Lo scorso Maggio ho passato una settimana in quest’isola stupenda con la mia Lei. E tra una feta-al-sesamo-e-miele, un’insalata ed una porzione di moussaka ho fatto anche qualche foto mentre digerivo.
Una delle cose che capisci subito è che l’isola è totalmente organizzata per i turisti: Hotel, b&b, campeggi, ristoranti, auto-noleggi, moto-noleggi, quad-noleggi, barche-noleggi, tutto-noleggi e se continuo così so che poi smetti e non leggi, quindi mi fermo qua. Ma per fortuna, visto il periodo, ci siamo imbattuti in una quantità irrisoria di turisti, spesso le spiagge erano quasi deserte e molti locali erano ancora o chiusi o in ristrutturazione. Insomma, Santorini stava finendo di truccarsi.
Qui non c’è nessuna traccia evidente della famosa crisi economica greca che leggiamo ormai da anni su tutti i quotidiani del globo. Anche i vecchietti che fanno affari con il trasporto di turisti per mezzo degli asini guadagnano più di te visto che a fine stagione prendono una percentuale sugli incassi dalla funivia che gli avrebbe potuto rubare il lavoro.
Turismo vuol dire anche foto-ricordo, che a sua volta, nella nostra ego-era vuol dire selfie. Selfie chiama spot, e di spot Santorini ne è piena. Tra splendidi panorami e casette con piscina sugli strapiombi ogni angolo è buono per fotografare. In alcuni posti te lo consigliano loro, in altri devi pure fare la fila ed aspettare il tuo turno per portarti a casa un’immagine-ricordo e mediamente devi cercarti uno spazietto tra shooting fashion e giovani coppie di sposini asiatici con vestiti da cerimonia.
Per questo motivo, spesso trovi dei divieti legati alle foto: non puoi salire sui tetti, non puoi fotografare i bambini vicino la scuola, non puoi usare i droni e non puoi andare in certe stradine, dove, immagino, vivono i locali. Per ciò che mi riguarda di spot ve ne consiglio uno, uno dei pochi dove non ho visto altre persone fare foto: la sala fumatori dell’aeroporto. Così siete pronti a ripartire per andare altrove.
Potete trovare l’intero reportage qui.