scatti, viaggiando di stato in stato e ispirandosi al New Topographics Movement. Scorrendo fra gli scatti del fotografo sembra di vedere un’America molto diversa da quella che ci immaginiamo. Insegne al neon luminose, stazioni di servizio e vecchie automobili sospese in un’atmosfera quasi cinematografica. Chambers sembra essere in continuo movimento, dalla California fino a Wall Street passando per il deserto. Le fotografie scattate a New York fanno da contraltare alle suggestioni desertiche del New Mexico e ai panorami texani di Marfa.

La riflessione di J. Jason Chambers su una nuova topografia influenzata dall’uomo si ispira a una mostra risalente al 1975 a Rochester, New Topographics. In questa occasione furono esposti 10 fotografi alle prese con l’arrivo del Concettualismo e del Minimalismo nella fotografia degli anni ’70. Il SFMoMA, nel 2010, ha deciso di riportare in vita questa mostra rivelando il ponte pre-esistente fra il mondo dell’arte contemporanea e quello della fotografia.

Il punto di incontro fra la fotografia di J. Jason Chambers e New Topographics sta nel rapporto fra l’uomo e l’ambiente. Stazioni di servizio, motel o parcheggi fanno ormai parte del nostro immaginario quando si parla di paesaggistica così oggi come negli anni ’70.

J. Jason Chambers

Per scoprire altri scatti di J. Jason Chambers qui il suo profilo Instagram.

Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America
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